Psicosi coronavirus, dottoressa aggredita in guardia medica nel Palermitano: “Mi dimetto”

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“È impensabile proteggersi da soli da un’esplosione di rabbia, soprattutto per le donne. Dall’aggressione ho interrotto i miei turni, mi hanno sostituita i colleghi. Non rientrerò, ho troppa paura”, è l’amaro sfogo di una dottoressa siciliana in servizio a Polizzi Generosa, nel Palermitano, ultima vittima dell’ennesima violenta aggressione fisica e verbale ai danni di operatori sanitari.

L’episodio di cui è stata vittima la donna risale alla settimana scorsa mentre la dottoressa era in servizio per il suo turno di lavoro di guardia medica nel comune palermitano. Protagonista in negativo della brutale aggressione, resa nota solo in queste ore, il marito di una paziente che pensava di aver contratto il nuovo coronavirus.

“Aveva chiamato in ambulatorio chiedendomi una visita domiciliare per la moglie ma già dalle prime domande i sintomi non mi permettevano di lasciare scoperto il presidio. La signora aveva solo brividi e niente febbre, tutti i sintomi più o meno influenzali” ha raccontato la dottoressa, ricostruendo: “Avvio il triage telefonico imposto dal ministero per una diagnosi che scongiurasse un eventuale contagio da coronavirus, ma la minaccia di passare grossi guai se non fossi andata a domicilio per visitare la moglie è arrivata subito”.

Poco dopo, dalle minacce l’uomo è passato ai fatti presentandosi da solo in guardia medica. Prima avrebbe aggredito verbalmente la dottoressa poi è passato alla forza fisica e a farne le spese è stato il padre della dottoressa che nel frattempo era intervenuto per placare gli animi. “È intervenuto mio padre per smorzare i toni, ma tra pugni sulla scrivania e spintoni è caduto pesantemente a terra rompendosi due costole. In quei pochi secondi, d’istinto sono scappata fuori chiedendo aiuto. La gente del posto è arrivata fortunatamente subito. Nel frattempo ho chiamato il 112 e l’uomo è scappato” ha rivelato il medico. “Io l’ho scampata grazie a mio padre. ma non rientrerò in servizio, ho troppa paura” ha spiegato la dottoressa. A denunciare l’episodio è l’Ordine dei medici di Palermo assicurando che si costituirà parte offesa e parte civile nel processo, mettendo a disposizione l’assistenza legale alla dottoressa e ogni altro strumento necessario.