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Primo match-point Champions? Forse è esagerato definire la sfida di questa sera contro il Napoli un bivio decisivo per la stagione in Serie A del Milan, ma è evidente, classifica alla mano, che una vittoria cambierebbe le prospettive della squadra di Stefano Pioli, oltre a tenerla in corsa per il sogno scudetto. Al netto della gara che gli azzurri dovranno recuperare con la Juventus il 7 aprile prossimo, in caso di successo questa sera, il Milan si porterebbe a 59 punti, lasciando il Napoli a quota 47.

Un vantaggio di 12 punti – 9 in caso di vittoria dei ragazzi di Gattuso a Torino – a undici giornate dal termine che rappresenterebbe indubbiamente un solco importante nella corsa a un posto in Champions. Inoltre, in caso di clamorosa rimonta del Napoli, non perdere stasera permetterebbe comunque al Milan di mettersi in una situazione di vantaggio nei confronti proprio dei campani negli scontri diretti dopo la vittoria dell’andata per 3-1, quando Ibrahimovic, letale con una doppietta, si fece male, iniziando il suo calvario degli ultimi quattro mesi. Il Milan per quanto concerne gli scontri diretti è in svantaggio con Inter (definitivamente), Juventus e Atalanta, ma è davanti con la Roma (3-3 a San Siro e vittoria per 2-1 all’Olimpico) e, attualmente, con la Lazio grazie all’affermazione pre-natalizia per 3-2.

«Il Napoli gioca un bel calcio, ha qualità, si è compattato attorno al suo allenatore. Ci aspetta una partita complicata – ha esordito ieri Pioli nella conferenza della vigilia -, il Napoli è una delle squadre più forti del campionato. Ci siamo rilassati soltanto una volta a La Spezia, nelle altre partite non è mai mancata la determinazione. Alleno un gruppo di giocatori molto responsabili, un gruppo di qualità, anche nelle difficoltà numeriche ho le possibilità di contare su giocatori forti. Se giochiamo da squadra e siamo attivi, se collaboriamo, allora possiamo diventare forti. Scudetto? Dobbiamo concentrarci sul Napoli, la gara più importante è questa.

Non possiamo fare dei conti, dobbiamo pensare a vincere più gare possibili». Pioli in settimana è stato – nuovamente – elogiato dalla società per le due prestazioni messe in fila a Verona e Manchester, due gare in trasferta, il terreno di caccia preferito del Milan ’20-21, visto che i rossoneri lontano da San Siro hanno ottenuto 34 punti in tredici giornate, la squadra migliore della Serie A. Rendimento opposto in casa, con 22 punti in 13 partite e settimo posto in questa ideale classifica: «Se vogliamo puntare a un campionato di vertice dobbiamo migliorare i risultati casalinghi – ha infatti sottolineato il tecnico emiliano -. Dobbiamo giocare con ritmo, muovere molto velocemente la palla e fare correre gli avversari. I complimenti fanno piacere, la proprietà è sempre molto vicina, ma adesso pensiamo al Napoli».

Gara che Pioli dovrà nuovamente affrontare senza Ibrahimovic e con Leao al centro dell’attacco: «Zlatan è il nostro faro, ma il Milan è dipendente dal nostro gioco; i leader sono tanti perché riconosciamo un certo modo di stare in campo. Dopo Manchester ho protetto Leao perché ho visto gli atteggiamenti giusti, il sacrificio e il lavoro – ha aggiunto Pioli -. L’anno scorso mancava nel saper stare dentro la partita con più continuità, su questo è migliorato. Pretendo tanto da lui, sta lavorando bene per la squadra, deve continuare così.

Deve migliorare nel riconoscere i tempi di gioco, a volte spreca energie scattando quando i compagni non lo possono servire. Il gol invece arriverà». Leao è la ciliegina che manca a un Milan che, dopo qualche battuta d’arresto, sembra aver ritrovato la retta via: «Per molti ragazzi è la prima stagione dove si gioca ogni tre giorni, un calo ci può stare, ma siamo stati bravi ad imparare dalle nostre sconfitte. Degli inciampi non possono far dimenticare quello che ci ha permesso di essere la sorpresa del 2020 – ha evidenziato -. Intensità e qualità devono andare di pari passo se vogliamo mantenere questi livelli».

