Nadia Toffa, la conduttrice ha combattuto con coraggio e determinazione

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E stata una grintosa e tenace giornalista d’inchiesta, una conduttrice dalla simpatia contagiosa, una Iena dal grande cuore. Nadia Toffa aveva 40 anni, una forza d’animo davvero fuori dal comune, una prepotente e incontenibile voglia di vivere. È scomparsa martedì 13 agosto, stroncata da un cancro contro cui lottava da Un anno e mezzo, e “Niente sarà più come prima”, come hanno scritto i suoi colleghi de Le Iene in una toccante lettera d’addio.

Il suo calvario era cominciato nel dicembre del 2017. Un malore a Trieste, il ricovero in ospedale e la drammatica scoperta di ciò che l’aveva causato. Già allora un’ondata di affetto la travolse. Così come quando, mesi dopo, tornò dietro la scrivania de Le Iene e raccontò quello che le stava accadendo. “Ho avuto un cancro”, confessò con la voce rotta dall’emozione, ma con la forza di chi sentiva di dover rispettare quel patto di sincerità stipulato da anni con il suo pubblico. “Ho solo perso qualche chilo, non mi vergogno neanche del fatto che sto indossando una parrucca, questi non sono i miei capelli. Non vi nascondo che ci sono stati momenti difficili. Quando vedi le prime ciocche di capelli che ti rimangono in mano è un momento molto forte”: così raccontò.

Concoraggio e determinazione, Nadia ha combattuto la sua battaglia, convinta che quell’esercito di persone che lottano ogni giorno contro il cancro vadano considerati “guerrieri” e non malati. Durante i mesi del suo calvario, la Toffa ha trovato nel suo lavoro in Tv un’ancora preziosa a cui aggrapparsi, .così come nella scrittura di un controverso libro Fiorire d’inverno.
Voleva dimostrare a tutti, Nadia, donna dal grande altruismo, che la “sfiga” del cancro poteva essere vissuta, a suo modo, come un’opportunità. E giù insulti, accuse e offese sui social. Pochi avevano compreso la portata e il significato più profondo delle sue parole.

Molti le hanno travisate. Troppi le hanno strumentalizzate. Eppure la conduttrice bresciana le parole sapeva usarle bene. Parole dure, precise, studiate, capaci di inchiodare alle proprie responsabilità i suoi interlocutori durante le sue tante e delicate inchieste: sulla “Terra dei fuochi”, sulla prostituzione minorile, sull’Uva di Taranto o sulla ludopatia. La sua unica paura era quella di lasciare sola sua madre.
Tanti i messaggi di cordoglio arrivati, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Rosario Fiorello, passando per Barbara d’Urso, Emma Marrone, Jovanotti, Enrico Mentana, il suo amico e collega Nicola Savino e tantissime altre persone, famose e non, che hanno voluto salutare Nadia.