Nella Lombardia in trincea contro l’emergenza coronavirus “ho visto primari, professori universitari di 70 anni, piangere. Ho visto primari dire ‘siamo al limite’”, con il rischio di non poter “offrire a tutti le cure giuste. Ci siamo detti che tutto questo doveva essere fatto conoscere a tutti e devo dire che per fortuna il messaggio è stato colto nella maniera più piena”.
L’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, intervistato da TgLa7 spiega così la diffusione del documento-appello del Coordinamento medici delle terapie intensive regionali. “Una scossa”, la definisce Gallera, opportuna per rappresentare a tutti la “situazione complessa” della Lombardia. Il 63% dei pazienti italiani Covid-19 ricoverati in terapia intensiva si trova infatti negli ospedali della regione. “Noi viviamo quotidianamente questa progressione enorme” dei contagi “che sta mettendo a dura prova il sistema – evidenzia l’assessore – ma abbiamo avuto l’impressione che nel Paese e in chi ci governa questa stessa percezione non ci fosse”.
In conferenza stampa Gallera ha anche fornito le cifre sul contagio in Lombardia. E si tratta di cifre drammatiche. Nella regione sono adesso 4189 i casi positivi, più 769 soggetti in un giorno. 2217 i ricoverati, 756 i soggetti in isolamento domiciliare. C’è poi il dato peggiore dall’inizio dell’epidemia: 113 i decessi in 24 ore. A Milano i contagiati sono in tutto 406, più 45 casi in un giorno. Numeri che rafforzano le ferme indicazioni delle istituzioni: bisogna stare a casa il più possibile, ridurre i rapporti sociali al minimo, non uscire se si ha la febbre anche se solo a 37.5. Solo con uno sforzo collettivo, con senso di responsabilità e con misure severe contro chi non rispetta le regole si potrà uscire da questa emergenza inedita.