Coronavirus, la virologa: “Presto il 60-70% della popolazione sarà infetta”

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I dati e le percentuali continuano a sconcertare. Ma rimanere a casa continua a essere la risposta necessaria e responsabile per modificare in positivo i numeri. Le misure restrittive del governo sono in vigore solo da pochi giorni e gli esperti non fanno altro che rassicurare tutti. È normale non vedere ancora risultati ragionevoli.  La virologa Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di microbiologia clinica dell’ospedale Sacco di Milano, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “L’’italia s’è desta”, dell’emittente dell’università Niccolò Cusano, proprio per chiarire questi aspetti.

La virologa Maria Rita Gismondo lo ha affermato con estrema chiarezza: tra poco il 60-70% della popolazione risulterà  positivo. Ma le percentuali non devono preoccupare e gli esperti sanno perfettamente la portata del fenomeno del contagio di un virus di cui si conosce ancora poco, ma che viene costantemente studiato e monitorato in ogni sua fase. Le parole della dottoressa sono mosse dal fare chiarezza, perché la consapevolezza è la prima forma di tutela: “Sappiamo tutti che questo virus è diffuso nella popolazione molto più rispetto a quello che stiamo vedendo”. Il virus va combattuto e diventerà meno letale, grazie anche alla collaborazione di tutti.

“Questo virus, nella gran parte dei casi, o è silente o ci dà sintomi simil influenzali, nel 90% dei casi. C’è un 10% di persone che ha bisogno di essere ricoverato in ospedale. Borrelli ci ha detto più volte che le fasce più toccate sono anziani con 1 o 4 patologie. Il virus dunque è stato un aggravante. Ad oggi i dati di morte diretta per coronavirus sono molto scarsi, si parla di qualche unità”. Così prosegue il suo intervento la dottoressa Gismondo. Senza alcun dubbio il virus schiaccia i pazienti debilitati e con specifiche patologie in corso, che un po’ tutti, ormai, abbiamo imparato a distinguere.

 

Ovviamente il pensiero e i riferimenti della virologa anticipano le domande e i dubbi che riguardano anche i casi di giovani intubati: “La medicina non è mai una scienza esatta, quindi non significa che non ci possano esserci casi di qualche giovane. Oggi l’età media dei deceduti è 81-83 anni, i guariti sono quasi il doppio delle persone che vengono ricoverate in terapia intensiva”. Un calo dei casi potrebbe essere stimato tra un paio di settimane, ma questo era previsto. Così come sarà necessario rimanere in allerta, perché  il virus non sarà scomparso del tutto e molti pazienti potranno incorrere in un ricovero.

 

“Una cosa è avere 30 ricoverati in terapia intensiva, altra cosa è averne 3.000”. Probabilmente con l’arrivo delle temperature più miti, il virus non troverà più le condizione ambientali per prolificare e la virologa risponde anche a questo genere di quesiti: “quando andiamo verso il caldo i virus respiratori calano nella loro presenza, ma questo è dovuto soprattutto alle nostre abitudini perché durante l’inverno ci accalchiamo nei locali ed è molto più facile stare più vicini. L’estate stiamo più all’aperto e questo ci aiuta ad essere meno esposti ai virus”. Rimaniamo a casa e continuiamo insieme la lotta per debellare il coronavirus, perché prima o poi i numeri inizieranno a rispondere in positivo.