Antonella Clerici, stiamo vivendo un lungo periodo complicato, di sofferenza, di incognite e buio

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Tutto ha un altro sapore. Ogni cosa oggi viene osservata con occhi differenti. I luoghi, i profumi, la natura e il tempo che ci avvolgono hanno assunto un valore superiore. Chissà quante volte Antonella Clerici avrà guardato il grande prato oltre la finestra della cucina. E chissà quante volte avrà camminato sull’erba del bosco che circonda la casa. Lo fa ormai da due anni. Eppure oggi anche prendersi cura di un fiore e osservare un germoglio sul ramo ha un significato più profondo. «Tutto ciò che prima guardavo con occhi distratti, anche le cose più semplici, si riempie di meraviglia e mi spinge a riflessioni nuove. Anche il tempo va assaporato e fatto fruttare al meglio», racconta Antonella. Se poi dalle vetrate filtra un po’ di sole, ecco che il pensiero si accende. «Di speranza. Io la vedo così. Stiamo vivendo un lungo periodo complicato, di sofferenza, di incognite e buio.

C’è ancora paura, ma mi piace pensare che, pian piano, ci stiamo  avvicinando alla luce. Sarà la Pasqua con il suo messaggio di rinascita a proiettarmi lì», spiega la conduttrice mentre sistema in un vaso un mazzo di narcisi gialli colti prima di posare davanti a una fotografa d’eccezione: la figlia Maelle di 11 anni. «È brava a ritrarmi, ma lo è ancora di più come apprendista cuoca: è precisa e concentrata. Ha ereditato tutta la mia passione. La cucina è al centro delle mie giornate e del mio mondo. Ogni giorno mi collego con gli amici cuochi per dirette Instagram: io parlo, spiego, assaggio, impasto, ma chi segue le indicazioni e prepara le ricette è Maelle», spiega, poi addenta un pezzettino di cioccolato dell’uovo pasquale. «Sono golosa, si sa! Il cibo è il mio modo di comunicare e adesso, grazie alla tecnologia, un mezzo per sentirci più vicini.

Lo noto dai commenti delle persone che mi ringraziano perché tengo loro compagnia. Assieme a Fulvio Marino facciamo pane, pizza e focaccia, sempre con prodotti italiani, perché la nostra filiera alimentare va sostenuta. Con Lorenzo Biagiarelli parliamo di viaggi, la sua passione, attraverso il cibo. Un modo per sognare uscendo con la fantasia dalle nostre case, per esplorare il mondo, stando però ai fornelli». Antonella ha messo a punto il menu di Pasqua: risotto giallo, verdure, torte salate e uova sode. «Molte di queste hanno il guscio colorato da Maelle, che le decora con il pennarello o con gli acquerelli, e poi le porta a tavola. Lei si diverte molto anche a nascondere nel giardino piccole uova di cioccolato per dar vita a una caccia al tesoro», confida la Clerici. «A tavola siamo in cinque. La mia bambina, io, Vittorio, poi Beatrice e Luca, due dei tre figli del mio compagno, perché Agnese, la secondogenita, che ha 20 anni, studia a Parigi. Ognuno si dà da fare affinché questa giornata trascorra nel segno della famiglia e del senso profondo dell’amore.

Questa è una Pasqua più intima, più di cuore, più religiosa del solito». La voce di Antonella si fa lieve. «Di tutte le cose che ricorderò di questa drammatica emergenza sanitaria ce ne sono due che mi hanno colpita in modo particolare: le bare sui camion militari a Bergamo e il Papa con la sua benedizione urbi et orbi. Lui, solo, in una piazza San Pietro deserta, il cielo plumbeo, il rumore della pioggia spezzato dalle sirene delle ambulanze e quel crocifisso del Cinquecento, meraviglioso nonostante le gocce d’acqua che gli sfioravano il corpo, mi hanno fatto venire i brividi. Credo che in quella preghiera ci siamo rifugiati un po’ tutti.

Sia chi crede, sia chi non crede. Ho voluto che tutti noi a casa fossimo vicini mentre guardavamo Papa Francesco per condividere quel momento così intenso». Nella casa nel bosco, avvolta da un sole che scalda anche il cuore, c’è un fermento speciale da tante settimane. «Ci imponiamo un programma: la mattina mi sveglio presto, mi trucco un pochino perché sentirmi in ordine mi dà energia, e preparo la colazione a tutti. Con me c’è Vittorio, è il nostro momento. Siamo soli, leggiamo i giornali sull’i- Pad, ci confrontiamo su tutto. Ultimamente le notizie non sono mai incoraggianti, ma il bello dell’amore fa sì che quando sono spaventata lui mi sostiene, e quando è lui, che è molto forte, ad avere attimi di sconforto, sono io che gli tendo la mano. Non ci dimentichiamo di essere fortunati, stiamo insieme e stiamo bene.

La tecnologia ci permette di sentirci, vedere anche Agnese, e mia sorella, e il mio papà e questo ci aiuta a farci capire ancora una volta che uniti è meglio. E che, anche se distanti, siamo tutti sotto lo stesso cielo». Antonella continua a raccontare: «Prima di pranzo i ragazzi studiano, Vittorio fa giardinaggio con attenzione speciale, poi, finite le mie dirette di cucina, si mangia. Nel pomeriggio Maelle fa conversazione in francese via Skype con la maestra, quindi si dedica ai compiti: la seguo in tutto, tranne matematica, lì subentra Vittorio, perché per me è una materia ostica». Arriva la sera e il programma si sdoppia: «Si fanno giochi di società tutti insieme, o guardiamo film. Maelle e io amiamo quelli francesi scacciapensieri, io sono appassionata della serie La casa di carta, Vittorio e i ragazzi sono più per Il trono di spade».

Mentre siamo al telefono si sente il canto di un uccellino, messaggero di primavera. «Da quando ho lasciato Roma per trasferirmi in campagna ho imparato a riconoscere il cambio delle stagioni e quanto amore bisogna dare alla natura, che ricambia con la sua generosità. Certo, la capitale è affascinante, ma la provincia, il piccolo paese, ti fanno sentire protetta e ti aiutano a stabilire rapporti personali, così preziosi adesso: il contadino ti lascia il sacchetto del raccolto al cancello e così fa il piccolo produttore di latte e formaggio». Maelle intanto reclama attenzione: nel forno c’è la torta che ha preparato e ha bisogno del parere di mamma. «I nostri forni e fornelli sono in perenne attività. E ciò mette allegria. Anche se in questo periodo mi sento in imbarazzo a parlare di progetti lavorativi, non nascondo che mi piacerebbe uno show dalla cucina di casa. Qui mi prendo cura delle persone che amo e mi sento vicina alla gente».