“Aiuto, stanno morendo in tanti”. Coronavirus, l’appello del sindaco in zona rossa

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“Aiutateci, per favore. Stiamo registrando un alto numero di decessi e ci sentiamo veramente soli”. Sono queste le parole usate dal sindaco di Castiglione d’Adda, Costantino Pesatori, per lanciare un disperato appello alle istituzioni e le autorità competenti. Il comune è nel mezzo della “zona rossa” del Lodigiano, a pochi chilometri di distanza da Codogno, epicentro dell’epidemia da Coronavirus lombarda. Il primo cittadino del comune ha registrato il video per poi pubblicarlo online. L’intento è quello di arrivare a quanta più gente possibile, rendendo note quelle che sono le difficoltà che il paese sta vivendo.

Ecco di seguito l’appello del sindaco Costantino Pesatori: “Voglio lanciare un appello: purtroppo a Castiglione d’Adda stiamo registrando un alto numero di decessi e ci sentiamo veramente soli. Tanta gente è ammalata e non riesce ad avere l’assistenza necessaria. Vi chiedo cortesemente di esserci d’aiuto, di istituire presso gli ospedali di Codogno e di Casalpusterlengo, che oggi sono chiusi, dei presidi di urgenza. Eventualmente anche attraverso i medici dell’esercito. Aiutateci, per favore. Abbiamo la necessità di avere un’assistenza sanitaria adeguata”.

“Dopo una settimana di isolamento la tenuta psicologica comincia a mostrare qualche crepa. Il fatto poi che aumentino i decessi non aiuta. Di positivo c’è il ritorno a casa di alcuni malati e il fatto che altri, positivi al test, non mostrino alcun sintomo. Sono convinto, quindi, che le la faremo, siamo gente forte”. Così all’Adnkronos, monsignor Gabriele Bernardelli, parroco di Castiglione D’Adda, comune del lodigiano tra quelli inseriti nella zona rossa. In continuo collegamento via social con la comunità dei residenti, a cui invia messaggi di speranza e per i quali celebra via streaming l’Eucarestia, monsignor Bernardelli non mostra particolare disagio a ritrovarsi in una chiesa vuota.

“La chiesa è vuota solo fisicamente. O meglio, la chiesa di mura è vuota, ma essa è solo il segno della Chiesa fatta di pietre vive, che sono le persone. Quando celebro li sento tutti vicini come nei giorni delle grandi feste che abbiamo vissuto in questi anni. E so che torneranno questi momenti, probabilmente con un gusto nuovo”.

“Cercherò di aiutare me e la mia gente ad identificare quali possano essere le tentazioni connesse alla prova che stiamo vivendo, per cercare di superarle con le modalità che ha adottato Gesù e ricorderò cosa dice Manzoni nell’’Addio ai monti’ dei Promessi Sposi e cioè che ‘Dio non turba mai la gioia dei suoi figli se non per prepararne loro una più certa e più grande’”, conclude monsignor Bernardelli.