
Daniela è veneta, ha 40 anni, è mamma di due ragazzi adolescenti, separata dal marito, lavora per una ditta di pulizie dove guadagna 800 euro al mese, paga 700 euro di mutuo e si prostituisce, occasionalmente, da dieci anni per assicurare una vita dignitosa ai suoi figli. Come molte sue colleghe è finita nella rete di commenti dei punter che frequentano prostitute e le recensiscono nei siti dedicati.
Daniela è molto ambìta perché è una non-professionista: “ai clienti dà fastidio sapere che vai con troppi uomini. Preferiscono la non professionista, che in genere garantisce qualche bacio, più tempo, un po’ di coccole. Una specie di amante che dura quel tempo lì, non dia pensieri, con la quale magari instauri anche una specie di rapporto”. In questi siti di recensioni, un po’ come avviene nella finanza, sono i clienti che stabiliscono il prezzo e determinano concorrenza. E con una rete di ricatti: “se fai questo per me, o se mi fai uno sconto io parlerò bene di te, se non lo fai, parlerò male”. Oppure: “scrivo questo così faccio perdere clienti all’altra ma tu in cambio mi fai fare sesso senza preservativo”. Dice Daniela: “E’ una mafia, terribile”. Astuzie del commercio che si fanno con oggetti o beni immateriali, ma stavolta di mezzo c’è un essere umano su cui esercitare più o meno soprusi e abusi.
D. Come funziona il ricatto attraverso la recensione on line del cliente (detto anche punter)?
R. Si recensiscono per la maggior parte donne che hanno messo un annuncio su internet, ne valutano uno, decidono che sono interessati, si consultano e postano il link con l’ annuncio. Intervengono quelli che la conoscono magari dicendo che la foto è falsa, e si scambiano le informazioni. Tutto questo sarebbe lecito. In realtà hanno un potere in mano pericoloso perché possono dire qualsiasi cosa. E’ vero che pubblicamente non possono scrivere l’ indirizzo ma si parlano privatamente. In questo modo rimani totalmente esposta, soprattutto se sei una non professionista, come me. Possono decidere di mettere in giro informazioni non veritiere, per esempio che accetti ogni forma di sadomaso, o il sesso anale. Certo, puoi dire di no. Ma se ti rifiuti non vogliono pagare il prezzo che avevi stabilito. Può finire che si vendicano e scrivono cose non vere come “puzzava” o “è svogliata”. Se cerchi di difenderti trovi porte chiuse: devi accettare che si parli di te, perché sei sul mercato. Basta che non violino la privacy e loro sono a posto, ma tu ti trovi in balia di chiunque, diventi un bersaglio. Se qualcun altro scrive per esempio che non è vero, che non è così, allora lo accusano di voler chiedere uno sconto. Ti umiliano, ti deprezzano, e poi arrivano dicendo: “pensavo che eri una non-professionista, invece vai con tutti” Un modo per pagare di meno e chiedere di più.
D. Come fanno i commentatori on line a essere considerati credibili dagli altri?
R. In alcuni siti funziona in base alla quantità documentata di recensioni che lasciano. Così diventi un commentatore credibile: sei uno che ne vede tante. Sono loro che decidono.
D. Quando hai deciso di prostituirti, tu?
R. Ero sposata, da quattro anni. Non ci stavamo più con le spese. Avevo deciso di fare qualche extra. Facevo mille cose e non bastava. Se lavori come donna di servizio per tre ore, se ti va bene guadagni 30 euro. Poi vai dal dentista e ti chiede 150 euro. Alla fine mi sembrava la sola cosa che mi permetteva di assicurare una dignità alla famiglia. Mio marito guadagnava e guadagna ancora molto poco.
D. Si potrebbe anche fare un altro tipo di scelte…
R. Forse. Ma non so più quali: arrivi a queste decisioni che sei stufa perché hai vissuto tutte le difficoltà sulla tua pelle e non vuoi farle rivivere ai tuoi figli. Ma negli anni ’70 le spese erano più contenute e trovavi lavoro, la scuola per esempio ti dava i libri in prestito d’uso. Ora li devi comprare nuovi e quei soldi li devi tirare fuori. Le alternative non per tutti funzionano. Non sono mica andata dall’estetista con i soldi o per togliermi chissà che sfizi.
