Harry e Meghan in Oceania è il primo viaggio fuori dai confini europei per la coppia reale

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Se Paul Gauguin avesse incontrato la duchessa di Sussex durante questo lungo viaggio in Oceania che sta compiendo con Harry, l’avrebbe di certo immortalata in un ritratto, consegnandola alla storia come una delle sue celebri ragazze polinesiane. Con la carnagione ambrata, la corona di fiori e le forme rilassate – è ormai al quinto mese di gestazione – Meghan ha fatto cadere ai suoi piedi autorità e cittadini che lei e il marito stanno incontrando (il ritorno è previsto per il primo novembre) in Australia, Isole Fiji, Tonga e Nuova Zelanda. Per noi l’opera del maestro post impressioni sta francese che più si accosta alla figura della duchessa e il contesto esotico in cui è inserita è Nafea Faa Ipoipo, che in italiano si traduce pressapoco “quando ti sposi?”, dipinta nel 1892. È, per inciso, uno dei quadri più cari della storia: è stato venduto nel 2015 da un collezionista svizzero a un emiro per la cifra monstre di 261 milioni di euro. Largo un metro e un centimetro e alto 77 centimetri, raffigura due ragazze sorprese su una spiaggia mentre si scambiano confidenze d’amore, nell’attesa di un principe tropicale che le venga a rapire. Meghan di questo non deve preoccuparsi più perché il suo principe l’ha sposato il 19 maggio.

È il primo viaggio fuori dai confini europei per la coppia reale, che è anche una vera e propria missione diplomatica in quelli che sono alcuni dei territori più remoti del Commonwealth. Per rinfrancare il rapporto con Casa Windsor, i duchi di Sussex hanno deciso di comunicare ufficialmente l’attesa del primo erede una volta sbarcati a Sydney, il 16 ottobre. Da una parte si è trattato di un gesto di solidarietà familiare: svelare il lieto evento nelle settimane precedenti avrebbe oscurato le nozze della cugina Eugenie e Jack Brooksbank. Ma dall’altra è certamente anche una strategia politica: occorre ricordare che i Paesi che fanno parte dell’ex impero britannico riconoscono l’autorità del sovrano inglese in senso elettivo e non ereditario. Elisabetta II è stata scelta come sovrana, ma non è scontato  che lo stesso accada a Carlo quando verrà incoronato. Dunque è necessario scaldare i cuori di tutti i 53 Paesi che formano il Commonwealth e, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, una duchessa bi- razziale, spontanea, fresca e in attesa di un erede è esattamente l’ambasciatore di cui la corona ha bisogno.

I viaggi transoceanici per i reali d’Inghilterra non sono una novità: uno analogo fu compiuto anche da Elisabetta e Filippo nel 1953. Fu la loro prima visita fuori dai confini britannici dopo l’incoronazione della sovrana. La regina e il principe consorte partirono da Bermuda, toccarono l’Oceania, risalirono l’India, fecero scalo a Malta e tornarono a Londra: sei mesi di viaggio per conoscere e farsi conoscere dai sudditi. Curiosità: alle Fiji Harry e Meghan hanno alloggiato nello stesso resort, il Grand Pacific Hotel di Suva, dove i nonni Elisabetta e Filippo risiedettero durante quel viaggio, mostrandosi e salutando dallo stesso balcone. Un messaggio di continuità rassicurante.

Ma strategie politiche a parte, questo viaggio ha dimostrato ancora una volta l’affabilità dei duchi di Sussex sia negli incontri ufficiali – dall’Opera House di Sydney al Memoriale di Anzac per i caduti in guerra, fino ai ricevimenti offerti dal governo australiano – che nei bagni di folla a ogni tappa del viaggio. Non solo hanno confermato di voler definitivamente abbandonare la regola protocollare che impedisce ai reali di stringere le mani del pubblico, ma sono andati ben oltre: Meghan è stata infatti ribattezzata Queen of hug, la regina degli abbracci. La tradizionale compostezza è, dunque, un lontano ricordo. A Sydney il secondogenito di Carlo ha inscenato una gag di gelosia per i fiori offerti alla moglie, scatenando l’ilarità dei presenti, e si è fatto poi avvicinare da alcuni bambini che hanno vinto la timidezza e si sono letteralmente innamorati di questo zio rosso di capelli e dal sorriso amorevole. Ma l’evento più scanzonato – e se vogliamo inappropriato secondo le vetuste regole dei viaggi ufficiali – è stato il Fluro Friday, un happening settimanale che si svolge il venerdì sulla spiaggia di Bondi Beach. Si tratta di un raduno un po’ hippie, dove surfisti, praticanti yoga e giramondo si ritrovano davanti al mare per socializzare, sorridere e tenersi per mano: un’attività che promuove la salute e il benessere mentale.

E, a proposito di salute, abbiamo visto Meghan sempre raggiante, in splendida e arrotondata forma, ma certo questo viaggio è stato un vero e proprio tour de force per una donna in gravidanza conclamata. Tanto che gli estensori dell’agenda ducale, in primis la sua assistente personale Samantha Cohen, hanno previsto più di un pit stop durante i 76 impegni ufficiali che hanno scandito questi 16 giorni. Nessun break particolarmente eclatante, che avrebbe impensierito l’opinione pubblica, ma semplicemente qualche accortezza, come organizzare gli eventi per lo più nella tarda mattinata e nel pomeriggio, in modo da garantire a sua altezza di avere la maggior parte delle sere libere per riposare.

Anche perché, come la duchessa ha raccontato ad alcune donne in dolce attesa incontrate in questi giorni, la gravidanza per lei ha l’effetto del jet lag e più di una notte si è svegliata alle 4.30, approfittandone per praticare yoga, sua grande passione.

Certo, qualche eccellente eccezione c’è stata, come la cena di gala offerta per i duchi dal presidente delle Fiji Jioji Konrote, in cui Meghan ha indossato un abito blu elettrico del brand tedesco Sa- fiyaa. Outfit che ha coronato una sfilata itinerante di quelle cui ormai la ex attrice ci ha abituato da quando è entrata nella famiglia reale britannica. Ci ha stupito mostrando le gambe da un abito vestaglia a righe in spiaggia, in un nero austero di Emilia Wickstead (la stilista amata da Kate) e con un delizioso abito blu degradé. Finalmente senza doversi più preoccupare di nascondere la sua gioia all’altezza del ventre.