Joaquin Phoenix attende l’Oscar per Joker e racconta il suo dolore

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Ci sono emozioni così dolorose che descriverle è impossibile. Nel tempo si attenuano, si addolciscono, ma restano sempre dentro di noi.

Lo sa bene Joaquin Phoenix, candidato al Premio Oscar 2020 come miglior attore per l’intensa interpretazione nel film Joker, che non ha mai smesso di soffrire per la perdita del fratello River, avvenuta oltre 26 anni fa davanti a un locale notturno di Los Angeles per un’overdose dovuta a un mix di alcol, farmaci e droghe.

L’attore, che per la sua recitazione straordinaria nella parte del clown Arthur Fleck ha conquistato il premio Golden Globe, ha parlato del fratello in una lunga intervista rilasciata all’emittente americana Cbs. Nel video, accanto a lui, compaiono la madre Heart e le sorelle Rain, 47 anni, Liberty, 43, e Summer, 41, a cui l’attore, riservato e introverso, è legatissimo.

Nessuno di loro ha mai dimenticato River. «Prima o poi il dolore passerà», ha detto la madre Heart davanti allo sguardo attento di Joaquin. «Non c’è un limite di tempo, non c’è un luogo. So solo che succederà: all’improvviso me ne accorgerò. E darò il benvenuto a quel momento».

Quella maledetta sera, il 31 ottobre 1993, Joaquin, che aveva solo 19 anni, era uscito con il fratello River, più grande di lui di quattro anni, e la sorella Rain, allora ventunenne, per trascorrere una serata al Viper Room di Los Angeles, locale di proprietà di Johnny Depp. River, giovanissimo eppure già un’icona del cinema, avrebbe dovuto esibirsi assieme alla band Red Hot Cilly Peppers.

Quando arrivò, però, aveva già bevuto molto alcol e assunto droghe, tra cui eroina e cocaina. Poco dopo iniziò a sentirsi male, fino a contorcersi per le convulsioni. Fu Joaquin ad avvisare i soccorsi, ma inutilmente, perché River cessò di vivere poco dopo, davanti ai suoi occhi increduli e disperati.

La registrazione della straziante telefonata al 911, in cui con la voce rotta dall’emozione Joaquin grida: «Venite, vi prego. Sta male, sta morendo», fu in seguito trasmessa da molte radio e televisioni americane. Joaquin, turbato e amareggiato per l’atteggiamento invadente e poco rispettoso dei media, decise di allontanarsi da Hollywood e di abbandonare la carriera di attore, nonostante avesse già al suo attivo ben 18 lavori, tra film e spettacoli televisivi. «La scomparsa di mio fratello, resa pubblica in quel modo, ha avuto un effetto destabilizzante per la nostra famiglia», ha dichiarato.

River, che pur giovanissimo godeva già di una forte notorietà e aveva recitato in molti film – tra cui Stand by me – Ricordo di un’estate (1986), Indiana Jones e l’ultima crociata (1989), Vivere in fuga (che nel 1988 gli ha fatto conquistare la nomination agli Oscar come miglior attore non protagonista) e Belli e dannati (1991) – era considerato uno dei giovani più promettenti di Hollywood. «Aveva un grande talento, ma noi non eravamo consapevoli della sua notorietà.

La mia famiglia non guardava le trasmissioni televisive né i giornali», ha proseguito Joaquin. «Subito dopo la sua scomparsa, attraversammo un momento molto doloroso. Ci sentivamo vulnerabili: la nostra casa era sorvolata dagli elicotteri e c’erano perfino persone che tentavano di entrare di nascosto nella nostra proprietà. Sentivo che tutto questo mi impediva di elaborare il lutto.

Ero in uno stato di coscienza alterato. Ho impiegato un anno a riprendere il controllo della mia vita», ha detto Joaquin, che da allora continua ad avvertire intensamente, accanto a sé, la presenza del fratello scomparso. «River era una persona magnifica, un attore eccezionale.

Devo a lui se oggi sono diventato l’interprete che sono», ha spiegato. «Sento che in qualche modo, in ogni film che ho girato, c’era una connessione con lui. Tutti, nella mia famiglia, abbiamo percepito la sua presenza e la sua guida nelle nostre vite, in molti modi».

È stata l’insistenza di River a spingere il fratello a intraprendere con più motivazione la carriera di attore. Joaquin, all’età di 15 anni, aveva già recitato in vari film, l’ultimo dei quali Parenti, amici e tanti guai (1989). Nonostante il successo, però, aveva chiesto una pausa dai set perché deluso dalla scarsità di ruoli impegnativi per ragazzi della sua età. Ma River riteneva che questa scelta non fosse giusta. «Un giorno, entrò in casa eccitatissimo e mi mostrò la videocassetta di un film che aveva appena visto: era Toro scatenato, con Robert De Niro, diretto da Martin Scorsese. «Lo abbiamo guardato insieme.

La mattina dopo mi ha svegliato e me lo ha fatto rivedere. Mi faceva notare i dettagli della recitazione che secondo lui facevano la differenza. Credo che questo abbia risvegliato qualcosa dentro di me: all’improvviso ho guardato attraverso i suoi occhi e ho capito », ha raccontato Joaquin. «Poi mi ha detto: “Devi tornare a recitare. Questo è quello che farai. Sarai un attore migliore di me”. E io oggi mi sento in debito con lui, perché recitare mi ha regalato una vita incredibile. Ora più che mai vorrei poter parlare con River. Se lui fosse qui, probabilmente ci racconteremmo di come sia meraviglioso avvicinarsi insieme ai 50 anni»