Streaming Hesgoal Juventus – Cagliari Gratis dove vedere Diretta Live Tv No Rojadirecta ore 20:45

Juventus Cagliari sarà trasmessa in diretta tv con il servizio a pagamento di video streaming online DAZN e sul canale satellitare DAZN1 per i clienti che hanno aderito all’offerta Sky-DAZN. Non verrà trasmessa in chiaro.

La prossima sarà la rete numero 50 per Giovanni Simeone in Serie A. Dovesse segnare arriverebbe a questo traguardo all’età di 25 anni e 139 giorni. Gli unici argentini a riuscirci da più giovani in Serie A sono stati Mauro Icardi, Paulo Dybala e Crespo.

Juventus Cagliari sarà disponibile in streaming live su DAZN (link www.dazn.com), tra i servizi links on-demand per seguire le partite di calcio streaming su iPhone, iPad, Android o Samsung Apps e quindi smart tv, tablet, smartphone e pc. Per tutti i non abbonati il servizio è a pagamento. Rojadirecta è illegale e non si può usare perchè oscurata.

Narra, la leggenda che leggenda poi non è, che Andrea Pirlo abbia fatto soprattutto due nomi all’alba dell’ultima sessione di mercato. Alla Continassa hanno preso nota e non sono rimasti stupiti, perché si trattava di profili già seguiti, anche di più: braccati finché l’affare non s’è sbloccato e la Fiorentina, per esempio, ha mollato Federico Chiesa alla Juventus.

Di Hous-sem Aouar, campioncino dell’Olympique Lione, si riparlerà con i francesi, ma intanto il fantasista viola era stato preso, in prestito e a condizioni di riscatto non esattamente economiche. A centrocampo sono arrivati volti nuovi, che hanno abbassato l’età media, e la dirigenza bianconera ha fatto di tutto per prendere e portare a casa l’Obiettivo: Manuel Locatelli. La missione non è fallita, semmai è ancora in corso, perché i rapporti tra il club campione d’Italia e il Sassuolo sono talmente buoni che dell’argomento si tornerà a trattare. Pirlo è pazzo del Loca.

Il centrocampista italiano più forte e completo del nostro campionato -a detta non soltanto di chi ha il sommo piacere di allenarlo, Roberto De Zerbi – è reduce da una parentesi in Nazionale che ne ha certificato l’assoluta indispensabilità In azzurro, nel Sassuolo, in una grande squadra prima o poi E quel poi non può essere così lontano nel tempo, se è vero che l’amministrato-re delegato Giovanni Carnevali non ha intenzione di darsi al tafazzismo spinto liberando il suo gioiello a gennaio, nel pieno della stagione e con gli emiliani che ad ora rappresentano comunque la seconda forza del torneo. Ma in vista dell’estate 2021, a due anni di distanza dalla scadenza del contratto con il mediano classe ’98, il mercato s’è già infiammato. E se di solito il valore di un giocatore dipende sì dalla domanda, però anche dalla portata dell’offerta, la logica porta a pensare che dagli attuali 30-35 milioni (grosso modo la cifra che i neroverdi chiedevano a settembre) si possa passare ai 40 e oltre senza problemi. Il piano della Juventus, al netto dell’eventuale necessità – causa crisi dei ricavi per il Covid – di adoperarsi per trovare una formula creativa volta a convincere il Sassuolo, è acquistare Locatelli al giusto prezzo garantendogli evidentemente uno stipendio adeguato. Vale a dire, molto più degli 800 mila euro dell’attuale ingaggio del centrocampista in Emilia.

