Giulia Muttoni, ragazza lecchese di 21 anni che studia Scienze infermieristiche all’Università Bicocca di Milano e fa la volontaria alla Croce rossa, ha donato il suo midollo osseo al papà, malato, raccontando il suo gesto su Facebook con un post e una foto divenuti virali: “21 anni fa mio papà mi ha dato la vita, io, ora, la ridò a lui. E, fidatevi, non esiste gioia e soddisfazione più grande”. La sua è una di quelle storie che infondono speranza e gioia e fanno vedere il lato migliore del Paese.
Ci sono storie che bisogna raccontare perché infondono speranza e gioia, nonostante un quadro generale che sembra improntato solo al pessimismo.
Nella foto si vede la 21enne sorridente sul letto dell’ospedale in cui ha donato il midollo: “Non si può descrivere quanto io abbia provato nel vedere la sacca che si riempiva di tante celluline, pronte ad entrare nel corpo di mio papà, armate come soldatini per andare a combattere contro la sua malattia. Una poltiglia rossastra, composta da 560 milioni di cellule staminali, che significa Vita, Speranza, Guarigione. È strano rendersi conto che la vita di una persona dipende dalla tua; si crea un rapporto viscerale, fortissimo, esclusivo”.
In verità sono tanti in questi giorni i giovani che si sono mostrati sensibili al tema della donazione di midollo osseo, soprattutto a seguito della vicenda di Alessandro Maria, il bimbo di un anno e mezzo affetto da una malattia genetica rarissima per il quale è scattata una vera e propria corsa contro il tempo. Migliaia di ragazzi e ragazze in tutta Italia si sono messi in fila nei giorni scorsi presso gli stand allestiti dall’Admo per trovare un donatore compatibile con il bimbo. Il gesto di Giulia va nella stessa direzione: oltre a un’Italia che litiga e odia c’è anche un Paese migliore nel quale continuare a sperare.