Sara Di Pietrantonio, Paduano aveva reso un inferno la vita della ragazza ancora prima di ucciderla

Questo articolo in breve

Ergastolo per omicidio aggravato, distruzione di cadavere e stalking. È passato un mese dalla condanna emessa in appello nei confronti di Vincenzo Paduano, guardia giurata romana di 30 anni, per aver ucciso e poi bruciato la sera del 28 maggio 2016, Sara Di Pietrantonio, studentessa romana di 22 anni, perché non riusciva ad accettare la fine della loro relazione.

Ricordiamo i fatti: la giovane aveva iniziato una nuova storia sentimentale una settimana prima del delitto, i due ex fidanzati la cui relazione era durata un paio di anni, si erano incontrati per parlare proprio la notte deH’omicidio: Sara gli aveva ribadito che la loro storia fatta di continue pressioni psicologiche e gelosie da parte di lui, era al capolinea. Poche ore dopo Paduano va sotto casa del giovane che Sara da poco frequentava. Poi la segue quindi, alla guida della sua auto, la affianca e la sperona, costringendola a fermarsi. Poi la follia omicida e la brutalità disumana: Paduano strangola Sara e le dà fuoco, per poi rientrare come nulla fosse accaduto al lavoro.

Paduano in un primo momento era stato condannato a 30 anni. La Cassazione però, accogliendo il ricorso della Procura generale, aveva disposto un nuovo processo di secondo grado, ritenendo il reato di stalking non assorbito in quello di omicidio. Così è arrivato l’ergastolo, pena che comprende, appunto la lunga persecuzione subita da Sara prima di essere uccisa. Si tratta di una novità importante.

Abbiamo intervistato la mamma di Sara, Concetta Raccuia, che, nonostante il profondo dolore, ha sempre continuato a battersi nel ricordo di sua figlia e che recentemente ha sostenuto la campagna #FacciamoGliUomini, per ribadire l’importanza di continuare a parlare della violenza di genere.

Signora Raccuia, secondo lei con l’ergastolo è stata fatta giustizia?

«Neanche dieci ergastoli potranno ridarmi Sara, ma è importante che sia stato riconosciuto che, prima di essere uccisa, mia figlia ha dovuto anche subire atti persecutori e violenza psicologica».

Cosa ricorda di quella terribile notte di tre anni e mezzo fa?

«Tutto, nei minimi particolari e questo mi provoca un dolore disumano, lacerante, immutabile. Sono stata tra le prime persone ad arrivare sul posto dove Paduano ha ucciso Sara dandole poi fuoco, e la scena che ho visto era terribile: la mia auto era completamente carbonizzata, i pompieri avevano spento da pochi minuti l’incendio. Ricordo di aver avuto un attimo di speranza visto che all’interno dell’auto non c’era nessuno. Mentre mi stavo allontanando per continuare a cercare mia figlia ho visto i vigili del fuoco che si fermavano perché, poco distante, sul ciglio della strada c’era un nuovo principio d’incendio: sono scesa ed ho riconosciuto il corpo di mia figlia che stava bruciando. Le forze dell’ordine non mi hanno permesso di avvicinarmi, ma io ho riconosciuto Sara dai pantaloni, dalle scarpe, era proprio lei, lì tra le fiamme, mentre i suoi capelli biondi fluttuavano nell ’ aria».

Cosa pensava di Paduano quando frequentava Sara?

«All’inizio si è dimostrato il fidanzato perfetto. Poi però, Sara era entrata in uno stato di sofferenza. Ho compreso dopo lo strazio che era costretta a subire, leggendo i messaggi che si scambiavano: dopo tre, quattro mesi dall’inizio del loro rapporto, lui era diventato ossessivo, voleva

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sempre sapere dov’era, con chi era e cosa stesse facendo. Inoltre, faceva il possibile per allontanarla da noi familiari e dalle sue amicizie. La stava uccidendo lentamente, le stava togliendo la gioia di vivere, cercava di farle perdere fiducia in se stessa»

Cosa pensa ora di Paduano?

«Lo vedo come un manipolatore crudele e anaffettivo. La sua difesa ha puntato sul fatto che fosse vittima della sua gelosia. Ma in questi casi non esiste nessuna forma di amore ma solo volontà di possesso. Quella di Vincenzo era una persecuzione vera e propria e il delitto che ha compiuto è stato premeditato».

Paduano ha cercato di cancellare Sara con le fiamme e lei ha parlato di una scritta “premonitrice” sul fuoco riguardo un saggio di ballo che doveva fare Sara, cosa intende?

«Sara avrebbe dovuto interpretare la Regina del fuoco nel saggio di danza che stava preparando. Inoltra la sua canzone preferita era quella di Ligabue nel cui ritornello si dice “Ti brucerai piccola stella senza cielo”. Vincenzo era molto infastidito per questo saggio perché ha sempre avversato la passione di Sara per la danza, che la portava spesso ad allenarsi o esibirsi con ballerini, e ritengo che le abbia dato fuoco come una sorta di sfregio, cercando di cancellare proprio la parte superiore del corpo, il volto, come a distruggerne 1 ’ identità».

Paduano però non ha mai detto perché ha ucciso Sara.

«Mia figlia è stata uccisa perché non riconosceva più il ruolo di padrone di Vincenzo e voleva rifarsi una vita senza di lui. Sono convinta che non volesse stordirla prima, ma bruciarla direttamente, darle fuoco mentre era in macchina, farle sentire il dolore. “Ti rovino la vita a te e a lui ! Tu devi soffrire come stai facendo soffrire me”, le aveva scritto in un sms prima di ucciderla. Sara però, quella sera è uscita dalla macchina e allora lui l’ha soffocata prima di darle fuoco».

Paduano dice di essere pentito per quello che ha fatto, si è scusato e in aula ha pianto, potrà mai perdonarlo?

«Credo che per arrivare a un pentimento vero Paduano dovrà essere aiutato in un percorso, perché da solo non può farcela: nei messaggi che mandava a Sara gli diceva che lui era in grado di amare solo in questo modo. In aula ha pianto, ma per se stesso, per la pena inflittagli. Deve essere difficile per lui perdonare se stesso, figuriamoci se possa farlo io. Sara era la mia bambina, e aveva tutta la vita davanti a sé».

Chi era Sara e che progetti aveva per il suo futuro?

Era una ragazza speciale, vivace, dolce e riflessiva, piena di gioia di vivere e interessi che ha sempre coltivato con serietà e determinazione, con un cuore grande. Andando avanti con l’età, il mio terrore è quello di dimenticare i particolari di mia figlia: il suo viso, il suo sorriso, il suo odore. Ed è anche per questo, per far rivivere il suo ricordo, che ho fondato con altre nove donne l’Associazione Cassandra D, con la quale sono impegnata nel supporto a persone vittime di violenza, isolamento, stalking e discriminazione».