Dolcetto o scherzetto? Ad Halloween mancano tre mesi, ma quella di Cagliari, per l’Inter, pare proprio la notte delle streghe. Oppure degli esodati, basta scegliere. Perché Romelu Lukaku ha spalle larghissime però, in attesa che l’ultimo giorno di mercato porti in dote la sua possibile riserva (come auspica caldamente Antonio Conte), più che mai sarà fastidioso per lui sentirsi alle sue spalle il fiato Mauro Icardi che, dopo aver fatto causa all’Inter, ha trovato il modo di riprendersi il centro della scena.
Sarà invece un pericolo in carne ed ossa Radja Nainggolan, l’uomo che ha consegnato (grazie al suo gol all’Empoli) la Champions all’Inter spallettiana e che farà del suo meglio per dimostrare che non è stata cosa buona e giusta metterlo alla porta. Anche qui si sfiora il paradosso: Conte si è perfettamente allineato alle scelte societaria però aspetta ancora quel centrocampista di gamba, esperienza e con un buon feeling con il gol che renderebbe irresistibile la sua Inter. L’identikit porta ad Arturo Vidal che, proprio come il Ninja, vanta pure un importante curriculum… extracalcistico. Fatto sta che ieri l’ex ct ha parlato con affetto del belga, spedito a Cagliari in base alla linea dura imposta da Marotta dopo i fatti dell’ultima stagione: «Ho grande rispetto nei confronti di Radja che è un buonissimo giocatore tanto che lo volevo portare al Chelsea nel mio primo anno. Sapete benissimo che sono state prese altre decisioni, ma lo saluterò con grande piacere».
LA 11 A SANCHEZ Solo carbone (non poteva essere altrimenti) per Icardi. Conte ha difeso il suo operato e ha pure mostrato, per la prima volta da quando è a Milano, un malcelato fastidio nell’affrontare un argomento che, inevitabilmente, crea disturbo all’interno dello spogliatoio: «È stato fatto tutto nel modo più corretto possibile. Sono otto mesi che si parla di questa cosa e non voglio entrarci». Il perché è presto detto: «Vedo che i protagonisti continuano a essere altri e non chi questa stagione la deve giocare. Dal mio punto di vista continua a non esserci alcuna turbativa: continueremo a fare quello che è stato fatto. Noi siamo concentrati sul lavoro, su quello che accade in campo ma capisco che per altri è importante cavalcare alcune situazioni. Ma noi, ripeto, dobbiamo pensare al campo ». E stasera, per tutti questi motivi, sarà un primo esame di maturità per un’Inter che il 1° marzo uscì sconfitta 2-1 dalla Sardegna Arena. Quasi superfluo sottolineare quanto sarebbe importante dare continuità alla goleada al Lecce con un’altra vittoria che permetterebbe all’Inter di arrivare alla sosta con la tranquillità che, a causa del caso Icardi, è mancata in società e alla Pinetina. Benedetta sarà la pausa per rimettere in condizione Sanchez (che ha preso la 11 ed è volato in Sardegna con i nuovi compagni di squadra: «è un giocatore importante che nelle ultime due stagioni non è andato bene con lo United. Arriva con entusiasmo e voglia di fare») e recuperare De Vrij che invece è rimasto a casa. «Abbiamo avuto una buona partenza ma ci sono ancora tantissime cose su cui dobbiamo lavorare sapendo che da quello che faremo passerà il nostro futuro », ha spiegato Conte lanciando un avvertimento ai naviganti «Dopo la sosta inizierà la Champions, ci saranno tante partite da giocare e dovremo farci trovare pronti perché non ci sarà più tempo per gli errori.
MILANO. È ancora tutto aperto. Al netto di possibili sviluppi intorno a Mauro Icardi (che l’Inter cede in prestito – e all’estero, con Monaco e Atletico Madrid in attesa – soltanto se rinnova il contratto in scadenza nel 2021, condizione che l’argentino rifiuta), il rush finale di mercato può riservare nuove sorprese sotto il cielo nerazzurro. Tutto ruota intorno a Matteo Politano. Cederlo non è un’esigenza dell’Inter ma Beppe Marotta ha il dovere di ascoltare le offerte e quella della Fiorentina è ottima: 30 milioni, bonus inclusi, viola che parallelamente trattano Pedro con la Fluminense. L’Inter, nel caso, avrebbe in mano anche il possibile sostituto, ovvero Ante Rebic, che ha costi legati al cartellino simili a quelli dell’azzurro. Ma c’è dell’altro perché Conte, nonostante abbia mantenuto il profilo basso sull’argomento in conferenza stampa, si augura sempre di poter avere un vice Lukaku e un centrocampista in più. Tempi sempre più stretti rendono difficile pensare che l’Inter possa arrivare ad Arturo Vidal (prima scelta dell’allenatore) ma, anche per rendere più profonda la lista Uefa, l’ultimo giorno di mercato potrebbe essere utile per chiedere in prestito al Verona Daniel Bessa (su cui aleggia pure il Bordeaux che però gli preferisce Gonalons, in uscita dalla Roma). Sempre in prestito potrebbe accasarsi a Udine Federico Dimarco. Il Sassuolo può invece risolvere il problema del vice Lukaku girando Alessandro Matri all’Inter con la stessa formula: soluzione tatticamente perfetta per Conte che ha già allenato l’attaccante alla Juve. Altrimenti, nel caso, non resterebbe che il mercato degli svincolati.
