Coronavirus, parla l’esperto: «aspettiamoci altri casi in Italia»

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Il Coronavirus fa spavento e per molti è ancora un’incognita. Per questo ne abbiamo parlato con il prof. Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) e Professore di Prevenzione Ambientale all’Università degli Studi di Milano, oltre che Presidente di Confassociazioni Ambiente e Salute, giornalista pubblicista e divulgatore scientifico. Prof. Miani, la diffusione del Coronavirus avviene a livello planetario ed è arrivata anche in Italia: siamo a rischio epidemia? Ad oggi ancora no, anche se è giustissimo aver alzato il livello di guardia.

Ciò che è cambiato è che prima i casi registrati di COVID-19 (il nome scientifico di questa versione del Coronavirus) in Italia erano di importazione, mentre adesso, almeno in Lombardia sta circolando. La situazione è assolutamente fluida ed è al momento prematuro, se non impossibile, prevedere i suoi futuri sviluppi. Quanto tempo servirà per il vaccino? Migliaia di ricercatori sono al lavoro in tutto il mondo per trovare un vaccino e/o una forma di immunizzazione passiva a base di anticorpi monoclonali, ma i tempi per realizzare le “armi” per difenderci, ad oggi, sono stati dichiarati di almeno 18 mesi.

Ecco perché si rende sempre più necessario contenere l’espandersi del virus. Come si giustifica l’incidenza molto bassa tra i bambini? Due le ipotesi: o i bambini sono meno presenti nei luoghi dell’infezione o hanno una diversa risposta dell’organismo al virus. Nel primo caso non possiamo avere ad oggi contezza certa di quanti siano stati realmente contagiati. Nel secondo, si tratterebbe di un fatto già visto ai tempi della SARS, in cui i bambini risultarono ammalarsi in percentuale molto minore rispetto al resto della popolazione. Psicosi mascherine: sono inutili? La mascherina è utile solo in presenza di una epidemia che in Italia oggi non è in corso.

Il personale sanitario invece, dovendo rapportarsi con soggetti potenzialmente a rischio o con casi già conclamati deve usare tutte le protezioni del caso, come mascherina, occhiali e specifici indumenti di protezione. Ma anche in caso di epidemia, la classica mascherina da sola non serve perché per funzionare deve essere adesa perfettamente alla cute del viso senza lasciare spazi aperti. Prof. Miani, chiudiamo con qualche consiglio utile… Oltre a lavarsi le mani frequentemente con acqua e sapone o strofinarle con alcol se le mani non sono visibilmente sporche, quando si tossisce e si starnutisce, coprire la bocca e il naso con un gomito o un fazzoletto piegato. Mantenere una distanza di almeno un metro tra voi stessi e le altre persone, in particolare quelle che tossiscono, starnutiscono e hanno la febbre. Evitare di toccare gli occhi, il naso e la bocca con le mani sporche o contaminate.