L’incubo vissuto da Samantha George, britannica del Galles del Sud, che ha visto il compagno afferrare per i piedi il figlioletto di appena otto settimane e usarlo come una clava per picchiare lei fino a ucciderlo.
Era arrivato a casa ubriaco e farneticante, come ormai faceva sempre più spesso e si era subito scagliato contro la compagna picchiandola a schiaffi e calci per l’ennesima volta. Abusi familiari che erano diventati sempre più violenti ma che quel giorno si sono trasformati in una vera e propria scena dell’orrore quando l’uomo ha preso per i piedi il loro figlioletto di appena otto settimane e lo ha fatto roteare come una mazza per colpire più volte la compagna fino a uccidere il piccolo. È l’incubo vissuto da Samantha George, 42enne britannica di Merthyr, nel Galles del Sud, che venti anni dopo quella devastante esperienza ha deciso di raccontare la sua storia al quotidiano locale WalesOnline per denunciare che l’uomo protagonista di tutto questo sta per uscire dal carcere in permesso.
La donna ha ricordato come l’episodio, che risale al novembre del 1999, abbia distrutto completamente la sua esistenza dal punto di vista psicologico. Un trauma che ha continuato a tormentarla per tutta la sua vita e che ora rischia di acuirsi ulteriormente visto che, come ha rivelato la stesa Samantha, da qualche tempo rivive quotidianamente quell’incubo perché ha saputo dell‘imminente possibilità del suo ex Christopher Rees di uscire di prigione. La donna, allora ventiduenne, ha ricordato come Christopher abbia usato il piccolo Bradley come un “bastone” contro di lei prima di scaraventarlo con la testa contro i muri della camera da letto e ucciderlo. Poi con la stessa foga ha colpito l’altro figlio di cinque anni con un ferro da stiro ferendolo gravemente. Quando la polizia arrivò su posto l’uomo stava ancora picchiando la moglie. “Non dimenticherò mai quella notte finché vivrò, lo vedi nei film dell’orrore, non penseresti mai che possa accaderti qualcosa del genere ma è successo” ha concluso la donna.