“Braccialetto elettronico e tampone a tutti”, la proposta anti-Coronavirus

Come per i detenuti ai domiciliari, il braccialetto elettronico si dovrebbe applicare anche per i positivi al Coronavirus che si trovano in isolamento nelle proprie abitazioni ed il tampone dovrebbe essere esteso a tutti i cittadini.

Sono queste le proposte, forti, di Antonio Cascio, Prof. di Malattine infettive e tropicali all’Università di Palermo.

Quindi, test anche agli asintomaci per essere sicuri che non siano portatori sani del virus e, soprattutto, per tutti quelli che si presentano ai pronto soccorso con i sintomi da Covid-19. “Ribadisco l’importanza di eseguire il tampone a tutti coloro che vengono ricoverati in ospedale per febbre e sintomi respiratori – afferma Cascio – in maniera tale da evitare che pazienti infetti possano esser causa di epidemie intra-ospedaliere. Serve una quarantena più rigida e tampone offerto generosamente”.

Come si legge su Repubblica.it, per fare in modo che la curva epidemica si appiattisca e non arrivi ai livelli del Nord, secondo il prof. bisogna rendere più efficaci i controlli: “A parte il distanziamento sociale, è fondamentale una quarantena rigida dei controlli – insiste – ed un isolamento rigido dei positivi che non necessitano di ricovero. Ricorrerei anche al braccialetto elettronico”.

Tampone ogni 4 giorni

Il Professore chiede misure più rigorose per l’isolamento domiciliare: “Siamo sicuri che le misure di quarantena sono strettamente rispettate? – si domanda Cascio – sarebbe corretto che persone in quarantena eseguissero, magari ogni 4 giorni, il tampone ed in casa non dovrebbero essere a stretto contatto con i propri familiari”.

Cascio vorrebbe che si adotti il “modello Veneto e Corea” che ha esteso i tamponi anche agli asintomatici: “Se vogliamo che la curva epidemica non continui a salire in maniera esponenziale – continua lo specialista – dovremmo molto banalmente fare quello che è stato fatto in Corea del Sud e che anche la Regione Veneto si sta apprestando a fare, ovvero aumentare l’offerta del tampone alle persone asintomatiche in maniera tale da isolarle se positive al test… ovviamente il test dovrà essere successivamente offerto prioritariamente a tutti i contatti stretti delle persone che verranno riscontrate positive”.

La Sicilia aspetta il picco

Insomma, l’infettivologo vuole correre ai ripari prima che sia troppo tardi, visto che sull’Isola il picco di contagi è atteso tra un paio di settimane. “Nelle prossime due settimane – continua – è molto verosimile che anche in Sicilia aumenteranno le diagnosi di polmonite da nuovo Coronavirus e che un numero sempre maggiore di pazienti dovrà ricorrere a cure intensive. Correttissime, ma probabilmente non sufficienti, saranno le misure di distanziamento sociale che hanno fondamentalmente lo scopo di evitare che troppe persone si ammalino nello stesso intervallo temporale saturando i posti in terapia intensiva”.