Aver fissato l’udienza per il processo agli assassini di mio figlio è il più grande regalo che i giudici potessero fare a Marco per il suo compleanno. Considerato il particolare momento che stiamo vivendo, nel pieno di questa pandemia, non mi aspettavo che venisse stabilita la data dell’inizio del nuovo processo ai Ciontoli. Sono felice, spero che questa volta sia quella buona per restituire dignità e giustizia a mio figlio, morto a soli 20 anni”.
A parlare è Marina Conte, la mamma di Marco Vannini: è contenta che sia stata fissata la data dell’udienza. Come stabilito dalla Cassazione ci sarà un nuovo processo e questo inizierà il prossimo 8 luglio presso la Corte d’Assise d’Appello di Roma. I magistrati che dovranno giudicare Antonio Ciontoli, sua moglie Maria Pezzillo e i figli Martina e Federico, ovviamente non saranno gli stessi che qualche mese fa avevano emesso quella sentenza che sconvolse e scandalizzò l’Italia. Come tutti ricordano, Antonio Ciontoli fu condannato a soli cinque anni perché i giudici derubricarono il reato da omicidio volontario con dolo eventuale, per cui in primo grado gli erano stati inflitti 14 anni, a omicidio colposo. Questa assurda decisione non è stata, per fortuna, convalidata dalla Corte Suprema che ha disposto un nuovo procedimento a carico dell’intera famiglia Ciontoli.
I giudici della Cassazione non hanno lasciato spazio ad equivoci. Ecco cosa hanno scritto: «La morte di Marco Vannini sopraggiunse quale conseguenza sia delle lesioni causate dal colpo di pistola che della mancanza di soccorsi che, certamente, se tempestivamente attivati, avrebbero scongiurato l’effetto infausto… Una condotta omissiva fu tenuta da tutti gli imputati nel segmento successivo all’esplosione di un colpo di pistola, ascrivibile soltanto ad Antonio Ciontoli, che, dopo il ferimento colposo, rimase inerte, quindi disse il falso ostacolando i soccorsi. Marco Vannini rimasto ferito in conseguenza di quello che si è ritenuto un anomalo incidente, restò affidato alle cure di Antonio Ciontoli e dei di lui familiari. Tutti presero parte alla gestione delle conseguenze dell’incidente…
La sequenza rende chiaro che Antonio Ciontoli e i suoi familiari assunsero volontariamente, rispetto a Marco Vannini, rimasto ferito nella loro abitazione, un dovere di protezione e quindi un obbligo di impedire conseguenze dannose!. Considerazioni, quelle dei giudici della Cassazione, che pesano come macigni sul futuro processuale dei Ciontoli. Rischiano tutti 14 anni. Dopo la pronuncia dell’Appello ci sarà una nuova udienza in Cassazione e solo dopo la decisione della Suprema Corte si potrà scrivere, almeno dal punto di vista giudiziario, la parola fine alla drammatica storia di Marco.