Coronavirus, la bruttissima voce: medici e ricercatori censurati dal Governo. La soffiata spaventosa

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Coronavirus, la situazione è seria, molto seria. E le voci che sanno circolando in queste ore sono davvero terribili. A pubblicare le chat di un gruppo Wechat chiamato “University of Whuan, clinic 2004” è il quotidiano La Stampa. I messaggi sono datati 30 dicembre e si legge quanto segue: “Confermati 7 casi di Sars provenienti dal mercato di frutta e pesce” scrive Li Wenliang. Poi uno scambio di messaggi. E un ultimo messaggio, chiarissimo: “Confermato che si tratta di coronavirus, ora stiamo cercando di identificarlo, fate attenzione,

proteggete le vostre famiglie”. In pratica già dal 30 dicembre era chiaro che si trattasse di Coronavirus. Ed era chiaro che tutti dovessero stare attenti. Ma non è finita, anzi, questo è solo l’inizio. Due settimane dopo quello scambio di messaggi, per la precisione il 15 gennaio, una famiglia si presenta all’ospedale di Wuhan con nausea e forti dolori alla pancia. Ma non succede nulla. Nel senso che non vengono prese precauzioni.

 

Eppure dalle chat di dicembre era chiaro che le persone erano state allertate. E che il pericolo è stato sottovalutato. O meglio, censurato dalle autorità cinesi. La Stampa ricostruisce i passaggi della chat. “Confermati 7 casi di Sars provenienti dal mercato di frutta e pesce” si legge nella chat del 30 dicembre. Quindi Li Wenliang mette in chat la diagnosi e le foto dei polmoni di alcuni pazienti. E scrive ancora: “I pazienti sono ora isolati nella sala di emergenza”.

Nella stessa chat, dopo un’ora, arriva un altro messaggio, di un altro componente della chat: “Stai attento, il nostro gruppo wechat potrebbe essere cancellato”. Poi un ultimo messaggio di Li: “Confermato che si tratta di coronavirus, ora stiamo cercando di identificarlo, fate attenzione, proteggete le vostre famiglie”. Cosa sconvolge di questa chat? Che Li è un medico, e il gruppo wechat è composto dai laureati nel 2004 all’Università di Whuan. Ma non è finita. Il 3 gennaio alla porta del medico bussa la polizia e gli consegna una “nota di ammonizione”.

Cosa c’è scritto: “Stai diffondendo parole non veritiere in rete. Il tuo comportamento ha gravemente disturbato l’ordine sociale. Hai violato il regolamento dell’amministrazione della pubblica sicurezza”. Insomma, il governo cinese ha tentato di mettere a tacere la scoperta del medico. Ma la notizia del coronavirus si è diffusa lo stesso.
Il problema? Il Governo cinese confermerà che il virus può diffondersi da persona a persona solo il 20 gennaio. Ma ormai è tardi: il 22 gennaio ci sono oltre 570 casi confermati e le morti salgono a 17.