Nadia Toffa, il triste ricordo della sorella

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L’ultimo pensiero Nadia Toffa l’ha rivolto alla mamma: «Sono una che non si impaurisce facilmente. Però temo una cosa: lasciar sola mia madre, con la sua disperazione. Non è naturale che una donna veda morire la figlia». Eppure, al funerale della giornalista televisiva delle Iene, morta a soli 40 anni per tumore cerebrale, sua mamma Margherita ha quasi voluto risponderle e ringraziarla per quelle parole: «Lei è qui, non ci lascia soli, ci sta guardando dal cielo», ha mormorato accanto alla bara bianca della figlia, ultima di tre sorelle, la piccola di casa coccolata da tutti. Chi lo sa se dopo la morte una personalità forte lascia un vuoto più grande o in qualche modo resta più presente di altre.

A casa di Nadia se lo chiedono da quando il suo cuore ha smesso di battere. Forse la risposta ce l’hanno già, a cominciare da quella che si è data Alice, la nipote di 16 anni, che tremante di emozioni ha preso la parola al funerale della zia, nel Duomo di Brescia: «Il suo coraggio resta una lezione ben viva per tutti noi e ci aiuta a superare l’angoscia di questo momento. Mi chiedeva di non arrendermi mai e di sorridere alla vita perché è sempre bella. E io lo farò per lei».

Mai spaventata da nessuna inchiesta, la conduttrice e cronista ha affrontato da “guerriera” anche la sfida più dura: «Adesso la mia battaglia è questa e io non mi tiro indietro», diceva della sua lotta contro il male che l’aveva aggredita due anni fa. Lo ha ribadito in tutti i modi, in questi mesi di calvario, durante le cure a Milano e nelle settimane finali alla casa di cura Domus di Brescia, la sua città. Mai una frase di resa o di maledizione, nemmeno rivolta al destino, solo immagini e messaggi d’amore e d’incoraggiamento per la sua famiglia, papà Maurizio la madre, ii nipoti, le due sorelle. La mamma, in particolare, che per anni forse non era riuscita a godersi più di tanto quella figlia sempre in giro per lavoro, ha potuto riavvicinarla nella peggiore delle circostanze, le visite in ospedale per le sedute di chemioterapia, dove scortava la sua “bambina”. «Era Nadia che faceva coraggio a noi. Una roccia.

Un concentrato di energie belle. Io sono la sorella maggiore, sono stata un po’ la sua seconda mamma, ma se avevo qualche problema lei sapeva sempre consigliarmi. Era molto più matura della sua età e io ho avuto l’onore di crescere con lei. Era un’anima splendida e Dio ha voluto chiamarla a sé», ricorda in lacrime Mara, 49 anni, insegnante, davvero sfinita dal dolore, ma decisa a rendere omaggio alla combattente di casa. «Nadia era una persona vera e forse per questo la trasmissione Le Iene, di cui faceva parte, ha avuto con lei una svolta: faceva approfondimento in mezzo alla gente. In 40 anni è come se avesse vissuto dieci vite e noi siamo orgogliosi per il messaggio di forza e di speranza che ha lanciato a tutti, soprattutto ai tanti malati che hanno voluto raggiungerla e starle vicini in un ultimo abbraccio».

Proprio alle sorelle Nadia aveva voluto dedicare uno degli ultimi slanci d’affetto, postando una foto con dedica speciale: «Mia sorella maggiore Mara era la mia influencer, ora fa la prof, l’altra è Silvia, avvocato e secondogenita. Io la più disperata, randagia, selvaggia e matta. Mara è la sorella maggiore che tutti vorrebbero perché mi portava ovunque con sé. La prima volta in discoteca ero con lei, così mamma Marghe si fidava. Avevamo modelli diversi una volta. Fatte con lo stampino comunque. Tanto amore incondizionato ». Stravolti, i familiari hanno voluto risponderle su Instagram in queste ore drammatiche: «Figlia amata, adorata sorella, dolcissima zia, non ci sono parole per dire il vuoto che lasci in tutti noi. Si spegne con te una luce calda, cristallina, ma rimane tutto l’amore che ci hai donato. Siamo forti della tua forza. Ora sei libera e serena…».

Segue la foto di famiglia che già una volta Nadia aveva pubblicato sui social, la festa di Natale 2015, uno degli ultimi davvero spensierati e felici. «Non ci aspettavamo tutta questa vicinanza affettuosa, composta. Ho visto gente che ringraziava mia madre per aver messo al mondo mia sorella. È arrivata qui anche una delegazione da Taranto, città di cui era diventata cittadina onoraria, per portare il saluto dell’associazione Arcobaleno nel cuore, con la quale Nadia aveva lavorato per realizzare un reparto oncologico. Sì, dovremo pensare a qualcosa in sua memoria, organizzare qualche iniziativa per far in modo che la sua azione civile continui», annuncia Mara. La pensano tutti così. Condivide pure don Maurizio Patriciello, il prete simbolo della lotta per la salute e la giustizia nella Terra dei fuochi e delle discariche abusive di camorra, in Campania, che ha celebrato i funerali della giornalista televisiva di cui era grande amico e che non sa più quante volte era stato intervistato da lei. Insomma, una cosa è sicura: Nadia non morirà.