Coronavirus, Piero Angela: ”Fidiamoci degli esperti senza cambiare vita ed evitiamo le fake news”

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Non si placa il panico dilagato assieme al coronavirus. Da quando sono stati scoperti i focolai nel Nord Italia – che hanno portato a isolamenti e a misure drastiche di contenimento – molti italiani hanno paura di ammalarsi e, soprattutto, di contagiare gli anziani, categoria più a rischio. Anche in tivù, il coronavirus è “entrato” in tutte (o quasi) le trasmissioni.

Alcune sono state costrette ad andare in onda senza pubblico in studio, per evitare assembramenti di persone, altre hanno parlato a lungo dell’emergenza.

Molti grandi divulgatori della Tv italiana hanno detto la loro. «Questa è un’epidemia seria, ma in attesa del vaccino le cure ci sono e funzionano», ha dichiarato il famoso conduttore di Superquark, Piero Angela, ricordando a tutti di seguire le direttive date dalle istituzioni: «Fidiamoci degli esperti senza cambiare vita ed evitiamo le fake news (notizie false, le cosiddette “bufale”, ndr) che drammatizzano», ha sottolineato il noto giornalista.

Pronto a schierarsi contro le esagerazioni è anche Michele Mirabella, conduttore di Tutta salute su Raitre: «Credo che il terrorismo mediatico sia estremamente più pericoloso del coronavirus», dice.

«Proteggetevi dalle notizie false» E aggiunge: «Non credere alle fake news è il primo passo per proteggersi dal tipo di contagio più deleterio. Il virus presto sarà debellato, ma nel frattempo sono i rapporti tra le persone che rimarranno infettati e rovinati forse per sempre. Personalmente credo che l’unica cosa da fare sia e- vitare i luoghi molto affollati, starnutire nel gomito e lavarsi spesso le mani. Per il resto continuiamo a vivere la nostra vita».

Nel generale clima di ansia, in tanti indossano le mascherine, pagandole anche care, nei luoghi a rischio: ma servono davvero? «Non ha senso che la indossi chi è completamente sano, ma solo chi assiste i malati o ha a sua volta sintomi influenzali. Questi ultimi, però, devono dotarsi di quelle di classe FFP3 che hanno un’efficacia filtrante del 98 per cento», sostiene Mirabella.

Che poi aggiunge: «Tra sette o otto mesi, al massimo, sarà tutto finito perché il vaccino sarà stato trovato, ma intanto cerchiamo di essere tutti più disponibili gli uni con gli altri. Accudiamo i più anziani e sforziamoci di pensare positivo, ricordandoci – oltre che dei decessi – anche della guarigione dei due coniugi cinesi ricoverati allo Spallanzani.

Quella è stata una grande vittoria. Poi cerchiamo di condurre una vita il più possibile sana».Nonostante le rassicurazioni degli esperti, la psicosi da coronavirus ha scatenato addirittura la corsa a fare incetta di cibo nei supermercati.

«Dal punto di vista razionale, svuotare gli scaffali del supermarket non ha senso, lo avrebbe solo se fossimo in guerra», ci spiega un altro celebre divulgatore della tivù, Alessandro Cecchi Paone. «Dal punto di vista prettamente psicologico, però, ha senso, perché durante ogni grande epidemia l’uomo ha fatto così. Si tratta di un automatismo psichico del cosiddetto uomo-animale che fa provviste e si chiude nella sua tana. E puro istinto».

Di certo non ha aiutato doversi confrontare con le misure drastiche prese sia dal governatore del Veneto, Luca Zaia, sia da quello della Lombardia Attilio Fontana. «Le azioni contano più delle parole e quindi i provvedimenti “e- stremi” hanno più valore nella mente delle persone», ragiona Cecchi Paone. E aggiunge: «Vedere Milano, simbolo di positività e voglia di fare, bloccata in questo modo aumenta l’angoscia. La paura più profonda dell’essere umano è quella di morire. Queste restrizioni sono state prese non perché c’è un pericolo di morte, ma per il rischio di mandare in tilt gli ospedali facendo salire sempre di più il numero dei ricoverati. E questo che si cerca di evitare, non una strage».