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Operazione sorpasso o magari aggancio, sperando in un regalo da Bologna. Ma è il mercato ad animare la vigilia dell’Inter e allora Antonio Conte non ci sta a passare per quello che spinge per i rinforzi, a maggior ragione considerando ciò che ripete da ormai settimane: «Prima di tutto, voglio chiarire che non ho chiesto nulla alla proprietà: se qualcuno pensa di accostare Dzeko all’Inter per una mia precisa volontà è lontano anni luce dalla realtà.

Non deve passare il messaggio che ci sia dietro un capriccio da parte dell’allenatore: finora ho influito poco in questo tipo di decisioni e non vado oltre. Ho rispetto per il calciatore, ho rispetto per la Roma e ho rispetto per i miei giocatori. La rosa dell’Inter è questa: se qualcuno decidesse di andare via perché infelice potrebbe cambiare qualcosa oppure se si presentassero delle opportunità a costo zero. Non dobbiamo creare instabilità nell’ambiente, dobbiamo stare zitti e pensare soltanto a lavorare. Non trovo giusto che certe cose possano minare la nostra concentrazione, io sono il primo a non volere distrazioni».

Distrazioni che inevitabilmente possono intaccare la serenità di chi è direttamente coinvolto dalle voci e dai discorsi, come Sanchez. Ecco allora che Conte rialza il muro, pure sul cileno: «Alexis è un calciatore dell’Inter e, come tale, è a disposizione. Deve rimanere concentrato». Chi rientrava nella categoria “possibili scontenti” era Christian Eriksen, verbi coniugati al passato perché il derby di Coppa Italia potrebbe aver cambiato qualcosa. Ed è ciò che si augura anche l’allenatore salentino: «Ci aspettiamo molto anche dal resto, non solo dalle sue qualità balistiche che tutti noi conosciamo».

A tal proposito, Conte chiarisce il suo punto di vista su chi pensa al danese come specialista da schierare per avere più pericolosità sulle palle inattive: «Il calcio non è il rugby, è vero che mancava uno specialista delle punizioni, però speriamo di avere un contributo da lui non solo sui calci da fermo».

L’Inter non avrà il suo condottiero in panchina, dopo le due giornate di squalifica inflitte dal giudice sportivo a Conte per i fatti di Udine e il far west con l’arbitro Maresca. E il tecnico, anche in questo caso, ci tiene a puntualizzare, rispondendo a chi gli chiede se avrebbe auspicato il ricorso per ridurre la sanzione: «No. Sono stato io a chiedere al club di non presentare ricorso. La decisione deve essere accettata, giusta o sbagliata che sia.

Il mio staff mi sostituirà alla grande e i giocatori sanno cosa dovranno fare contro il Benevento, ormai è un anno e mezzo che lavoriamo insieme». I nerazzurri conosceranno in anticipo il risultato del Milan, ma non dovranno sottovalutare la squadra di Pippo Inzaghi: «Il Benevento sta facendo molto bene e sono felice per Inzaghi, che si sta confermando dopo la promozione della scorsa stagione. Ora inizia il girone di ritorno e ogni punto sarà più pesante: ogni squadra ci metterà qualcosa in più. Noi dobbiamo lavorare per migliorare: creiamo tanto, spesso i portieri avversari sono i migliori in campo, ma dobbiamo essere più determinati in zona gol».
Altra settimana chiave per i nerazzurri: oggi il Benevento, martedì la Juventus in Coppa Italia e la Fiorentina venerdì, in teoria. Perché Conte mette le mani avanti sul calendario: «Con la Coppa Italia in mezzo non vedo perché non si possa posticipare la partita di un giorno».

Idea. Trattativa. Negoziazione totalmente arenata, almeno per il momento. Bastano poche parole per riassumere lo stato attuale dell’eventuale scambio di prestiti tra Edin Dzeko ed Alexis Sanchez.

L’incontro di mercoledì in un noto albergo meneghino tra Tiago Pinto e Piero Ausilio non ha infatti avuto alcun seguito. La Roma ha proposto l’affare. L’Inter ha ascoltato i propri interlocutori con interesse. Con il direttore sportivo dei nerazzurri che però ha fin da subito spiegato al direttore generale dei giallorossi l’impossibilità di aumentare il monte ingaggi della propria rosa. E quella consequenziale di investire anche solo un euro per il mercato in entrata dei meneghini. L’ingaggio dei due calciatori è grosso modo simile. Ma c’è un particolare fondamentale che ne determina un sostanziale disequilibrio.

L’Inter con Sanchez gode i benefici del decreto crescita. Per un aiuto fiscale non attuabile col potenziale stipendio di Dzeko. Ballano così circa 1,5 – 1,8 milioni di euro, ossia il disavanzo salariale dei compensi dei due atleti per i prossimi cinque mesi. Non una cifra enorme. Ma in tempi di pandemia una somma sufficiente e determinante per bloccare l’avanzamento delle contrattazioni. Ausilio, forte anche del fatto che l’attaccante cileno è integrato perfettamente nel progetto nerazzurro – al contrario della punta bosniaca che oggi è un esubero di lusso a Trigoria – pretende quindi, per arrivare alla fumata bianca, che sia proprio la società capitolina a colmare in qualche modo il differenziale pecuniario.

La soluzione più semplice porterebbe ad un prestito oneroso di Sanchez e a quello gratuito di Dzeko. Quelle più fantasiose, ma comunque tecnicamente percorribili, prevedono il trasferimento di un altro giocatore della Beneamata – vedi Pinamonti e/o Radu – nella Capitale. Ipotesi che al momento non convincono Tiago Pinto e che, come specificato pocanzi, hanno stoppato i discorsi tra le due società. Ieri infatti sia l’amministratore delegato Marotta, sia il direttore sportivo Ausilio hanno trascorso quasi tutta la totalità della giornata ad Appiano Gentile. La dirigenza nerazzurra ha così voluto mostrare la propria vicinanza ad Antonio Conte e ai suoi calciatori nel giorno della vigilia della sfida di campionato contro il Benevento di Inzaghi.

Particolare non da poco: due giorni fa sono state pagate le mensilità arretrate di luglio e agosto. Poi è stato di fatto certificato un accordo di massima con tutta la rosa della Beneamata affinché gli stipendi di novembre e dicembre vengano saldati entro i termini stabiliti dalle norme federali, ovvero entro la fine di maggio. Insomma chi ieri si aspettava un nuovo meeting tra Ausilio e Pinto è rimasto deluso. Col portoghese che ha lasciato Milano con un treno in partenza dalla stazione centrale nel tardo pomeriggio. Il lusitano ha lavorato su altri fronti. Intanto Sanchez oggi contro il Benevento partirà dalla panchina. E come esplicitato da Conte in conferenza stampa: «Dovrà rimanere concentrato e restare a disposizione». D’altra parte non sono previste nuove riunioni di mercato tra Inter e Roma. I dialoghi per lo scambio dei due giocatori potrebbero riprendere solo ed esclusivamente se Pinto telefonasse ai dirigenti nerazzurri con una nuova ed allettante proposta. E dato che nel calciomercato nulla è impossibile o scontato si dovrà solo attendere la naturale e temporale evoluzione della vicenda. Nel caso infatti che ci fossero ribaltamenti improvvisi e non programmati, non solo i meneghini accoglierebbero a braccia aperte il potente bomber, ma altresì avrebbero già in mente un potenziale piano B di mercato. Qualora dovesse partire anche Andrea Pinamonti, cercato tra l’altro pure dal Bologna di Mihajlovic, il reparto offensivo potrebbe essere completato dall’eventuale ritorno del figliol prodigo Eder.