Màneskin chi sono

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Un suggerimento tra il serio e il faceto: “Un consiglio a chi organizza Eurovision: costruite un palco resistente perché questi buttano giù tutto”. E bastato questo Tweet del rapper Shade per presentare al mondo i Màneskin, trionfatori a Sanremo 2021, già in testa alle classifiche digitali nazionali e in decollo anche sulle piattaforme internazionali.

«Una vittoria quasi a sorpresa, che all’inizio ha stupito anche loro», assicura la vocal coach Danila Satragno, che segue i quattro ragazzi dai tempi di X Factor 2017 e che era anche a Sanremo, «super tamponata e a prova di virus». In effetti su di loro avevano puntato i fan della prima ora e vari addetti ai lavori, pronti a scommettere sull’effetto bomba di questa giovanissima e talentuosa formazione rock, capace di innovare un genere che in Italia era esclusivo appannaggio di star inossidabili come Vasco e Ligabue, gli unici capaci di riempire gli stadi.

Ora invece, dopo aver staccato al televoto di varie lunghezze Fedez e Francesca Michielin ed Ermal Meta, rispettivamente secondi e terzo all’Ariston, i Màneskin faranno il pieno nei concerti: i prossimi concerti sono già sold out. Ventenni da record già in odore di disco di platino con il brano vincitore Zitti e buoni (e con migliaia di prenotazioni per l’album Teatro d’ira – Voi. T in uscita il 19 marzo), in sole sei ore hanno raggiunto il tutto esaurito e costretto gli organizzatori ad aggiungere nuove date. Non a caso Fabio Fazio, li ha accolti a Che tempo che fa dicendo: «Siete la più grande novità della musica italiana. Che energia incredibile».

E Vasco ha aggiunto i suoi complimenti: «Rivoluzione Sanremo. Il popolo del rock ha votato». Persino la grande Orietta Berti, in gara all’Ariston, ha confessato che vorrebbe duettare con questi giovani «Naziskin», una storpiatura-gaffe diventata già leggendaria. Eppure dopo il terremoto di emozioni e lacrime sul palco, i quattro sarebbero stati pronti a sottrarsi alle luci della ribalta: «Speravamo di tornare subito in albergo a festeggiare, ma in realtà per via delle interviste siamo riusciti a rientrare solo alle quattro notte», hanno raccontato candidamente. Insomma, altro che trasgressivi e fuori di testa, come urlano sul palco: «In realtà», rivela la vocal coach Satragno, «Damiano è uno che cura con grande attenzione la propria forma fisica e mentale. Mangia solo cibi sani, non beve né fuma quando deve cantare.

Per Sanremo si è preparato con grande disciplina, cominciando mesi fa l’allenamento con me prima in Dad e poi di persona. Un talento naturale, con un’incredibile estensione vocale: io l’ho solo aiutato ad addomesticarla, controllarla ed ampliarla. Anche i fonici a Sanremo l’hanno confermato: le sue prestazioni vocali sono andate migliorando, sera dopo sera». Grande anche la presenza scenica: «Manuel Agnelli, che nella serata dei duetti ha cantato con Damiano il brano dei CCCP, Amandoti, mi ha parlato di un’energia e di un magnetismo unici».

Ma per quanto riguarda il classico cliché del “sesso, droga e rock’roll”, siamo fuori strada, assicura Danila: «Anche gli altri curano molto il loro corpo. E poi si conoscono dai tempi del liceo, inutile immaginare flirt tra loro: li lega una fratellanza autentica, cementata da anni di gavetta fatta di concerti per strada. Ora vivono questo successo con tutta la leggerezza dei vent anni». L’unica vera doccia fredda la vocal coa- ch la riserva ai milioni di ragazze che adorano Damiano, stregate dal suo fascino graffiale e sensuale: il cuore del cantante è occupato. «A Sanremo è stato accompagnato da una bellissima ragazza dagli occhi neri. Il loro affiatamento era evidente. Amabile e delicata, ha schivato ogni apparizione pubblica. Gli altri, invece, sono arrivati senza accompagnatori». Impossibile ottenere qualche confidenza in più: lei pensa già alla preparazione del frontman e di tutto il gruppo per l’Eurofestival, a maggio.

A fondare la band sono stati il chitarrista Thomas Raggi e la bassista Victoria De Angelis, romani dei quartieri Monteverde e Bravetta, amici d’infanzia, compagni al liceo Kennedy. A loro si aggiunge ben presto Damiano David, voce e carisma da vendere e autore talentuoso malgrado le varie bocciature al liceo linguistico. Alla scuola preferiva di gran lunga il basket: giocava nelle giovanili di A2 di una squadra della capitale. Ultimo arrivato Ethan Torchio, il batterista della provincia di Frosinone, reclutato con un annuncio sui social, artefice del ritmo indiavolato che caratterizza il gruppo.

Dopo la gavetta nei club e nelle strade di Roma – luogo preferito per esibirsi la centralissima via del Corso – i Màneskin conoscono il successo a X Factor 2017 dove però arrivano solo secondi. I 70 concerti europei da tutto esaurito che sono seguiti, più vari dischi di platino, danno loro ragione. Ma anche dal gradino più alto di Sanremo non rinunciano alla battuta: «Dedichiamo il successo a quel prof che ci diceva di stare sempre zitti e buoni». Ragazzacci a parole, signorini del rock nei fatti.