“Siamo in una situazione al limite”. È il grido d’aiuto lanciato dai medici di Terapia Intensiva della Lombardia, in prima linea nel contrasto all’epidemia del coronavirus che, a fronte delle ultime stime diffuse dalla Protezione Civile, fa registrare un numero di contagiati record: 1.145 casi in sole 24 ore.
Stremati dal surplus di lavoro e, in previsione di un vero e proprio stato d’emergenza, gli specialisti in seno al Coordinamento delle terapie intensive della Lombardia hanno deciso di denunciare, con una lettera inviata al governatore Attilio Fontana e all’attenzione del commissario per l’emergenza Angelo Borrelli, il collasso delle strutture ospedaliere. Le richieste di intervento aumentano così come la necessità di ripristinare l’assistenza ai degenti con altre patologie. “C’è una pressione oltre ogni misura che riduce a livelli prossimi allo zero altre attività sanitarie, mettendo in pericolo la sopravvivenza non solo dei malati di Covid, ma anche di quella parte di popolazione che in condizioni normali si rivolge al sistema sanitario per le cure di eventi acuti o cronici di qualsivoglia natura”, si legge nel testo della missiva.
“Le attività ambulatoriali, la Chirurgia non urgente, i ricoveri nelle medicine – prosegue il documento sottoscritto dai medici – si sono ridotte a livelli prossimi allo zero». «L’intera rete delle terapie intensive è stata ristrutturata, creando strutture dedicate nelle quali, completamente bardati per difendersi dall’infezione, si lavora con grande fatica per assistere malati gravi e gravissimi, la cui vita dipende da apparecchiature tecnologicamente complesse disponibili purtroppo in numero limitato. Anche per questo motivo è assolutamente necessaria l’immediata adozione di drastiche misure finalizzate a ridurre i contatti sociali e utili al contenimento dell’epidemia”.
La situazione appare dunque fortemente compromessa e, per quanto il Governo abbia preventivato l’assunzione di personale sanitario specializzato, resta da risolvere il problema dell’adeguamento strutturale dei reparti: c’è scarsità di posti letto. “L’assenza di tempestive e adeguate disposizioni da parte delle autorità – ammoniscono i medici di Terapia Intensiva – saremo costretti ad affrontare un evento che potremo solo qualificare come una disastrosa calamità sanitaria”.