Locatelli è un giocatore completo, fatto, finito, che può ancora migliorare ma i cui margini non sono a rischio. Questione di una tecnica fuori discussione, di una visione di gioco con pochi eguali, di una testa sulle spalle che gli consente di non volare con la fantasia Sa, il ragazzo, che l’ora del salto arriverà presto e a quel punto il Sassuolo non porrà ostacoli. È nell’ordine naturale delle cose immaginare una simile prospettiva per un giocatore che alla Juve ha già fatto male quando vestiva i colori del Milan e che il Milan stesso, nelle cui giovanili è cresciuto dopo cinque anni di scuola Atalanta, ha probabilmente sottostimato a suo tempo. Il bilancio stagionale – 7 presenze e due gol (uno su rigore) per 630 minuti complessivi più i recuperi – testimonia l’importanza incontestabile di un elemento cardine per De Zerbi, per Roberto Mancini, per Pirlo qualora la Juve si dimostrasse convincente in sede di trattativa. Costato 20 milioni tra prestito e riscatto obbligatorio, Locatelli vale quasi il doppio. Perché già ora ha numeri speciali: 11.098, come i chilometri totali percorsi finora (dati Lega Serie A), nessuno come lui, segno del fatto che ha fisico e soprattutto non trotta mai a vuoto. E con 13 tiri è terzo dietro Francesco Caputo e Domenico Berardi, che a Sarajevo ha appena trasformato in rete un assist subirne del compagno. Sul podio anche IL E sul podio delle pretendenti la Juve è quella che ci crede di più.

Dove e come guardare la partita, diretta tv e live streaming

Juventus Cagliari sarà trasmessa questa sera a partire dalle ore 20.45. Tutti gli appassionati potranno guardare il match sui canali Sky e più nello specifico a Sky sport Serie A dal canale 202 del satellite e Sky Sport dal canale 251. Come sempre la partita si potrà anche guardare in streaming gratis, ovviamente per tutti gli abbonati al servizio. Questi dovranno utilizzare l’applicazione Sky Go che dà la possibilità di guardare tutto il calcio di Serie A attraverso i dispositivi mobili. In alternativa si potrà anche guardare Juventus Cagliari attraverso i canali Now TV. Quest’ultimo è il servizio Sky che da la possibilità di poter acquistare l’evento prescelto oppure di sottoscrivere un abbonamento.

Cristiano Ronaldo ieri ha pubblicato il video di una pubblicità in cui fa la rockstar con chitarra, nel caso fosse necessario ribadire che l’uomo ha il senso del palcoscenico: da quando è nato, non contempla l’esistenza di squadre che abbiano un altro numero 1 all’infuori di lui. Questo inizio di stagione però ha portato una novità, arrivata con un volo da Madrid: Alvaro Morata.

CR7 e AM9 sarebbero perfetti per le pubblicità – bei tipi, look simile, anche una certa somiglianza – e di questi tempi lo sono anche in campo. La matematica li mette sullo stesso livello – sei gol a testa in stagione – ma in campo, non pensateci.

Più di qualche volta si sono viste tracce di una comprensibile sudditanza psicologica: Morata ha sempre cercato Ronaldo, soprattutto in contropiede, mentre Cristiano, a parti invertite… insomma. Diciamo un po’ meno.

La Juve però si è scoperta dipendente dalla strana coppia: il 7 e il 9 hanno segnato il 67% dei gol di squadra, percentuale raggiunta da nessun altro duo delle grandi europee. Kane e Son del Tottenham arrivano a un passo, Lukaku e Lautaro sono appena più staccati. Testa o croce? Questa medaglia che Ronaldo e Morata possono appuntarsi al petto ovviamente ha due facce.

Testa: quei due insieme funzionano, hanno i piedi per giocare a due nello stretto e sanno essere pericolosi per terra e in cielo, con un modo non troppo diverso di anticipare il difensore di testa. Croce: se due giocatori segnano il 67% dei gol, significa che la squadra contribuisce tra poco e nulla. Dybala sta uscendo a poco a poco dai problemi fisici, Chiesa ancora non trova la porta e i centrocampisti confermano le abitudini: a loro agio fino alla trequarti, in zona-porta vengono presi da smarrimento e labirintite. Pirlo pensa a questo e altro alla vigilia della partita con il Cagliari, altra squadra che vive della finalizzazione di due giocatori: Simeone e Joao Pedro, la miglior coppia dellaA per gol complessivi. Cristiano e Morata ci saranno e CR7, in caso di assenza di Cuadrado, potrebbe essere addirittura capitano. «Alvaro è forte e lo abbiamo preso per questo – ha detto ieri Pirlo -. Ora ha ritrovato fiducia e continuità.

