Antonella Clerici e Carlo Conti, la finale de Lo Zecchino d’Oro verrà trasmessa in prima serata su RaiUno. E sapete chi ha scelto i brani in gara?

Questo articolo in breve

Al fianco dell’amica Antonella Clerici, Carlo Conti condurrà la finalissima della sessantaduesima edizione de Lo Zecchino d’Oro, la storica kermesse canora dedicata ai più piccoli di cui il conduttore toscano è direttore artistico. Entusiasta per questa avventura a stretto contatto con il mondo dei più piccoli. Conti ci svela di aver avuto un collaboratore d’eccezione, che lo ha aiutato a scegliere le canzoni in gara.

Con quali emozioni affronta questa nuova edizione de Lo Zecchino d’Oro?

«E il mio terzo, anno come direttore artistico di questa kermesse e sono felicissimo. È una vera gioia per me aver guidato le due manifestazioni canore più importanti del nostro Paese: quella dei grandi, Sanremo e quella dedicata ai più piccoli. Lo Zecchino conserva il suo spirito originario: in gara sono esclusivamente le canzoni e non i loro interpreti».

Che cosa le ha insegnato Lo Zecchino?

«A nutrire e coltivare costantemente la speranza di restare un po’ bambini. E bello pensare di poter recuperare quella schiettezza e quell’innocenza dell’infanzia che crescendo, purtroppo, perdiamo».

Per tante ragioni questa è un’edizione un po’ speciale…

«Lo è perché la finalissima toma dopo diciannove anni in prima serata su RaiUno e lo è perché ho voluto dotare questa macchina già così forte di un motore super turbo: la mia amica Antonella Clerici. E la nostra prima volta insieme in un programma io e lei da soli. Nella serata finale, avremo una giuria composta da grandi personaggi del mondo dello spettacolo, tra cui alcuni beniamini dei ragazzi come Alberto Urso e Benji e Fede».

Che cosa può anticiparci a proposito delle canzoni in gara?

«Padre Giampaolo Cavalli, il direttore dell’Antoniano di Bologna, quest’anno m’ha fatto cadere in un trappolone. Mi ha convinto ad ascoltare le canzoni proposte da cui sarebbero state scelte poi le dodici in gara. Immaginavo fossero una trentina… In realtà, ho ascoltato ben ottocentosessanta brani! Per fortuna ho avuto un insperato aiuto da patte di un collaboratore d’eccezione».

Di chi si tratta?

«Mio figlio Matteo. Quando ascoltavo i brani a casa, capitava che sentissi la sua voce che d’improvviso gridava: “Questa sì che è bella, babbo!”. Ecco, qualora le canzoni non vi piacessero, sapete con chi prendervi (ride, ndr)».