D. Come facevi quando eri ancora sposata?
R. Andavo in albergo. Poi ho cominciato a casa.
D. Nello stesso letto?
R. Purtroppo sì. E’ stato molto difficile. Ora con mio marito ci siamo lasciati.
D. Con i tuoi figli come fai a nasconderti?
R. Quando vanno a scuola mi lasciano col pigiama, spettinata, e con il letto sfatto. Tornano mi ritrovano col pigiama, il letto sfatto e ugualmente spettinata. Nelle ore in cui non erano in casa mi trasformavo, mettevo i tacchi, della lingerie nera, un po’ di trucco, un po’ di profumo ma non troppo perché quasi tutti i clienti hanno le mogli e si lasciano tracce.
D. Sai che c’è questo disegno di legge per riaprire le case chiuse e far pagare le tasse alle prostitute. Come lo vedi?
R. L’alloggio effettivamente è spesso un problema. Avere un posto dove andare ti permetterebbe di vivere meglio tutto. Ma bisogna vedere quanto costa però! Per quanto riguarda le tasse: va bene per quelle che guadagnano 500 euro a volta. Io non le pagherei mai.
D. Quanto guadagni?
R. 120 euro a cliente, prezzo base poi ci sono variazioni, a seconda delle prestazioni. In teoria si decidono prima. A volte arriva l’operaio, che lo riconosci dalle mani, che cerca di pagare meno… allora magari gli faccio uno sconto. Altre volte arrivano, vogliono pagare poco e dicono “ma non vedi che sei vecchia e che ce ne sono altre meglio di te?”. E io lo so benissimo che è pieno di ragazzine che fanno tutto per poco. Ma lo dico sempre “andate da loro allora!”. Il punto è che vogliono le coccole, attenzioni… Una professionista non te le darebbe mai.
D. Come funziona il negoziato del prezzo?
R. Si stabilisce un prezzo di base. Se te ne vai subito ti chiedo 50 euro. Ma se non mi molli per un’ora e mezza cambia la cifra. Ti chiedono di non gaurdare l’orologio, il sesso anale, di eiaculare in bocca. Soprattutto chiedono di farlo senza preservativo. Ma non devi cedere. Le trasgressioni si pagano. Oppure ti chiedono il fisting… ti viene come minimo la candida e per un mese non puoi fare più niente.
D. Non provi mai ribrezzo?
R. Certo. Spero sempre che si lavino ma spesso non è così. Io lo dico “non ti serve il bagno per una doccia?”. Ma quelli “no l’ho appena fatta”. Per superare il tutto mi metto in “modalità puttana” e spero che finisca presto. All’inzio piangevo. Le fotografie dei miei figli sono la cosa che mi fa continuare quando sono in preda al disgusto. Per esempio quelle che andavano da Berlusconi lo facevano per i vestiti e le scarpe, per me quella non potrebbe mai essere una motivazione sufficiente. Non le giudico per carità. Semmai giudico lui che si è messo nella condizione di farsi ricattare, con il suo ruolo.
D. Hai paura?
R. Eccome. Può succedere di tutto.
D. Ti è mai successo niente?
R. Una volta uno mi ha messo un sacchetto di plastica in testa. Il mio pensiero è andato subito ai miei figli che mi avrebbero trovata morta, nuda con un sacchetto di plastica in testa. E’ stato terribile. Oppure arrivano quelli che vogliono il sadomaso, non ne sono capaci e finiscono solo con riempirti di botte e ferite.