Lo coccoliamo e ce lo teniamo stretto». Lo cercherà come sempre, dalle fasce dove Chiesa può avere una maglia e dal centro, dove Arthur e Rabiot sono sicuri di esserci. La prima di otto Il grande temadella serata però sarà un altro. Non tattica, cattiveria. La Juve inizia un filotto di 8 partite decisamente più semplici rispetto alla concorrenza: troverà solo una delle prime dieci della classifica, l’Atalanta. Significa che Pirlo, per Natale, vuole alzare lo sguardo e non trovare nessuno più alto in cielo.

Non Pioli, che incontrerà Napoli, Sassuolo e Lazio, e nemmeno Gattuso, che ha il calendario peggiore, con Milan, Roma, Inter e Lazio. Non per caso, ieri Pirlo ha parlato di «partita fondamentale », «periodo di adattamento finito»e«risultato da raggiungere in qualsiasi modo». E ancora: «Da ora a Natale avremo dieci partite, come se fossero tutte delle finali. Con il Cagliari voglio vedere uno spirito diverso, combattivo». Caicedo è un trauma ancora non superato. Il 21 novembre quindi è una specie di giorno zero per la Juve.

Dovrà vincere a tutti i costi una partita insidiosa, tra due squadre con nazionali reduci da 10 giorni in cui hanno viaggiato per oltre 150.000 chilometri complessivi, tra Nations League e qualificazioni sudamericane: è come aver fatto per quattro volte il giro del mondo. Pirlo chiede di passare sopra a tutto, cambiare passo, mettere il turbo e aggiungere una terza dimensione alla difesa, che passerà alla visualizzazione in 3D: Demiral, De Ligt e Danilo, tutti insieme senza Bonucci e Chiellini. Un cambiamento copernicano, perché nel 97%delle partite della Juve degli ultimi 10 anni c’è sempre stato almeno uno dei due capitani. E allora, nel giorno delle coppie, si rischia il paradosso: non conta come azioni i due davanti, conta come sostituisci i due dietro.

Nel gioco delle coppie quella regina, formata dal brasiliano Joao Pedro e dall’argentino Giovanni Simeone, si presenta all’Allianz Stadium con la maglia del Cagliari e la faccia dura, quella che mette paura a chiunque, anche a chi da anni domina la Serie A come la Juventus. Dieci gol in due, come Ibrahimovic e Leao (8 lo svedese). I migliori. Devastanti. Ma pure letali, rapaci, opportunisti, precisi, uniti, il giaguaro di Ipatinga e il Cholito hanno prodotto 10 reti, ma, a differenza delle altre coppie di attaccanti del nostro campionato, si sono distribuiti equamente i gol.

Senza che l’uno prevalga sull’altro. Joao ha un solo upgrade: calcia i rigori. E anche bene perché dal dischetto è stato implacabile nell’ultima sfida vinta alla Sardegna Arena (2-0) contro la Sampdoria. Nati per caso L’abbinata Joao Pedro-Simeone è stata collaudata in corsa e per necessità dall’inizio della ripresa alla seconda giornata in casa con l’Inter del torneo scorso.

Leonardo Pavoletti, il bomber totem da 16 gol nel 2018-2019, alla prima col Brescia si è rotto il crociato e l’allora ds Marcello Carli (ora a Parma) dovette correre ai ripari prendendo dalla Fiorentina il Cholito che in viola non era felice. Il campionato del Cagliari non è stato esaltante, quattordicesimo alla fine, ma Joao Pedro ha vissuto la miglior stagione della carriera chiudendo, neanche tanto sorprendentemente, a 18 gol e Simeone è andato per la terza volta in quattro tornei italiani in doppia cifra arrivando a quota 12.

