Lutto atroce nel mondo dello sporti: Dwight Ritchie, conosciuto nell’ambiente della boxe con il soprannome di “Cowboy”, è morto a soli 27 anni. Ritchie era un campione, il campione. Australiano fino al midollo, il ragazzo si stava allenando sul ring a Melbourne insieme a Michael Zerafa quando è stato colpito da un pugno allo stomaco, che gli è stato fatale. Dopo averlo ricevuto, Richie ha raggiunto il suo angolo ed è crollato a terra privo di sensi.
La notizia della sua scomparsa è stata data dal suo coach Jake Ellis tramite Facebook, lanciando una raccolta fondi da destinare ai tre figli del pugile. “E’ impossibile accettare questa tragica notizia – si legge nel post -. Dwight sarà sempre ricordato dalla famiglia della boxe come uno dei talenti più brillanti in Australia, il suo stile sul ring incarnava esattamente il modo in cui viveva”. Ritchie stava aiutando il suo compagno a prepararsi per il secondo incontro contro Horn.
Il 27enne aveva recentemente perso un incontro con Tim Tszyu per il titolo superwelter Ibf dell’Australasia. Nella sua carriera da professionista aveva collezionato 19 vittorie e 2 sconfitte. La sua non è stata una vita facile. Appena nato aveva anche superato il cancro, uno a sei mesi e uno a 18 mesi e avrebbe potuto diventare un criminale se lo sport non lo avesse allontanato dalle cattive amicizie che si era fatto. Continua a leggere dopo la foto
“Non fossi stato un pugile ora sarei in carcere al cento per cento”, aveva detto in una recente intervista. Nel mondo della boxe, la morte di Ritchie è l’ultima di una triste serie. Questa disciplina infatti, negli ultimi mesi ha dovuto dire addio a molti dei suoi campioni: almeno tre sono deceduti dall’inizio del 2019 negli Stati Uniti, l’ultimo dei quali ad ottobre. Continua a leggere dopo la foto
Si tratta di Patrick Day, scomparsa dopo essere stato in coma per tre giorni dopo aver ricevuto un ko sul ring. Un grande sportivo se ne va, ma soprattutto un marito e un papà di 3 bimbi. Speriamo che la raccolta fondi sia abbastanza.