D. I clienti lascerebbero mai il loro nominativo per intestare la fattura?
R. Stiamo parlando di gente che ti supplica di non mettere il preservativo, per 50 euro. Non ne conosco neanche uno che lo farebbe: hanno il terrore di essere scoperti. E poi quanto si deve chiedere allora? 250 euro minimo! E per quanto tempo? Allora devi essere di un giro con i soldi. Quelli che pagano molto vogliono delle modelle bellissime, curatissime, selezionatissime. Giovanissime. Soprattuto. Questo anche perché sono narcisi e hanno bisogno della donna da portarsi in giro come un’automobile.
D. Che raccontano delle loro mogli, i tuoi clienti?
R. Arrivano clienti di due categorie: quelli che detestano le partner e quelli che le adorano. In mezzo c’è qualcosa che non funziona più a letto. Penso che a noi donne succeda esattamente la stessa cosa che succede agli uomini: dopo un po’ non ne abbiamo più voglia e cerchiamo delle novità. Ma noi ce lo reprimiamo e loro no. Ci sono quelle che se lo concedeno invece e mettono le corna. Fanno benissimo. Mi sono fatta l’idea che siamo uguali. Se ci comprendessimo da questo punto di vista andremmo tutti più d’accordo.
D. Lo fai ancora?
R. Non posso ora perché uno dei miei figli sta poco bene e sta a casa. Dico solo che ho preso lo stipendio il 27 dello scorso mese. Ora ho solo 30 euro. Se arrivasse un cliente due colpi e via, sarebbero 120 euro. Mi cambierebbe la settimana. Non la vita. La settimana.
D. Hai rapporti di amicizie tra i clienti?
R. Sì. Devo dire che alcuni sono persone speciali. E molto tristi.
D. Tu sei triste?
R. A tratti. Perché ormai i fallimenti sono diventati diversi, e ti chiedi cosa hai combinato. Non sono diventata ricca, non ho svoltato. Cosa ho combinato? L’autostima te la sei giocata per sempre, restano i sensi di colpa e un cinismo incredibile.
Ci sono moltissimi uomini soli,disperatamente soli che sarebbero felici di condividere la loro solitudine ed i loro affetti con donne bisognose di aiuto.Certamente ci sarebbero uomini indegni ma nella massa ci sono anche quelli bravissimi. Il fatto è che queste donne vogliono solo i soldi,con la scusa dei figli da mantenere. Io non credo alle loro chiacchere.Auguro comunque che possano vivere una vita soddisfacente con sempre abbastanza soldi in tasca
. E questo che li rende felici.Il resto sono tutte balle
Non condivido il suo commento Giovanni, io sono un uomo di 58 anni, e purtroppo fino ad un anno fa, ero a casa da due, padre di due bambini e single, non avevo i soldi neppure per mangiare e pagare le bollette, per fortuna mi ha aiutato mia madre, fossi stato una donna piacevole, l’avrei fatto anch’io per i miei figli.
Sandro non condivido. Io sono una donna di 44 anni sono rimasta sola con un bambino all’epoca di 7 anni senza lavoro e famiglia, mi sono data da fare subito ma cercandomi lavoro no prestazioni che è la strada più facile ma indignosa, ho fatto 2 lavori uno in fabbrica 970 euro al mese e la sera andavo a pulire un disosso, non è stata facile ma oggi mi sento una buona mamma e donna
In primo luogo, ogni recensione falsa può essere punita. In secondo, posso dire d’aver conosciuto diverse donne, che sono tornate in via definitiva al mestiere di meretrice, come madre e figlia, prostitute consapevoli, le quali sfasciavano di continuo le rispettive autovetture di grossa cilindrata. In terzo, la prostituzione in Italia è già tassata; questo ai sensi dell’articolo 36 comma 34bis della Legge 248/2006, come chiarificato dalla Cassazione con le Sentenze n. 10578/2011, 18030/2013, 7206/2016, 15596/2016, 22413/2016 e dalla Corte Costituzionale con Sentenza 141/2019. Il Codice relativo è 96.09.09 “Altre attività di servizio per la persona non classificabili altrove”.
Cosa aspettano i sex workers ad aprire la partita IVA e pagare le tasse in merito, rilasciando la ricevuta fiscale ad ogni rispettivo cliente?