Gianni Morandi, innamorato pazzo della moglie Anna

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L’entusiasmo è sempre al massimo, come  pure la capacità di toccare le corde dell’anima di chi lo ascolta cantare. Emozionare è quello che Gianni Morandi sa fare meglio. E gli riesce splendidamente anche in Stasera gioco in casa Una vita di canzoni, spettacolo in 21 date che ripercorre la sua storia attraverso i successi più celebri. Ha appena debuttato al Teatro Duse di Bologna davanti a un pubblico in delirio, alla sua famiglia e alla moglie Anna. La donna che lo affascinò 25 anni fa con i suoi occhi verde mare e che ancora oggi lui cerca tra la gente, nella prima fila in platea, per sentirsi bene, appagato, a casa.

«Anna è un regalo splendido che la vita mi ha fatto. Sin dall inizio del nostro rapporto ho capito che era speciale, che tra noi c era un’attrazione fortissima. L’ho conquistata con una corte elegante, all’antica, un po’ come sono io. E ancora oggi, dopo tanti anni insieme, la corteggio ancora», confida Morandi. «Mi piace farle regali, senza un perché: un mazzo di fiori, un bigliettino lasciato per casa, un sms quando sento la nostalgia, una tazza di caffè mentre è impegnata al computer o la proposta improvvisa di un breve viaggio, quando si può. Sono attenzioni importanti, che mantengono vivo il rapporto. Il nostro è un amore consapevole, mai spento, capace di sorprenderci ancora. Ridiamo tantissimo e ci prendiamo anche molto in giro. Lei prova a insegnarmi a cucinare, io la porto in giro in bicicletta e a fare la maratona di New York, anche se poi io corro e lei mi segue camminando… Ma soprattutto Anna mi ha trasmesso il valore della leggerezza, della serenità da ricercare ogni giorno. E poi è la mia fotografa ufficiale sui social», sorride il cantante, che vanta un milione e centomila follower su Instagram e quasi tre milioni su Facebook.

Gianni ha la voce squillante e guizzante che aveva a vent anni, la stessa con la quale conquista il pubblico da oltre mezzo secolo. «Ho iniziato da ragazzino e ricordo che mio padre, che faceva il ciabattino, era un po’ scettico sulla strada che volevo percorrere: pensava che cantare e fare musica non fossero mestieri. “Fallo il sabato e la domenica, poi torna qui a lavorare”, mi diceva. Quando sono entrato nel Teatro Duse, lo stesso dove mi esibisco ora, non avevo 20 anni, mi tremavano le gambe, e un po’ mi tremano ancora. È come se dopo un lungo viaggio fossi ritornato dove sono partito. Sembra di ritrovare il calore familiare dopo un’assenza». Bologna è casa per Morandi. «Sono tornato per amore di Anna dopo tanti anni a Roma. Sapevo che se volevo lei dovevo tornare qui».

E ancora: «Averla accanto mi ha permesso di ritrovare un nuovo slancio, rinnovare energia e forza che mi hanno portato a fare cose importanti, le più significative della mia carriera: il Festival di Sanremo, le fiction Tv come L’isola di Pietro e anche questo  show che porterò avanti fino al 26 gennaio. Ma soprattutto è con Anna che ho scelto di allargare la famiglia». Ne parla con orgoglio, Gianni. «Ho la fortuna di avere tre figli e cinque nipoti. Ci si ritrova spesso e quello è il momento che vivo più intensamente: respiro energia pura».

Il talento è presente in gran quantità in casa Morandi. «La mia primogenita Marianna era una brava attrice, ha fatto teatro e fiction, poi ha scelto di dedicarsi ai due figli; Marco fa Fattore, canta, suona in una band, fa spettacoli ed è un bravissimo papà; Pietro è di indole molto indipendente e sta seguendo un percorso tutto suo con il rap [è conosciuto come Tredici Pietro, ndr]». A chi lo definisce un “figlio d arte”, nei giorni scorsi il rapper ventiduenne – anche lui ora in tournée – ha risposto così: «Non lo sono più di tanto. Mio padre canta, io rappo. Ho cercato di muovermi sempre con le mie forze nel mondo dell’hip hop, dove non basta avere un cognome importante. Ce la fai solo se funziona il tuo pezzo».

Poi c’è Paolo, 24 anni, figlio di Marianna e Biagio Antonacci, che ha scritto una ballata per nonno Gianni: s’intitola Stasera gioco in casa e ha ispirato lo show teatrale. «Non avrei mai immaginato di cantare una canzone di mio nipote», ammette Morandi. «Gli chiesi quasi per scherzo di scriverne una. Volevo un brano che fissasse questo mio importante ritorno nella città dalla quale sono partito. Lui è stato eccezionale, cercando metafore che hanno il sapore di un rientro a casa, dove si coltivano i sentimenti più profondi. Sapevo che Paolo è talentuoso come autore, ha scritto per Renga, Ramazzotti, Nek e altri, ma è riuscito a sorprendermi. Cantando la sua canzone ho provato un brivido. Mi sono emozionato». E lo sguardo di Anna era lì, brillante, davanti al suo.