Oggi si presenta allo Stadium con l’obiettivo dichiarato di segnare il gol numero 50 in A e di firmarne uno in maglia rossoblù contro la Juve, cosa che nello scorso campionato gli è riuscita, ma in casa, nella gara vinta in estate (2-0). Joao colpisce Al numero 10 e capitano rossoblù brasiliano nella partita giocata a Torino e persa malamente (4-0) ha detto di no il palo, ma nel torneo 2018-19 fu lui a dare l’illusione ai rossoblù di raddrizzare la partita dopo il vantaggio diDybala. Poi finì 3-1 con lo sciagurato autogol di Bradaric e il sigillo di Cuadrado.

Insomma, Joao Pedro allo Stadiumsi trova a suo agio. E intende far bene anche stasera. Finora ha messo la sua firma a Bergamo contro l’Atalanta, a Torino contro i granata, in casa col Crotone, a Bologna e in casa con la Samp. Significa che va a bersaglio da cinque partite di fila. Ha battuto tanti record, ha superato in corsa Suazo e Oliveira tra i marcatori rossoblù e solo l’inarrivabile Gigi Riva gli sta davanti con 156 gol. Lavora per un obiettivo: guadagnarsi la Nazionale brasiliana, visto che in Europa è il brasiliano che segna di più. E ha tecnica pura. Che Cholito Il compagno di repartoSimeone ha timbrato alla prima in trasferta col Sassuolo, poi la doppietta col Torino, e i gol con Bologna e Crotone.

E’ meno continuo e fa meno spettacolo di Joao, ma in area fa male e col suo movimento sfianca i difensori. Dietro di lui, c’è Leonardo Pavoletti, tornato in forma dopo due crociati rossi, che preme per soffiargli minuti e, magari, il posto. Ma Eusebio Di Francesco si gode la sua coppia:«Abbiamo lavorato tanto per farli giocare insieme, non li voglio mai piatti, ma si capiscono e si cercano. E’ una coppia che vale», ha detto dopo la Samp il DiFra. Che è molto più seccato per le assenze: «Le partite delle nazionali sono troppe. Sono infastidito»

Questa sosta è stata fatta senza troppo senso». Così i dubbi sull’ultima lunga, e contestata, pausa per le nazionali nelle parole di Eusebio Di Francesco prima di buttarsi nella sfida di oggi a Torino contro la Juventus. E il tecnico del Cagliari è in buona compagnia, visto che nelle ultime settimane a dirsi – ed è un eufemismo – perplessi erano stati diversi allenatori della Serie A.

Dubbi confermati, in queste ore, anche dalle tante positività al Covid-19 dopo gli impegni internazionali dei propri giocatori. Di Francesco, per esempio, perde il suo leader difensivo Diego Godin. Niente duello con Cristiano Ronaldo per il centrale ex Inter e Atletico Madrid che è stato contagiato nel ritiro con il suo Uruguay.

E la sua Celeste è diventata un vero e proprio focolaio con almeno sedici contagiati tra staff e giocatori durante il doppio impegno contro Colombia e Brasile. Con il governo uruguaiano che ha anche multato la nazionale per la poco efficace messa in pratica dei protocolli di sicurezza sanitaria. Non solo Godin però perché il Cagliari, nonostante un primo tampone negativo, ha messo in isolamento fiduciario anche il centrocampista Nandez, che con il caudillo uruguaiano ha giocato e viaggiato.

L’ex Boca Juniors salterà dunque la gara con i bianconeri anche se negativo al momento. Situazione diversa, invece, per Bentancur. L’uruguaiano della Juventus dopo il rientro con la nazionale ha effettuato due tamponi, per ora entrambi negativi, e ieri si è allenato individualmente. Oggi farà un nuovo test con la speranza di poter essere convocato in extremis per la gara contro i sardi.

