Cassazione conferma la condanna a 30 anni per Veronica Panarello: “È l’assassina di Lorys”

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La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni di carcere stabilita nei due precedenti gradi di giudizio per la 31enne di Santa Croce Camerina che nel 2014 ha assassinato, strangolandolo, il figlioletto, Andrea Lorys Stival di 8 anni. Veronica Panarello è l’assassina di suo figlio Lorys.

Veronica Panarello è l’assassina di suo figlio Lorys. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni di carcere stabilita nei due precedenti gradi di giudizio per la 31enne di Santa Croce Camerina che nel 2014 ha assassinato, strangolandolo, il figlioletto, Andrea Lorys Stival di 8 anni. Veronica ha appreso la decisione dal carcere Le Vallette, dove è reclusa a Torino. Stamane è stata chiesta la condanna a 30 anni.

Lorys Stival è morto la mattina del 29 novembre 2014, strangolato, secondo quanto stabilito dalla ricostruzione processuale, con una fascetta da elettricista. Il piccolo è stato creduto scomparso per diverse ore, fin quando, del tutto casualmente, il suo corpo è stato scoperto da un cacciatore in un canalone alla periferia di Santa Croce, dove era stato abbandonato lo stesso giorno del delitto. Il piccolo Lorys aveva i pantaloni calati, un particolare che in quei momenti fece pensare a un rapimento a scopo di pedofilia, ma che presto si rivelò un inutile tentativo di depistaggio.

Non solo Lorys non aveva subito abusi, ma sul suo corpo non sono state trovate traccia di violenza da parte di estranei. L’autopsia stabilì che il piccolo era morto per strangolamento. Circa un mese dopo i fatti fu arrestata Veronica Panarello, principale sospettata del delitto. Contro di lei le immagini della videosorveglianza che smentivano la sua versione dei fatti. Quella mattina, infatti, Veronica non accompagnò Lorys a scuola come raccontato agli inquirenti.

Dopo aver fornito diverse versioni dei fatti, in cui ammetteva comunque l’occultamento del corpo, Veronica disse di voler finalmente rivelare il nome del vero assassino di Lorys e puntò il dito contro il suocero, Andrea Stival. Veronica disse di aver avuto una relazione intima con il padre di suo marito Davide Stival e accusò il nonno di Lorys di aver voluto uccidere il nipote perché tacesse sulla loro relazione, che aveva scoperto per caso. Le indagini della Procura scagionarono completamente Stival, tanto da fare partire l’accusa di calunnia a carico di Veronica.

Finita al centro di un caso mediatico che ha acceso i riflettori sulla vita di provincia del piccolo comune a pochi chilometri da Ragusa, Veronica è diventata anche la protagonista di racconti da rotocalco sulla sua vita precedente, sui contrasti familiari con la madre e le sorelle e sul difficile rapporto con la famiglia di origine. Il processo, alla fine, ha decretato la condanna a 30 anni per omicidio e occultamento di cadavere pur senza fornire un movente significativo sul delitto. Per la sentenza Veronica avrebbe ucciso Lorys in preda alla rabbia scatenata dal rifiuto del piccolo di andare a scuola.