Tassa sui prelievi per combattere l’evasione fiscale, è questa la proposta di Confindustria

Questo articolo in breve

Il nuovo governo ormai da parecchio tempo sta tentando di combattere l’evasione fiscale in vari modi.  Una proposta adesso sembra essere arrivata dal centro studi di Confindustria che ha proposto una tassa sul prelievo di contanti al fine di combattere proprio l’evasione fiscale.  Questa proposta pare che sia stata avanzata nell’ambito del dibattito in vista proprio della prossima legge di bilancio e non comporterebbe degli oneri aggiuntivi netti, ma darebbe la possibilità attraverso una commissione del 2% su prelievi superiori a €1500 mensili, di poter recuperare 3,4 miliardi  l’anno che potrebbero essere utilizzati per poterle incentivare l’utilizzo della moneta elettronica. 

Ad ogni modo, questa proposta sembra aver già creato parecchi malumori ed a criticare ciò è stata la Confesercenti e la Confcommercio secondo i quali questa tassa sui contanti non è una strada giusta da percorrere ed è considerata una misura che sostanzialmente non serve a molto.  Di questo avviso è anche l’ex ministro delle finanze Vincenzo Fisco e ancora secondo quanto riferito dal professore  di diritto tributario Dario Stevanato,  questa proposta ha zero possibilità di essere attuata.  Chi ha accolto invece con Grande entusiasmo questa proposta è stato Luigi Marattin del PD e Pierluigi Bersani, il quale ha precisato che potrebbe anche avere dei vantaggi. “Non c’è solo il bastone, ci può essere anche la carota”.

La proposta del CSC

In vista della scrittura della manovra, Viale dell’astronomia sembra aver puntato sul recupero del gettito Fiscale attraverso degli incentivi all’utilizzo della moneta elettronica e cercare di disincentivare all’utilizzo del contante. Stando a quanto riferito, questa proposta non comporta degli oneri aggiuntivi netti per la finanza pubblica, ma può comunque portare un recupero di gettito attraverso la riduzione dell’ evasione fiscale.  È stato proposto quindi un primo intervento di sconto sulle transazioni elettroniche con un credito di imposta che ammonta al 2% nei confronti del cliente che paga con carte di pagamento.  È previsto anche un secondo intervento che invece è costituito da una commissione sui prelievi di contante. “Sembra ragionevole assumere di esentare i prelievi mensili fino a 1.500 euro: ciò si traduce in un’esenzione dalla commissione per il 75% dei conti italiani. Applicando una commissione del 2% sui prelievi eccedenti tale soglia, si avrebbe un gettito annuale di circa 3,4 miliardi”, questo quanto stimato dal Csc.

Negli ultimi anni sono stati fatti molti passi avanti in Italia nella lotta all’evasione fiscale, che ha portato gradualmente all’emersione di gettito. Ne è un esempio il recente intervento sulla fatturazione elettronica. Malgrado ciò, la perdita di gettito fiscale e contributivo è stimato ancora sopra ai 100 miliardi di euro (fonte Mef), solo in parte attribuibile a grandi evasori”, ha evidenziato il Csc.