Certo, è solo una coincidenza. Ma agli antijuventini solletica la fantasia, soprattutto ora che c’è poco da far polemica – ma solo per-ché il campionato è stato fermo -sulle decisioni arbitrali, sui rigori dubbi, sui bianconeri aiutati, sulla sudditanza psicologica e bla blabla. Sì, insomma, è solo una coincidenza, ma – tenetevi forte – sembra proprio che il Covid tifi Juventus. O quanto meno provi una certa simpatia per la squadra di Pirlo. La quale in questo campionato è stata danneggiata dalla positività di Ronaldo (isolato a casa per 19 giorni),certo, ma in generale è aiutata per quanto riguarda gli avversari che ora, ovviamente, toccano ferro quando devono affrontare i bianco-neri.

Tutto è iniziato con il clamoroso caso di Juve-Napoli del 4 otto-bre, ricordate? Dybala e compagni, in un momento di palese difficoltà, hanno vinto la sfida contro Gattuso per un 3-0 decretato a tavolino dal giudice sportivo perché gli azzurri non erano potuti partire per Torino, bloccati dall’Asl in quarantena per le positività di Zielinski ed Elmas. Un aiutino niente male.

Poi c’è stata la gara contro la La-zio dell’8 novembre (1-1), scontro diretto, gara decisiva, partita rischiosa. Ed ecco, per la squadra di Pirlo, un altro assist dal virus: Im-mobile, Leiva e Strakosha – non tre qualsiasi, eh: il capocannoniere, il cervello della squadra e il portiere -contagiati e quindi non disponibili. Gran bella fortuna. Ma non l’ulti-ma perché ora, dopo la sosta delle nazionali, la Juventus può ringraziare ancora il Corona.

Già, oggi (alle 20.45) Ronaldo e compagni ospiteranno il Cagliari e indovinate chi non sarà in campo tra i sardi? Uno dei giocatori più importanti, il più esperto, il perno della difesa: Diego Godin, 34 anni, che si è contagiato nella nazionale uruguayana, dove è scoppiato un focolaio con 16 giocatori positivi.

Ma non è tutto. Il Cagliari, oltre al difensore, questa sera rinuncerà anche all’infortunato Lykogiannise soprattutto a Nahitan Nandez, cardine del centrocampo, altro giocatore che era impegnato con l’Uruguay e che è negativo, ma che nnon è stato convocato per precauzione. Situazione delicata, questa, che innervosisce ancora di più gli antijuventini. Perché? Semplice: la Juve, che si trova nella stessa situa-zione con Bentancur, deciderà so-lo oggi se portare il centrocampista in panchina, dopo aver ricevuto l’esito di un secondo tampone (a proposito di test: positivo Rrahmani del Napoli, mentre il ct dell’Italia Roberto Mancini e Totti sono tornati negativo).

Tutto questo caos, naturalmente, ha fatto arrabbiare Di Francesco, allenatore dei sardi. «Non capisco queste gare ravvicinate con le nazionali, c’è rabbia che noi, però, dobbiamo tramutare in qualcosa di utile. Certo, questo calendario svantaggia tutti: come si fa a far giocare le partite di notte il mercoledì sera? Chiaro che poi i giocatori tornano il giovedì alle 22. Ora dovranno stingere i denti. Come stanno? Lo vedremo dopo la gara, lo scopriremo solo vivendo». Per quanto riguarda la Juve, Pirlo si trova a dover fare i conti con guai difensivi. Senza Chiellini e Bonucci, è probabile il varo della coppia centrale formata da Demiral e dal recuperato De Ligt. McKenniee Chiesa possibili esterni di centro-campo, con Arthur e Rabiot in mezzo. Morata e Ronaldo comporranno il tandem offensivo