Coronavirus, cosa ne sarà delle nostre vacanze estive? Le parole dell’infettivologo

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La bella stagione alle porte è minacciata dal coronavirus: difficile immaginare – nel breve periodo – un’ora X in cui si darà il via agli assembramenti, in cui tutti potranno riversarsi nelle strade come nulla fosse.

Al Messaggero il professor Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell’università di Siena, spiega che le vacanze estive quest’anno non saranno le solite. ″È difficile dire quanto potrà durare l’epidemia perché il virus è davvero imprevedibile. Quello che si sta facendo ora in Italia, con le chiusure e i divieti, mi pare un buon compromesso.

E forse potremo avere dei buoni risultati intorno ad aprile-maggio, mantenendo un livello di chiusura ancora piuttosto alto”.

Il modello a cui guardare è sempre quello di Wuhan dove tutto è stato chiuso per sei settimane. L’attenzione deve essere massima per evitare ricadute: “Se parte un altro focolaio cambierà lo scenario. Altrimenti ci sarà la ripresa di alcune attività intorno all’estate”.

L’epidemiolgo fa l’esempio di un atleta al quale dicono che deve prepararsi per i 200 metri, e poi gli fanno correre i 400.

“A quel punto – sottolinea – è chiaro che non sarà pronto per affrontare la gara. Ma se una persona si allena per una maratona, poi non si troverà in difficoltà davanti a una mezza maratona. Ed è quello che dobbiamo fare noi, andare oltre, per evitare di trovarci impreparati. Il nodo cruciale adesso è capire che dobbiamo tenere duro almeno fino alla fine di maggio”.