Harry e Meghan il figlio Archie è identico al padre

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Un sorriso che non conosce inibizione, lo sguardo da furbino che traspare da un paio di occhietti vispi. Bastano questi lampanti dettagli per riconoscere nel volto di Archie Harrison un’incredibile somiglianza con suo padre Harry, duca di Sussex.

Era scritto nella strategia di comunicazione di palazzo che il bimbo, cinque mesi, il più giovane esponente della casa reale britannica ad aver mai intrapreso un viaggio ufficiale con i genitori, facesse il suo vero debutto durante questo storico tour in Africa. Ma, per sfruttare tutta la potenza mediatica dell’effetto sorpresa, non era stato svelato in anticipo quando e dove Archie avrebbe fatto il suo bagno, se non di folla, almeno di flash.

L’occasione è stata intima e simbolica allo stesso tempo: il piccolo è stato portato all’incontro che Harry e Meghan avevano in agenda con l’arcivescovo emerito di Città del Capo, Desmond Tutu, 87 anni, Premio Nobel per la Pace, alla Legacy Foundation, l’ente che propugna la cultura anti apartheid fondato dal prelato nel 2013, la cui sede si trova in un edificio costruito dagli schiavi all’inizio del diciannovesimo secolo. L’arrivo di Archie, in braccio alla mamma Meghan, è stato catturato da un paio di video pubblicati quasi in diretta sul profilo Instagram dei duchi di Sussex che conta oltre 9,5 milioni di follower.

L’incontro tra il piccolo, i suoi genitori e l’arcivescovo, durato una ventina di minuti, è stato intitolato con un brillante gioco di parole Ardi meets Archie, l’arcivescovo conosce Archie, e s’è intriso di emozione quando Tutu ha baciato la testina del piccolo, quasi a voler riconoscere in quella piccola vita il continuum naturale di una battaglia senza fine che punta a estirpare le differenze tra gli uomini basate sulla discriminazione razziale.

E chi meglio di un rampollo reale nato da una madre di origini afroamericane può incarnare questa missione? Furba anche la mise scelta per il piccolo. Un completo di H&M composto da maglia e salopette a righe, disponibile sul sito della catena low cost per una ventina di euro. Look alla portata di tutti completato da un dettaglio raffinato: le calzine per neonati del brand francese Bonpoint, vendute in confezioni da sei al costo di circa 100 euro.

Il gioco delle somiglianze, dicevamo, lascia ben pochi dubbi su i geni che hanno avuto la meglio nella fisionomia di Archie. Basta confrontare la foto del piccolo Sussex con quelle dei genitori alla sua età o giù di lì. E allora abbiamo ripescato un bellissimo ritratto di Harry tra le braccia di Diana. È datato 6 maggio 1985: i principi di Galles si trovavano a Venezia, a bordo dello yacht reale Britannia, tappa di un viaggio in Italia.

Quella che all epoca era la futura regina in carica mostrava un piccolo Harry dai capelli rossi che ricorda tantissimo, 34 anni dopo, il figlio messo al mondo da quel bambino di allora. Certamente è più tendente al morettine, invece, la piccola che vediamo con una graziosa cuffietta rosa sul capo durante un picnic in campagna. È uno scatto del 1982 e ritrae Meghan a due anni, vicino a mamma Doria: poca o nessuna somiglianza, se non qualche tratto nella zona degli occhi. Tuttavia siamo ancora in una fase di grandi cambiamenti.

Vedremo nel prossimo futuro con quali trasformazioni ci sorprenderà Archie. Quel che è certo è il solco nel quale il piccolo Mountbatten-Windsor (questo il cognome di Archie allanagrafe) sta muovendo i suoi occhioni. Tutto, in questo viaggio africano, ha parlato di sua nonna Diana. Non è un caso infatti che molti luoghi visitati da Harry e Meghan, o anche solo da Harry, abbiano ricordato la grande missione umanitaria che la principessa di Galles ha svolto in questo continente martoriato.

Missione che si legge nei volti delle persone che hanno ricevuto il suo conforto, una sua carezza, la sua attenzione. Come Sandra Thijika, che aveva solo 13 anni quando nel 1995 ricevette la visita della mamma di Harry. Sandra ha perso la gamba sinistra a causa di una mina antiuomo. La principessa si commosse vedendo con quanta forza quell’adolescente affrontava una tale menomazione. «Voleva vedere come funzionava il cambio di una protesi agli arti. All’epoca ero molto piccola, una ragazzina davvero minuta, e mi venne misurato il ginocchio per vedere come si sarebbe adattata la protesi.

Diana stava guardando questa scena e iniziò a piangere», ha raccontato Sandra. «Poi andammo fuori, ci sedemmo sotto un fico e lei cominciò a parlarmi. Ne fui molto felice: era un onore stare accanto a una principessa». Un onore che Diana non hai fatto pesare alle persone che si sono relazionate con lei. Stesso atteggiamento hanno sempre avuto i suoi figli, Harry in particolare. E durante questo viaggio il duca di Sussex, volendo ripercorrere le tracce di sua madre, ha fatto visita a Sandra. Oggi quella adolescente è diventata una donna di 37 anni.

La perdita fisica non le ha impedito di diventare madre, e di ben cinque figli, una dei quali ha chiamato Diana. Sempre per sostenere la campagna antimine, Harry si è recato a Dirico, dove si trova Halo Trust, l’associazione che punta a bonificare i territori ancora ricchi di ordigni interrati inesplosi, per sostenere la quale Diana fece la famosa camminata nel campo minato davanti alle Tv e ai fotografi di tutto il mondo. Harry, in questo frangente, non è stato da meno. Ricordando sua madre ha detto: «L’ho persa 22 anni fa, ma il suo ricordo è con me ogni giorno e la sua eredità sopravvive».
Archie è il prossimo anello di questa catena, il mezzo attraverso il quale la casa reale cercherà di perpetuare la sua influenza utilizzando la vicinanza agli ultimi del mondo. Il destino di questa piccola creatura è già destinato ai libri di storia.