La Lombardia chiude tutto: firmata una nuova ordinanza

Questo articolo in breve

In Lombardia i numeri non si fermano e crescono giorno dopo giorno: 25.515 positivi (+3.251), 3.095 decessi (+546), 8.258 ricoverati (+523), 2.139 guariti.

“I dati sono in forte crescita e gli esperti avevano ragione quando dicevano che i giorni più duri sarebbero stati questo sabato e domani, il tredicesimo e quattordicesimo giorno dal lunedì dell’introduzione dell’effettiva delle misure di contenimento”, ha spiegato l’assessore Giulio Gallera nella speranza che “tra domani e lunedì i numeri comincino ad abbassarsi come conseguenza dei provvedimenti presi”.

Per giorni il governatore della Regione Attilio Fontana ha valutato la chiusura totale della Lombardia. Ora arriva una conferma. “Regione Lombardia, d’accordo con i sindaci del nostro territorio, con le associazioni di categoria e con le parti sociali, ha deciso di emanare un’ordinanza con la quale vengono disposte nuove stringenti limitazioni per contrastare la diffusione del Coronavirus”, ha comunicato Fontana, dopo un confronto avuto oggi in videoconferenza con i sindaci dei capoluoghi della Lombardia, il presidente dell’ANCI Lombardia e dell’UPL e i rappresentanti del Tavolo del Patto per lo Sviluppo. L’ordinanza entra in vigore domani e produce effetto – salvo diverse disposizioni legate all’evoluzione della situazione epidemiologica – fino al 15 aprile.

Divieti e sospensioni

L’ordinanza prevede il divieto di assembramento nei luoghi pubblici, fatto salvo il distanziamento, e conseguente ammenda fino a 5mila euro; la sospensione dell’attività degli Uffici Pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità; la sospensione delle attività artigianali non legate alle emergenze o alle filiere essenziali; la sospensione di tutti i mercati settimanali scoperti; la sospensione delle attività inerenti ai servizi alla persona; la chiusura delle attività degli studi professionali salvo quelle relative ai servizi indifferibili e urgenti o sottoposti a termini di scadenza; la chiusura di tutte le strutture ricettive ad esclusione di quelle legate alla gestione dell’emergenza (gli ospiti già presenti nella struttura dovranno lasciarla entro le 72 ore successive all’entrata in vigore dell’ordinanza); il fermo delle attività nei cantieri edili (sono esclusi dai divieti quelli legati alle attività di ristrutturazione sanitarie e ospedaliere ed emergenziali, oltre quelli stradali, autostradali e ferroviari); la chiusura dei distributori automatici cosiddetti ‘h24’ che distribuiscono bevande e alimenti confezionati; il divieto di praticare sport e attività motorie svolte all’aperto, anche singolarmente.

Cosa resta aperto

L’ordinanza mantiene aperte solo le edicole, le farmacie, le parafarmacie e i supermercati, “ma deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro”. Ai supermercati, alle farmacie, nei luoghi di lavoro, a partire dalle strutture sanitarie e ospedaliere, si raccomanda a cura del gestore/titolare di provvedere alla rilevazione della temperatura corporea. Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, valgono le prescrizioni su distanziamento degli utenti contenute nelle due ordinanze regionali già in vigore.

“Una decisione – ha spiegato Fontana – dettata dal serrato confronto con le nostre autorità sanitarie che ci impongono di agire nel minor tempo possibile. La situazione non migliora anzi, continua a peggiorare. Non so più come dirlo: solo con l’estrema limitazione dei contatti interpersonali possiamo cercare di invertire questa tendenza”. Negli ultimi giorni, si era rafforzata l’idea di estendere il “modello Codogno” a tutta la regione in modo da bloccare i numeri. I contagi crescono ad ogni ora perché c’è ancora troppa gente per le strade: nonostante i continui inviti da parte delle autorità a restare a casa, le persone escono dalle abitazioni senza dare importanza alle misure restrittive imposte dal governo e alimentano così la catena dei contagi. Ora una nuova ordinanza con misure ancora più restrittive.

In Lombardia la “situazione sta diventando ogni giorno più drammatica” ed è quindi necessario che il “governo collabori attivamente dando risposte certe e celeri alle richieste puntuali avanzate dal presidente Fontana e sostenendo la Regione in ogni provvedimento necessario”, hanno chiesto senatori e deputati di FI, Lega, FdI, Cambiamo!, Noi con l’Italia eletti in Lombardia. “Sosterremo la Regione Lombardia in tutte le misure restrittive che deciderà di adottare, nell’alveo delle proprie competenze, per evitare ogni occasione di assembramento”, hanno concluso.