CAGLIARI. Curiosità mista a timore per eventuale secondo passo falso consecutivo in casa. Si va verso il “sold-out” contro l’Inter. Il popolo rossoblù risponde ed apre un credito verso la propria squadra dopo la falsa partenza col Brescia. Mister Maran avrà a disposizione anche gli ultimi arrivati e proverà a tamponare le assenze pesanti di due elementi di riferimento come Pavoletti (martedì 3 settembre visita propedeutica all’intervento chirurgico al ginocchio sinistro, che sarà effettuato dal Professor Christian Fink presso la Clinica Hochrum di Innsbruck) e Cragno dovrebbero potenzialmente influire sugli equilibri. «Parlerò con i ragazzi appena arrivati per capire quali soluzioni adottare» ha detto Maran. Il ds Carli, braccio armato di Giulini, è riuscito a sistemare la rosa con specificità rilevanti. Ma ora sono da proiettare sul campo le aspettative. Maran potrebbe esser tentato di dare un colpo di spugna e presentarsi in assetto diverso dal solito, un 4-4-2 spacciando Ionita come trequartista, ma effettivamente con compiti di raccordo, non sarebbe idea peregrina. Sicuro del posto Rog, che esordirà in campionato dopo aver saltato per squalifica la prima col Brescia. Luca Pellegrini torna in pista e partirà titolare, festeggiando la convocazione in Nazionale. «Chi è arrivato deve capire cosa significa questa maglia.-ha proseguito Maran- Dobbiamo essere un blocco unico che non ha paura di niente e di nessuno». E chiarisce: «È necessario sfruttare la rabbia che deriva dalla sfortuna. L’Inter è cambiata molto nell’interpretazione delle partite. Affrontiamo una squadra che sarà sicuramente tra le protagoniste del campionato. Barella? È figlio della maglia rossoblù ed ecco perchè dovrà essere accolto bene».
I n guerra ma con la possibilità concreta di restare insieme anche dopo la fine del mercato. La nuova puntata della telenovela Mauro Icardi, che ha fatto causa all’Inter chiedendo al Collegio Arbitrale il reintegro nella parte tattica degli allenamenti e un risarcimento danni di 1,5 milioni (il 20% dello stipendio lordo dell’argentino), ha ulteriormente complicato la strada che può portare l’ex capitano lontano da Milano.Dopo i ripetuti no alle offerte milionarie di Roma, Monaco e Napoli, adesso non ci sono squadre intenzionate a farsi sotto davvero per Mauro. Marotta, che non prende in considerazione l’ipotesi cessione alla Juve, spera ancora che allungando il contratto al 2022 e prestandolo all’estero il casus belli possa evaporare. Ma a soli due giorni dalla fine delle trattative sembra un’impresa titanica, ameno che il Psg (questa è la speranza della dirigenza nerazzurra) non faccia un blitz improvviso. Nel frattempo la causa contro il club, piombata nei computer della sede nerazzurra giovedì sera, va avanti. Entro martedì l’Inter dovrà rispondere alle accuse di Icardi, presentando la sua difesa. Poi si vedrà, conunperò da ricordare: in caso di cessione last minute il ricorso di Mauro decadrebbe. «Nessuna strategia» Un ricorso molto esplicito, firmato dall’avvocato molisano Giuseppe Di Carlo: «Mauro è stato messo nelle condizioni di fare causa – spiega il difensore dell’argentino –: non c’è nessuna strategia, lui vuole rimanere all’Inter,ama i nerazzurri, chiede di non essere più emarginato. Per noi c’è stato un demansionamento, l’Inter lo sta costringendo ad andare via. Il risarcimento? Mauro non vuole i soldi, la richiesta è obbligatoria se c’è il reintegro». Nella domanda di arbitrato si ricostruiscono gli ultimi mesi del rapporto Mauro-Inter e si parla di «discriminazione» e «umiliazione quotidiana». Frutto degli allenamenti a parte coni tecnici della Primavera, delle partitelle in cui lui e Joao Mario fanno da sponda, dell’assenza dalle amichevoli, dell’esclusione dalla chat di squadra in cui vengono comunicati gli orari degli allenamenti, del numero 9 tolto «nonostante abbia segnato 124 gol con quella maglia». Si va anche indietro, alla fascia «tolta senza una valida ragione» e