Shock per Cristiano Ronaldo, ucciso l’amico parruchiere

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Era Thair stylist di tanti volti del mondo dello spettacolo, attrici, modelle e showgirl, prevalentemente portoghesi, perché è da quella parte del mondo che arrivava Ricardo Marques Ferreira, brutalmente ucciso venerdì primo novembre in un hotel di Zurigo. Soprattutto, però, “Caju”, come era soprannominato il parrucchiere delle star, era Fhair stylist di fiducia di Cristiano Ronaldo, durante il periodo in cui il campione della Juventus giocava nel Real Madrid. Dunque tra il 2009, quando il club madrileno versò al Manchester United 94 milioni, euro più euro meno, per portare al Bernabeu CR7, fino allanno scorso, quando il bomber arrivò a Torino per la sua prima stagione bianconera. È in quegli anni che Ronaldo comincia ad affidarsi alle mani di Ricardo Marques Ferreira. E nel settembre del 2015 il parrucchiere pubblica sui suoi social network una foto in cui dava gli ultimi ritocchi al look del bomber, immagine che era parte di un servizio fotografico nel quale il calciatore indossava la maglia dei Blancos.

Il rapporto tra Ronaldo e il parrucchiere si era consolidato, e chissà da quanto tempo si conoscevano i due, entrambi originari di quel paradiso in terra che è Madeira, arcipelago dal clima caldo e dalla vegetazione lussureggiante incastonato nelle acque dell’Atlantico tra il Portogallo e il Marocco. Poi le loro strade, almeno quelle professionali, si erano separate: Ronaldo in Italia, Ferreira in Svizzera, scrive il quotidiano portoghese Corredo da Manha, cercando di ricostruire quel che è successo nella stanza d’albergo del quartiere Albisrieden della città elvetica dove l’hair stylist alloggiava da una settimana. Il corpo senza vita di “Caju” sarebbe stato scoperto da un’addetta alle pulizie attorno alle due del pomeriggio, dopo continue chiamate degli altri ospiti dell’albergo che si lamentavano con la reception per rumori f incessanti.

Una volta entrata nella stanza, la cameriera si è trovata davanti a una scena macabra: Ricardo giaceva sul letto in una pozza di sangue, il suo corpo ormai esanime era stato violato da diverse ferite da arma da taglio. Alla polizia arrivata sul posto, la donna, malgrado l’inevitabile stato di choc, ha raccontato con puntualità quel che ha scoperto una volta aperta la porta di quell’inferno: l’orrore del corpo martoriato, e tutto attorno macchie e schizzi di sangue, oltre che puzza di alcol. Nessuna arma del delitto finora è stata ritrovata dagli inquirenti, che tuttavia hanno fermato una persona: un brasiliano di 39 anni, che potrebbe essere la risposta alla tragica fine di “Caju”.