Pioli ha parlato di Leao, ha dato una carezza virtuale a Gattuso – «ha fatto un ottimo lavoro qua» -, senza volersi soffermare sul nuovo rinvio di Juve-Napoli («su quello che fanno gli altri, lascio commentare, io spero di andare avanti più possibile in Europa League e giocare sempre ogni tre-quattro giorni»), ma soprattutto si è fermato sul suo trascinatore, Kessie: «I meriti sono tutti di Franck, ha avuto un’applicazione giornaliera importante. E’ mentalmente molto forte – ha spiegato il tecnico -, sempre pronto ad aiutare i compagni, a fare e dire la cosa giusta. Con le qualità che ha può giocare ovunque, a Manchester nel finale l’ho trequartista per avere un giocatore imponente che potesse reggere qualche duello aereo. Ha l’età per crescere ancora, sta diventando un giocatore davvero molto forte».

La foto più nitida di Rafael Leao contro il Manchester United è quella legata alla sgroppata finale con la quale ha procurato il calcio d’angolo che ha portato al pareggio del Milan. Una giocata importante, che il portoghese ha nel suo bagaglio tecnico e nata nell’unico momento in cui ha potuto allargarsi, prendere il pallone e puntare con decisione la banda sinistra, quella dove si trova meglio.

Pochi minuti prima, invece, aveva lisciato clamorosamente una palla di Kessie che grondava oro per l’occasione che si era venuta a creare. Il rapporto tra Leao ed il gol è di quelli ad intermittenza e che si prendono lunghe pause. L’ultimo suo squillo è quello del 9 gennaio contro il Torino. Oltre due mesi di digiuno, per un giocatore come lui, sono oggettivamente troppi e con Ibrahimovic e Mandzukic ancora ai box (per poco) e Rebic che partirà dalla panchina, le luci della ribalta offensiva saranno improntante ancora su di lui. Al Milan sono tutti convinti che Rafa abbia nelle gambe, nella testa e nei piedi almeno la doppia cifra a campionato, ma da prima punta pura sta dimostrando di avere ancora delle carenze soprattutto fisiche e una reazione al duello corpo a corpo troppo arrendevole. Serve una svolta.

Dopo mesi di protezione, è arrivato il momento che Leao esca dal guscio e ci metta un po’ più di convinzione anche in una posizione che, attualmente, fa fatica a digerire. Ed in un momento così, dove c’è bisogno di tutti per continuare a correre su entrambi i fronti, i gol di Leao iniziano a diventare una sorta di necessità fisica per la squadra. La cosa che non si riesce a tradurre è come questo ragazzo, che in allenamento fa cose impressionanti, non riesca a ripeterle con costanza in campo.

Vero, è un classe ’99, ma la sola giovane età non può bastare come giustificazione anche perché se vali i soldi spesi dal Milan due anni fa, devi anche dimostrare che quell’investimento è stato corretto. Per ora il bollettino della borsa di Leao è stato parecchio altalenante e i due mesi senza gol sono un fattore inequivocabile. Ma a Milanello sono fermamente convinti che Rafa abbia un potenziale inespresso ancora molto ampio e che potrebbe farlo diventare un grande giocatore. E la gara di questa sera contro il Napoli, che rappresenta un altro scontro diretto per la Champions, può essere il giusto palcoscenico per porre fine al digiuno da realizzazioni. Il gol record con il Sassuolo e la gemma contro il Benevento sono lontani ricordi che necessitano di essere rinfrescati con nuovi affreschi, importanti e forse decisivi per dare un’altra picconata ad una diretta concorrente per entrare nelle prime quattro posizioni. In più, quella contro il Napoli potrebbe essere anche l’ultima gara di Leao come centravanti.

Già, perché nel corso della prossima settimana, sia Ibra sia Mandzukic dovrebbero rientrare in gruppo ed essere a disposizione per la sfida di giovedì contro lo United a San Siro. Recuperi di spessore, perché sia lo svedese sia il croato, hanno finalmente smaltito i loro acciacchi fisici e potranno essere determinanti nel rush finale della stagione. Così facendo, Leao tornerebbe a giocarsi una maglia da titolare con Rebic per agire nelle zolle di campo che più gli piacciono, ma prima dovrà adempiere al ruolo di supplente di Ibra e SuperMario. Non sarà una partita facile, perché il Napoli dovrebbe giocare con due giocatori molto fisici come Koulibaly e Maksimovic, ma se il primo è anche molto veloce, il secondo potrebbe essere più attaccabile da Leao, che non dovrà perdersi d’animo e dovrà dare continuità d’impegno nel corso di tutta la partita. Perché i suoi compagni hanno bisogno di lui e di quel lampo che può, davvero, svoltare nuovamente la sua stagione. Poi torneranno i corazzieri.