all’esclusione dagli «shooting per la presentazione delle nuove maglie». Mauro produce 41 prove, cita i casi di Puggioni del Chievo e Albertazzi del Verona e chiama a testimoniare i compagni. Una serie di punti che non hanno scalfito la posizione dell’Inter, così come era successo dopo la diffida che Icardi aveva fatto arrivare alla società l’11 agosto in cui già si chiedeva il reintegro negli allenamenti. Rilancio nerazzurro I nerazzurri hanno messo Mauro fuori dal progetto a inizio luglio e, come ripetuto sempre dal club, non sono mai andati contro il contratto collettivo. Per l’Inter le accuse dell’argentino non hanno fondamento. Visto che Mauro, ad esempio, avrebbe preferito non seguire la squadra nel tour asiaticoe a inizio agosto si sarebbe rifiutato di allenarsi coi compagni, rimanendo in palestra da solo senza giustificati motivi. A volte l’argentino non è stato escluso dalla parte tattica: in questo caso, comunque, c’è sempre il diritto dell’allenatore di scegliere chi fa le partitelle. Tutto ampiamente dentro i limiti, così come ribadito anche da Antonio Conte: «Abbiamo fatto tutto nella maniera più corretta e andremo avanti così – ha detto l’allenatore –.Mauro resterà? Non ci sono né ci saranno turbative nello spogliatoio, si parla da 8 mesi di questa vicenda e non voglio entrarci: io voglio essere concentrato sul lavoro, su questa stagione. Invece i protagonisti restano ancora gli altri, quelli che non devono giocare». Conte tira dritto, così come Icardi, che ieri nel pieno della bufera mediatica si è presentato ad Appiano lavorando come sempre in questi mesi. Mauro ha fatto la prima parte di allenamento, poi niente esercizi tattici. E visto che era stato escluso dalla trasferta di Cagliari, prima di pranzo è tornato a casa senza assistere al discorso motivazionale del presidente Zhang. L’ennesimo segnale di gelo: chissà se gli ultimi due giorni di mercato cambieranno qualcosa.
Mauro Icardi ha attaccato l’Inter e il club è pronto a difendersi. La battaglia legale scatenata dalla richiesta del bomber di un completo reintegro negli allenamenti è alle porte e, se il giocatore non cambierà squadra prima di domani sera, nei prossimi mesi darà parecchio da scrivere per la “gioia” (eufemismo) dei dirigenti di viale della Liberazione e di Conte. L’ex capitano ha già scoperto le sue carte con la domanda d’arbitrato inviata giovedì sera all’Inter dall’avvocato Giuseppe Di Carlo (è finita su Internet e sui social; verrà presentata una denuncia contro ignoti da parte del legale della famiglia Icardi); la società nerazzurra entro martedì ribatterà. Si preannuncia una battaglia a suon di carte bollate e chissà se finirà con la richiesta di reintegro (più 1,5 milioni di danni) adesso avanzata al Collegio Arbitrale.
MAURO ATTACCA. Nell’atto redatto dal legale degli Icardis si parla di «eventi chiaramente discriminatori». Alcuni vengono spiegati sommariamente («la fascia di capitano tolta senza alcuna valiga ragione», «l’esclusione da ogni iniziativa pubblicitaria e/o di marketing del club», «la maglia numero 9 tolta» e «il fatto che sia finito “fuori rosa”»), altri in maniera più dettagliata come gli allenamenti dal 16 al 24 agosto, quelli successivi all’invio della prima diffida (11 agosto). Gli Icardis si aspettavano che Mauro sarebbe stato reintegrato anche nelle sedute di tattica e nelle partitelle ed invece, accusano, ciò non è avvenuto. Ecco spiegato il perché del report di ogni seduta da metà agosto in poi. Viene fuori il quadro di un Icardi che si allena in palestra da solo o con Joao Mario, Agoumé e Salcedo sul campo agli ordini di allenatori della Primavera («Ad eccezione del riscaldamento in gruppo»). Insomma un trattamento «differente dal resto della prima squadra anche perché il calciatore è stato addirittura escluso dalla chat della squadra nella quale vengono comunicati gli orari e le modalità dell’allenamento». A corredo dell’atto vengono citati come testimoni i compagni.
