Sarah Scazzi, Sabrina e Cosima sperano all’unioni Europea

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Quello di Sabrina e Cosima è stato un percorso molto duro e faticoso, quello di due donne rinchiuse in carcere da innocenti. Ora hanno diritto ai permessi premio, io e l’avvocato Nicola Marseglia faremo i conti e presenteremo le richieste, anche se la situazione è delicata, perché con noi i giudici sono stati molto duri, molto restrittivi, per cui vedremo cosa concederanno”. Parla in esclusiva a Giallo il professor Franco Coppi, il penalista difensore di Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Madre e figlia stanno scontando la pena dell’ergastolo, in via definitiva, nel carcere di Taranto perché condannate per l’omicidio volontario di Sarah Scazzi, la 15enne scomparsa da Avetrana il 26 agosto 2010 e ritrovata cadavere in un pozzo dopo 42 giorni di bugie e depistaggi. E a undici anni dal delitto della ragazzina, per Cosima e Sabrina si è acceso un barlume di speranza. L’ordinamento italiano, infatti, prevede che decorsi i dieci anni dalla detenzione, con l’ergastolo non ostativo, un detenuto possa beneficia re dei permessi premio per quindici giorni consecutivi e ripetuti #no a tre volte in un anno, laddove il recluso dimostri ai giudici di sorveglianza di non essere socialmente pericoloso.

E questo sarebbe il caso delle assassine di Sarah, che vengono ritenute detenute modello nel penitenziario di Taranto, dove ormai da anni lavorano nella sartoria e che, dall’inizio della pandemia, hanno lavorato duramente per preparare mascherine. Sabrina, tra l’altro, ha ottenuto pure l’abilitazione come parrucchiera e crea acconciature alla moda nel centro estetico del carcere. Elementi positivi dei quali i giudici del Tribunale di Sorveglianza terranno sicuramente conto nel decidere se concedere i benefici di legge a madre e figlia.

Nei prossimi mesi, dunque, Cosima e Sabrina potrebbero lasciare per la prima volta la loro cella, forse passare il loro primo Natale dalla morte della piccola Sarah insieme a Valentina Misseri, figlia di Cosima e sorella di Sabrina. Pochi giorni insieme, poi torneranno in quel carcere, aspettando il prossimo permesso, il futuro premio. La speranza delle due donne, però, è che arrivi presto la revisione del processo, grazie al ricorso presentato alla Corte Europea dei diritti dell’uomo dagli avvocati Coppi e Marseglia, i quali, nell’istanza, hanno puntato sulla presunta violazione del diritto all’equo processo per carenza di contraddittorio e per nocumento del diritto alla difesa. In altre parole viene contestato il fatto che Cosima e Sabrina non abbiano avuto un giusto processo, anche alla luce della circostanza che l’omicidio di Sarah è stato uno dei casi di cronaca che ha più scosso l’opinione pubblica.

Il loro ricorso è stato ritenuto ricevibile da Strasburgo nel 2018, in quanto è stata certi #cata la correttezza delle procedure e la concretezza dei motivi dell’istanza, e già questa è una vittoria per i difensori, visto che la quasi totalità di tali richieste viene rigettata. Ora, calcolando che mediamente i tempi di discussione per questo tipo di casi si aggirano intorno ai tre anni, potrebbe essere prossima la chiamata della Corte Europea, che, qualora dovesse ravvisare una grave violazione dei diritti di Sabrina e Cosima, aprirebbe la strada a una revisione del processo, nel corso del quale la difesa avrebbe più garanzie e potrebbe giocarsi anche la carta delle recenti assoluzioni avvenute nel cosiddetto processo Scazzi bis.

Si tratta del #lone che puntava a dimostrare i depistaggi e le false testimonianze nell’omicidio della ragazzina, in cui erano coinvolte dodici persone, tra cui Michele Misseri, marito di Cosima e padre di Sabrina, e Ivano Russo, il cuoco di Avetrana conteso tra Sabrina e Sarah, colui che avrebbe scatenato la gelosia della parrucchiera nei confronti della cuginetta, fino a spingerla al delitto. Il procedimento, però, a giugno scorso si è concluso con una sentenza emessa dalla Sezione distaccata di Taranto della Corte d’Appello di Lecce, che ha annullato le condanne in$i”e in primo grado a undici dei dodici imputati del processo, in quanto era sopravvenuta la prescrizione.

Dice l’avvocato Coppi: «Ora siamo in attesa che la Corte Europea dei diritti dell’uomo fissi l’udienza, ma i tempi sono molto lunghi». Sul delitto della ragazzina, dunque, non è ancora possibile mettere la parola #ne perché è pur vero che è stato accertato che Sabrina e Cosima sono le assassine della piccola Sarah, ma una pronuncia di Strasburgo farebbe crollare la verità processuale che è stata accertata nei primi due gradi giudizio e suggellata dalla Cassazione. G

li Ermellini, nel ripercorrere le fasi dell’omicidio, hanno spiegato come Sarah venne strangolata da Sabrina e Cosima con “concorso sinergico” tra le due: l’una ponendo «in essere la specifica azione di soffocamento da dietro della vittima» e l’altra inibendole «ogni tentativo di difendersi e ogni chance di fuga»