Coronavirus, le conseguenze della pandemia di cui nessuno parla

Quando è scoppiata l’emergenza Coronavirus, sembrava una “scocciatura”, era quasi un sollievo per quelli più ingenui nel dire magari “che bello posso stare a casa finalmente, posso rilassarmi, fare quello che più mi piace, possiamo ridere e cantare sui balconi” Ma, c’è un enorme MA… Purtroppo ben presto ci siamo accorti che essere rinchiusi nelle proprie case per giorni interi non è proprio una passeggiata, per quelli più fortunati ovviamente; perchè quelli meno sfortunati sono stati travolti dalla strage che ha scatenato la pandemia. Ma per moltissimi purtroppo, il lockdown non è solo una semplice “scocciatura”, ma un mostro che lascerà ferite troppo profonde perchè si richiudano tanto facilmente.

Il punto è che essere isolati per la razza umana è un vero e proprio dramma, e la cosa non dovrebbe sorprendere più di tanto. Non si è mai verificato un episodio simile ed è un evento senza precedenti, siamo quindi su strade sconosciute, nelle quali non possiamo sapere cosa ci attende dietro l’angolo. E cosa può accadere nella nostra mente, anche se c’è uno studio che ha analizzato e riassunto quello che è stato l’effetto psicologico sulle quarantene del passato. Questi tipo di studi sono stati effettuati in seguito ad una prima epidemia da Coronavirus che pero’ fortunatamente fu contenuta: la SARS correva l’anno 2003 a 2005. Ed è risultato che anche isolamenti che erano al di sotto dei dieci giorni hanno portato effetti a lungo termine. Tutt’oggi dopo diversi anni dalla quarantena ha provocato sintomi di abuso di alcool e altre sostanze e stress post traumatico.

L’impatto negativo del coronavirus sul nostro cervello

E inoltre, la paura del contatto sociale che si sta accumulando in questo periodo infonde in noi il pensiero che chiunque si possa avvicinare a noi, rappresenta una minaccia per la nostra vita è una paura che resterà nel tempo. Ci saranno sicuramente comportamenti nei quali si eviterà il contatto che si prolungheranno nel tempo. Proprio come è accaduto negli altri casi di quarantene, e comunque si trattava di quarantene ben inferiori a quella che stiamo vivendo adesso che ha una portata di impatto globale. Inoltre c’è da tenere conto anche delle ritorsioni sul piano economico provocate dalla pandemia. Chi ha perso il lavoro, un reddito con il quale viveva. Se queste condizioni si protraggono ancora c’è rischio di aggravare ulteriormente le condizioni psicologiche di ogni singolo individuo. I soggetti più colpiti sembrano essere i giovani tra i 16 e i 24 anni.

Anche se tra le mura domestiche sono bloccate milioni di persone che già vivono in situazioni psicologiche fragili, e che rischiano di cadere in danni irreparabili per il proprio benessere psichico se non addirittura compromettere la propria vita. Sopratutto per coloro che sono soggetti già a malattie psichiatriche come la depressione: secondo l’ISTAT, nel 2015 circa 2 milioni e 800.000 italiani. Ma anche circa 1 milione di persone ha sviluppato disturbi bipolari e oltre 254.000 italiani hanno manifestato schizofrenia.

La Pandemia e i suoi danni collaterali sulla nostra psiche

“Una persona che soffre di disturbi d’ansia potrebbe provare un’ansia incontenibile, e una persona che ha un problema di alcolismo che magari aveva appena cominciato a trattare con terapia di gruppo e individuale si ritrova a bere più di quanto facesse negli ultimi tempi. È come se il lockdown fosse una prova difficile e lunga, a cui queste persone non sono preparate e che può travolgerle, perché taglia molte risorse che sono importanti.i teme molto un aumento dei tentativi di suicidio e un aumento degli esordi psicotici. Sono anche molto preoccupata per le famiglie gravemente disfunzionali, dove ci sia violenza verbale e fisica e dove ci dovessero essere minori costretti a subirla o ad assistervi senza poter accedere a nessun aiuto esterno.”

Un famoso psichiatra ha lanciato un allarme sul grande rischio di suicidi in futuro: Prima la corsa ai supermercati, poi quel desiderio di normalità ostentato dai selfie nei locali o nelle interviste dei ragazzi che dicevano che nessuno avrebbe potuto chiuderli in casa, poi l’assalto ai treni. Quasi che ci fosse un’incapacità ad ammettere che la vita era già cambiata. Ora i sentimenti di sfiducia, tristezza, nervosismo sono molto diffusi. L’ansia collettiva è percepibile, la diffidenza verso chi non rispetta le regole può essere fonte di tensioni. Dovremo attenderci, fra chi soffre già di un disturbo, un rischio di aggravamento di alcune patologie, anche perché la riduzione delle attività connesse al lockdown renderà più difficili i percorsi di cura dei pazienti. Dovremo attenderci anche l’emergere di nuove forme di disagio finora latenti. In alcuni, l’evoluzione in un disturbo, spesso non diagnosticato o curato in modo inadeguato (disturbi dello spettro dello stress, ansioso-depressivi e del sonno, abuso di sostanze” E così lo psichiatra Corrado de Rosa ha avanzato la proposta che in questa situazione venga predisposto un servizio di assistenza psicologica a distanza per tutti i soggetti maggiormente a rischio.