Certe cose non ho mai accettato di raccontarle fino in fondo. Forse per pudore, per dolcezza, forse perché quando si soffre si è sempre un po’ in imbarazzo…», mi ha raccontato Angela Brambati, “la brunetta” dei Ricchi e poveri, durante un lungo viaggio in macchina che in passato abbiamo fatto insieme. Il tema del suo sfogo, del suo racconto, oggi è attualissimo. Sul palco del settantesimo Festival di Sanremo, infatti, è tornata a cantare al fianco di Angelo Sotgiu, di Franco Gatti ma soprattutto ha perdonato ufficialmente Marina Occhiena, la cantante che nel 1981 ebbe una storia con suo marito e le distrusse la vita.
Di quella vicenda, del perché il gruppo da quartetto si trasformò in un terzetto, nei giorni di Sanremo si è detto molto. Di giusto e di sbagliato. Il racconto di Angela è, di fatto, quello che fuga ogni dubbio. D più drammatico. Perché lei ha pagato in prima persona quello che fii definito “tradimento”. Quello del marito e quello, soprattutto, di Marina, la sua amica più intima, la donna con cui divideva la stanza d’albergo durante i trasferimenti, la sua confidente. Uno strazio con cui Angela Brambati ha vissuto per circa quaranta anni e che si è concluso finalmente sul palco del settantesimo Festival di Sanremo.
«Prima del 1981, noi Ricchi e poveri eravamo in quattro e, senza mai vincere, tra il 1970 e il 1980 prendemmo parte a Sanremo per sei volte, ha raccontato Angela, “la brunetta” dei Ricchi e poveri. Ognuno di noi aveva la sua vita privata. Io mi innamorai di un maestro di sci che avevo conosciuto a Courmayeur, in provincia di Aosta. Fu amore a prima vista, ci sposammo e nel 1976 nacque Luca, il mio unico figlio: il mio successo più grande. Nell’inverno del 1980 il cantante Pupo ci disse: “Ho scritto Sarà perché ti amo, una canzone perfetta per voi”.
Ci lavorammo molto, decidemmo di portare quel brano a Sanremo nel 1981 e iniziammo a provare insieme, tutti e quattro. Andammo avanti fino a quando scoprii che Marina e mio marito avevano una storia. Tralascio i dettagli, però mi cadde il mondo addosso. Nella mia vita penso di non avere mai sofferto così tanto. Mi chiedevo perché fosse successo, non mi davo pace».
Continua Angela Brambati: «Per carità, ci si può innamorare di un uomo sposato, ma a tutto c’è un limite. Quando c’è di mezzo un bambino piccolo, un figlio che ha solo cinque
anni, bisognerebbe avere la forza di tirarsi indietro.
I bambini non si toccano, mai, perché la loro sofferenza vale il doppio. Ero a pezzi, il mio mondo perfetto era andato in frantumi. Non potevo crederci, non riuscivo a crederci. E in più Sanremo era alle porte. Malgrado fossi a terra, lo spettacolo doveva andare avanti. Con la morte nel cuore, continuai comunque a fare le prove. Per un po’. Perché poi non ce la feci più. Crollai. Chiesi di lasciare il grappo. Non dormivo, il dolore mi consentiva appena di respirare.
Ma non avevo colpe, non potevo averne. Angelo e Franco capirono la situazione, insieme con i discografici fu presa una decisione. Avremmo fatto Sarà perché ti amo senza Marina Occhiena. Quel brano divenne il nostro cavallo di battaglia. Fu un successo che, in tutto il mondo, vendette oltre sette milioni di dischi. Ma non bastò a farmi stare meglio. Persi la fiducia negli uomini. Persi la fiducia nell’amore. Persi la fiducia nell’amicizia.
E non solo. Nel corso delle vicende legali che seguirono, mio marito prese nostro figlio e con lui scappò in una baita, dove vissero insieme per cinque mesi. Poi per fortuna i carabinieri li trovarono. Marina non mi ha mai spiegato che cosa la spinse ad avere una storia con un uomo che non era il suo. Forse, se mi avesse parlato, avrei provato a capirla. Invece nulla, solo silenzi…».
Quando Marina fu invitata ad abbandonare i Ricchi e poveri, lasciò anche Genova e andò a vivere prima a Milano e poi a Roma.
Incise singoli di poco successo fino a quando conobbe un ginecologo, Giuseppe Giordano, che sposò e da cui ebbe un figlio. Prima ancora di questo Festival, i Ricchi e poveri si rividero in una occasione drammatica, al funerale di Alessio, il figlio di Franco Gatti scomparso nel 2013. Quel giorno, tra loro il ghiaccio iniziò a sciogliersi. Qualcosa si mosse fino a quando Angela e Marina tornarono a parlarsi: prima attraverso uno scambio di lettere pubblicate sul nostro Dipiù e poi al telefono. Fino alla pace di questi giorni.