L’INTER SI DIFENDE. Dopo la riunione di venerdì sera tra l’ad Marotta e il legale nerazzurro Capellini, ieri alla Pinetina la linea difensiva da tenere è stata nuovamente studiata. L’Inter è convinta di aver agito correttamente e di non aver infranto nessuna regola: ritiene che la scelta del capitano competa alla società e all’allenatore, che un numero di maglia non sia di proprietà di un calciatore e che sia il club a individuare quali dei suoi tesserati partecipano agli shooting fotografici per la presentazione delle maglie. La società, che entro martedì dovrà nominare il suo arbitro (probabile che si tratti di un avvocato molto noto), illustrerà la sua ricostruzione dei fatti, a partire dalla mancata partecipazione del calciatore alla tournée in Cina (decisione presa dopo un’iniziale richiesta di Mauro che voleva “potenziare” il ginocchio destro). Raccolti filmati e foto degli allenamenti nei quali Mauro a volte è stato utilizzato per partitelle a tema. Quanto alla parte tecnico-tattica delle sedute, quella è ritenuta di competenza assoluta dell’allenatore e, sostiene la dirigenza, solo lui può decidere chi vi partecipa. Esattamente come gli elementi iscritti alla lista Champions.
A due giorni scarsi dalla chiusura delle contrattazioni tutto porta a credere che Mauro Icardi resterà all’Inter almeno fino a gennaio. Nel mercato mai dire mai e vietato escludere sorprese clamorose nelle ultime ore, ma più il tempo passa e più è difficile trovare una soluzione a questa vicenda. Dove può andare l’argentino se cambierà idea e, all’ultimo tuffo, accetterà un trasferimento?
LEO CHIAMA PIERO. Di certo c’è stato un sondaggio da parte del Psg con Leonardo che ha contattato Ausilio, ma la soluzione francese sembra vincolata alla cessione di Neymar. Tra le tante piste questa è forse quella più probabile o se preferite… la meno improbabile. L’Atletico Madrid pare aver fatto un passo indietro. Il Valencia non è caldo. Il Monaco è scomparso. La suggestione Real Madrid, tornata fuori dopo le parole di Zidane di ieri, non ha trovato conferme. E la Juventus? Siamo fermi ai contatti tra le parti avvenuti grazie a un intermediario. O ci sarà un’accelerata oggi oppure… Il rapporti freddissimi tra i club non danno una mano. Idem il fatto che Dybala non voglia trasferirsi alla Pinetina (escluso dunque uno scambio di prestiti) e che Paratici ieri abbia tolto dal mercato la Joya.
PRESTITO SOLO ALL’ESTERO. Di certo l’Inter dà per scontato che non riuscirà a monetizzare la partenza del ragazzo di Rosario e che i 65 milioni messi sul tavolo dal Napoli e dal Monaco non riappariranno più. Per questo si è messa a trattare sulla base del prestito, la condizione che da settimane Wanda Nara voleva strappare perché era stata concessa a Perisic e Nainggolan. Il club di viale della Liberazione per far partire Maurito pretende che sia allungato di un anno l’accordo in scadenza nel 2021 per avere, quando tornerà la prossima estate, più forza in un’eventuale trattativa di cessione. L’entourage del calciatore non ha chiuso del tutto a questa ipotesi, ma è disponibile solo se si materializzeranno le squadre che Wanda e Mauro non hanno scartato (Juve, Psg, Real, Barcellona) e se l’ingaggio gli sarà alzato. Naturalmente l’Inter lo darebbe in prestito all’estero, non alla Juventus. Ecco perché la partenza da Milano dell’ex numero 9 è considerata assai complicata (più dall’entourage del bomber che del club). Quali strascichi avrà per la carriera dell’argentino questo eventuale stop di 7-8 mesi, lo dirà il tempo.
POLITANO RESTA. Dopo Marotta venerdì e Conte ieri in conferenza, da viale della Liberazione sono arrivati nuovi segnali che il mercato nerazzurro si sia chiuso con gli acquisti di Biraghi e Sanchez. Niente da fare per la cessione di Politano alla Fiorentina: le voci sull’interessamento viola per l’esterno anche ieri circolavano, ma l’eventualità di una partenza dell’ex Sassuolo è stata smentita seccamente dall’Inter. Idem per quella di Dimarco, destinato a restare nonostante l’Udinese abbia chiesto informazioni.