Trasformare aria in acqua potabile, arriva in Italia dispositivo

Un’alternativa alle bottiglie di plastica e ai dispenser di acqua, in una prospettiva che unisce ricerca tecnologica e attenzione all’ambiente. Sharp ha presentato in Italia Skywell, un generatore d’acqua atmosferica che ci è stato presentato da Carlo Alberto Tenchini, direttore marketing e comunicazione di Sharp Electronics Italia.

“Skywell – ha spiegato ad askanews – è una macchina che raccoglie aria, la condensa, produce acqua, la filtra e la rende pura, la rimineralizza e la mette a disposizione delle persone fresca oppure calda”.

Immaginato per ambienti come uffici o luoghi pubblici, ma anche in ottica domestica, Skywell rappresenta per Sharp un investimento anche in sostenibilità.

“La sostenibilità – ha aggiunto Tenchini – è uno degli aspetti fondamentali di questo progetto, non è l’unico. Sostenibilità perché la macchina indica quante bottiglie di plastica posso risparmiare nel ciclo di utilizzo del prodotto, perché è un sistema che aiuta le persone a idratarsi meglio, a bere meglio e profila gli utenti indicando loro quanto stanno bevendo in base agli obiettivi individuali”.

Presentato nel ristorante di Enrico Bartolini al MUDEC di Milano, Skywell punta a cambiare il mercato dell’acqua potabile, ma in un certo senso rappresenta anche un’idea diversa di approccio al business.

“E’ un nuovo modo di fare impresa – ha concluso Carlo Alberto Tenchini – che va anche a colmare il divario ecologico che gli esseri umani oggi stanno creando con le loro attività”.

Ricavare acqua dall’aria: ecco le ultime tecnologie

Awa Modula, prototipo svizzero in collaborazione con l’Università di Pavia presentato a Expo, può produrre fino a 10 mila litri al giorno

Che siano veri e propri gioielli di ingegneria o prototipi in cerca di fondi, sono sempre di più le tecnologie pensate per avere a disposizione acqua pulita e potabile e risolvere così la crisi idrica odierna. Sono molte le soluzioni che tentano di risolvere le problematiche legate alla scarsità d’acqua, in particolare nei Paesi aridi o dove l’acqua potabile resta un miraggio. L’ultima in ordine cronologico, presentata a Expo Milano 2015, è il sistema Awa Modula, realizzato da Seas (Société de l’Eau Aérienne Suisse), startup con sede in Canton Ticino, in grado di produrre acqua potabile estraendola dall’aria.

In collaborazione con l’Università di Pavia

Il sistema può essere utilizzato praticamente ovunque, a patto che ci sia energia elettrica disponibile, meglio se prodotta da fonti rinnovabili come solare o eolica. «L’idea è nata circa dieci anni fa e oggi, grazie anche alla collaborazione con l’Università di Pavia, siamo in grado di presentare questa tecnologia innovativa», spiega Rinaldo Bravo, direttore generale della startup svizzera. Seas produce così acqua arricchita in sali minerali, acqua per uso agricolo o semplicemente acqua distillata. Il sistema inoltre utilizza la stessa energia impiegata nel processo di estrazione per produrre aria fresca e riscaldamento. «Con questa tecnologia non facciamo altro che far passare l’aria, raffreddarla ed estrarre l’acqua, senza utilizzo di composti chimici e senza produzione di impurità o reflui», continua Bravo. Il sistema è in grado di produrre fino a 10 mila litri d’acqua al giorno, utilizzabili non solo per l’alimentazione umana, ma in agricoltura, farmaceutica e nell’industria. Gli utilizzatori sono molteplici: un villaggio di un Paese subsahariano, una serra agricola o anche un centinaio di stanze d’hotel.

Unico ciclo

«La soluzione che proponiamo è quella di staccarsi dal sistema tradizionale di riscaldamento e di circolazione d’aria primaria, risparmiando sui consumi elettrici o di combustibile», spiega Bravo. «Con Awa Modula è possibile risparmiare circa 65 kW per ogni ora di funzionamento, il che si traduce in un risparmio del 25 per cento di energia». Acqua da bere, riscaldamento dell’acqua, aria primaria, tutto nello stesso ciclo.

Profughi

Non solo un utilizzo industriale, ma anche umanitario. A marzo infatti Seas ha donato a Unakids, ente no profit impegnato a migliorare le condizioni di vita dei minori nelle regioni sconvolte dalle guerre, un sistema capace di produrre 2.500 litri di acqua potabile al giorno. «L’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati stima che il crescente esodo di rifugiati dalla Siria al Libano potrebbe superare di ben dieci volte le stime più recenti», ha commentato il segretario della onlus Angela Van Wright Von Berge. «Oltre la metà di questi rifugiati ha meno di 17 anni. Spesso queste persone non hanno accesso ai minimi approvvigionamenti di cibo e acqua potabile».

Tecnologia low cost

Italiana è invece la soluzione proposta dal team di Arturo Vittori, che ha realizzato il prototipo di un sistema per la produzione d’acqua a basso costo e realizzato con materiali naturali come il bambù, canapa e plastiche biodegradabili. La Warka Tower, che prende il nome proprio dall’albero tipico delle aree aride dell’Etiopia, dove sono soliti riunirsi gli abitanti del villaggio, raccoglie l’acqua dalla rugiada, estraendole dalle gocce che si formano sulla struttura della «torre». Il progetto sta ancora raccogliendo i fondi necessari tramite Kickstarter, dove vengono spiegati passo passo tutti i progressi.

Altre soluzioni

Più curiosa la soluzione messa a punto dagli ingegneri a Lima: un cartellone pubblicitario che estrae l’acqua sfruttando l’alta umidità relativa della capitale del Perù. Il sistema, testato già qualche anno fa, ha prodotto 9.450 litri di acqua potabile in tre mesi. Recentemente l’artista Ap Verheggen, dal suo blog, propone invece una soluzione portatile alimentata da energia fotovoltaica, per produrre acqua anche nel deserto. Il sole produce energia che viene utilizzata per raffreddare l’aria e raccogliere così l’umidità in essa contenuta. Waterdrop (questo il nome del concept) sarebbe inoltre dotato di una piccola cisterna dove raccogliere l’acqua così estratta. Che sia un sistema innovativo in grado di abbattere i costi energetici, o un prototipo ancora da realizzare, aumentano le soluzioni tecnologiche che in un prossimo futuro aiuteranno 800 milioni di persone ad avere accesso all’acqua potabile.