Rovazzi e Karen, lei è la sua fata turchina

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Supereroi, super poteri, conflitti intergalattici ed effetti speciali. Le scene sono quelle di Captain Marvel. Sul tappeto rosso dell’anteprima cinematografica, con un gruppo di amici, ci sono Fabio Rovazzi e Karen Rebecca Casiraghi, youtuber dai capelli color celeste cartoon, una quindicina di tatuaggi e lo sguardo intenso in tinta con la chioma. Era primavera.

Il loro primo incontro è avvenuto così, al cinema. Ma il gioco del caso ha preso pian piano quota fino a diventare una favola moderna. «Ricordo che quella volta abbiamo parlato parecchio, ma entrambi eravamo sentimentalmente impegnati. Solo quando siamo stati liberi, e dopo che lei mi aveva scritto su Internet, l’ho invitata a bere qualcosa. Abbiamo chiacchierato per due ore, ci siamo scambiati consigli di lavoro e ci siamo salutati.

Ma appena mi sono chiuso la porta di casa alle spalle, ho chiamato un taxi e sono tornato da lei: non ci siamo più separati», confida il cantante-videomaker, creatore di hit ballate da tutti. Per la prima volta posa con la sua metà, la sua fata avvolta da una nuvola azzurra, e confida: «La convivenza è arrivata subito come la cosa più naturale, d’altronde io sono sempre in giro, lei mi segue, ma avere una base comune aiuta. Siamo insieme da sette mesi, stiamo bene e siamo così uniti che a volte penso ci piacerebbe fonderci, essere davvero una cosa sola». L’artista più eclettico del momento è sorprendente quando parla. Dimostra più dei suoi 26 anni, per il modo in cui affronta gli argomenti e li approfondisce.

E quando racconta della donna che gli siede accanto è schietto e convinto: «Senza Karen mi sento perso. Quando siamo in mezzo a tanta gente, invece di guardarmi attorno cerco lei. E quando la trovo sto bene. È una donna pazzesca, di rara ironia. È stata capace di tirare fuori il mio lato umano. Per un periodo, prima di incontrarla, il lavoro era il 99 per cento della mia esistenza. Ero una specie di vecchio monotematico che rincorreva con perseveranza la perfezione. Karen, con il suo carattere dolce e irruento, capace di confrontarsi su tutto e di tenermi testa, mi ha dato serenità e grandi orizzonti.

E anche se resto un metodico-meticoloso-perfezionista, ho un nuovo equilibrio». Karen lo guarda, sorride: «Da bambina ero di una timidezza esorbitante, tanto da essere presa in giro costantemente. Ho sofferto il bullismo per questo e, per un desiderio di riscatto e di rivincita, ho iniziato ad avere un canale su YouTube nel quale riversare idee, pensieri, provocazioni. Prima di conoscere Fabio ero istinto puro, ora penso di più prima di agire. Per osmosi sto acquisendo il senso di responsabilità che lui ha nei confronti della gente che lo segue. E, visto che dorme quattro ore per notte, sto iniziando a essere meno pigra e a non addormentarmi a comando come facevo prima», scherza.

«Stargli accanto mi arricchisce e mi confonde: ogni giorno mi fa scoprire una professione, una passione che vorrei approfondire: lui è poliedrico, ha mille interessi, è infaticabile e non smette mai di creare, pensare, scrivere, filmare, registrare». Rovazzi è così: iperattivo ed esuberante. Da bambino adorava montare e smontare computer, faceva gli origami, sapeva a memoria le battute di Star Wars e con la mini telecamera del padre Stefano riprendeva gite e vacanze e realizzava filmini. E ora che ha scalato le hit e ha conquistato il mondo e ogni generazione, dalle nonne ai nipotini, non solo sta scrivendo un film d’azione, una action comedy, ma aggiunge un altro tassello al suo palmares di successi: il 9 gennaio sarà nella prima puntata di Don Matteo 12, accanto a Terence Hill, che ha partecipato, tra gli altri, al suo cortometraggio Senza pensieri.

«Terence è un’icona, uno di quei personaggi mitici con i quali sono cresciuto. Averlo in un mio video era un sogno: gliel’ho buttata lì, ha accettato. E ora sono io che partecipo alla fiction che lo vede protagonista assoluto», svela Rovazzi. I grandi lo affascinano: Pippo Baudo, Al Bano, Gianni Morandi… «Sono pezzi di storia, personaggi immensi che possono insegnarti molto. Lo scambio di opinioni con loro è nutrimento per la creatività. Io esco, parlo e mi confronto con chiunque: con i ragazzi riesco a essere il più buffone di tutti, con i manager di aziende, per i quali scrivo i testi delle pubblicità che poi interpreto, sono serissimo.

E poi mi diverto con i grandi artisti assieme ai quali invento gag e video, come quella di Will Smith che si lava i denti nella mia camera d’albergo », scoppia a ridere Fabio. A Sanremo, nel 2019, hai condotto le serate dedicate ai giovani. «Era la mia prima volta da conduttore: quell’esperienza mi ha conquistato, mi ha aperto un mondo che vorrei ritrovare». E questo Sanremo? «Se ci fosse l’occasione di portare sul palco qualcosa di bello, per divertirmi e divertire, mi farebbe molto piacere». Mentre parla, Fabio gesticola e all’anulare sinistro brilla una fede. «È un regalo di Karen. Me l’ha dato all’inizio del rapporto con un mazzo di fiori.

All’interno della fede c’è incisa una frase bellissima che non svelerò». Anche lei ne ha una simile. «È un dono di Fabio, uno dei tanti che mi fa. Per il mio compleanno mi ha portata a New York, a sorpresa. Fino a che non mi sono seduta in aereo non conoscevo la destinazione», racconta con emozione. «Durante il viaggio ha ripreso tutto e mi ha coinvolta. Ci piacerebbe fare qualcosa insieme, un blog di coppia, per esempio». Fabio annuisce: «A oggi, in Italia, non ci sono tanti personaggi con tutte le caratteristiche di Karen: spontaneità, intelligenza, autoironia, un fare da maschiaccio mixato a dolcezza e imprevedibilità.

Sono innamorato, ma con obiettività dico che lei è unica nel suo genere, la vedrei bene anche come attrice. A volte, scherzando, le dico: “Sei un po’ come Jennifer Lawrence, che vince l’Oscar e poi, emozionata, inciampa sulle scale prima di ritirare la statuetta». Ridono. Lui le accarezza la testa, lei gli prende la mano. Scusa, Fabio, ma tu che cosa hai fatto incidere nel suo anello? «Nulla. Nessuna frase. Ho qualche problemino con il “per sempre”. Sono un tipo piuttosto indeciso. O forse lo sono stato. Karen mi ha migliorato anche in questo ». Ma non si pensi che tra loro due siano solo rose e fiori. C’è una cosa che Rovazzi non farebbe mai, nemmeno per lei. «I tatuaggi! L’ho detto, sono un eterno indeciso, potrei cambiare idea, stufarmi. Ne ho solo uno, involontario: quando ricaricavo le stampanti a inchiostro mi si è bucato il dito». Karen ride: «Dai amore, un bel dragone sulla schiena… ti vedrei bene», e strizza l’occhio: «Prima o poi lo convinco».