Avvelenano l’amico per rubargli 2mila euro: coppia confessa davanti Gip

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Arresto convalidato e custodia cautelare in carcere. È questa la decisione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna, Francesca Zavaglia, nei confronti di Rita Di Maio e del marito Claudio Furlan, tutti e due accusati di aver avvelenato con dei farmaci il 63enne Vito Balboni, loro amico, allo scopo di derubarlo di circa duemila euro prelevando il denaro con il suo bancomat, per poi lasciarlo morire in un’automobile.

L’udienza di convalida si è tenuta questa mattina nel carcere della Dozza. La coppia ha confessato, ribadendo che non voleva uccidere l’uomo ma solo sottrargli l’ingente somma di denaro. Il cadavere dell’uomo fu trovato il 6 novembre scorso (inizialmente si pensò a un malore) ma il decesso, come ha stabilito l’autopsia, dovrebbe risalire alla giornata tra l’1 e il 2 novembre. Balboni fu lasciato in auto dalla coppia, fermata giovedì scorso dai carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Roberto Ceroni, la notte del 31 ottobre. I due sono accusati di morte come conseguenza di altro delitto, rapina pluriaggravata, furto e indebito utilizzo di carte di pagamento.

Come accertato dagli inquirenti Balboni venne lasciato nella sua auto la notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre, “era in stato confusionale, diceva cose senza senso e ci ha chiesto di lasciarlo da solo. Era diventato molto aggressivo”, spiegarono Di Maio e Furlan. Secondo uk pm Ceroni l’uomo venne lasciato in uno stato di incoscienza, in condizioni di impotenza sdraiato sui sedili in modo tale che dall’esterno nessuno potesse accorgersi di lui.

Stando all’autopsia, l’agonia sarebbe durata oltre un giorno; la morte, infatti, risalirebbe alla giornata tra l’1 e il 2, con il cadavere poi ritrovato il 6. Tra l’1 e il 5 novembre, la coppia tuttavia sarebbe tornata nel parcheggio di via Cadriano, preoccupata perché la Clio e Balboni erano ancora lì. Una cosa molta strana, che non poteva non far temere il peggio, ma malgrado ciò non ha indotto minimamente i coniugi Furlan a chiamare i soccorsi.