Dalla musica al cinema, dal live al set. Sempre con successo. Martedì scorso Emma Marrone ha calcato il palcoscenico del Teatro Ariston per festeggiare i suoi dieci anni di carriera. L’artista salentina, che ha vinto il Festival nel 2012 e tre anni dopo ne è stata co-conduttrice insieme a Carlo Conti, per la prima volta è stata ospite dell’evento televisivo dell’anno in doppia veste.
Oltre ad aver cantato Stupida allegria, un brano estratto dal suo ultimo album Fortuna, e un mix dei suoi più grandi successi, Emma ha presentato il film che la vede protagonista al cinema. Insieme a Micaela Ramazzotti, Claudio Santamaria, Kim Rossi Stuart e Pierfrancesco Favino la Marrone è uno dei punti di forza di Gli anni più belli, diretto da Gabriele Muccino, nelle sale dal 13 febbraio. «Non l’ho scelta perché sono pazzo» ha detto il regista. «L’ho scelta perché ha talento. Ho creduto da subito in lei che ha dimostrato che avevo ragione».
La diretta interessata, la sorpresa più piacevole di un film intenso e commovente, non ha sfigurato in un cast d’eccellenza. E forse per lei si apre da oggi una nuova strada. «Sono Anna, una ragazza piena di aspettative e sogni che non vanno a buon fine e finisce intrappolata in una vita che non voleva», racconta Emma. «Mentre pensavo a lei scoprivo, dei lati di me che non mi erano mai saltati all’occhio. Preparavo Anna e conoscevo Emma».
Com’è stato il debutto sul set? «Non saprei dirlo, perché non ho un termine di paragone. Non avevo mai fatto niente di simile nella vita, per dire: non avevo recitato nemmeno a scuola, nelle recite. Devo dire che ho accettato volentieri la sfida che mi ha lanciato Gabriele Muccino, mi ha convinta a tentare e ho voluto vivere questa possibilità. Ed è stato meraviglioso, perché lui sul set è un regista comprensivo: quello che mi ha colpito maggiormente è stato il suo modo di fare, sempre con dei modi garbati nei confronti di chiunque, che fossimo noi del cast o le persone che lavoravano dietro la macchina da presa. La sua educazione è fuori dal comune e potrà sembrare banale che io lo sottolinei, però nella vita ho visto persone urlare ed alterarsi per un niente. Così ho apprezzato il suo approccio gentile nei confronti di tutti e non solo nei confronti degli attori».
Come si è sentita nei panni di una madre? «In generale mi sentivo piccola piccola in mezzo agli altri attori, veri e propri giganti del cinema italiano, che però tutti i giorni mi hanno sorretta, sostenuta e non mi hanno mai fatta sentire a disagio, fuori luogo o inadeguata. Questo mi ha aiutato tantissimo. Al mio personaggio, Anna, mi sono avvicinata in maniera molto ludica, come se fosse un gioco. Mi sono ritrovata a pensare come quando ero bambina e giocavo a mamma e figlia. Era l’ unico modo che avevo che per salvare il progetto di Gabriele. Ho giocato a fare la mamma, non avendo figli ho immaginato come sarebbe stato averne».
Qual è stata la scena più diffìcile da affrontare? «Quella del matrimonio, dove dovevo fingere di essere innamorata: mi ha mandato in crisi perché io sono romantica, ma a modo mio. Anna è tanto tanto romantica, tanto tanto innamorata e tanto tanto dipendente dal suo uomo. Io non sono così. Io sono una donna molto indipendente che non si aggrappa alla vita dell’uomo per cercare di emergere. Quindi è stato difficile fare la gattona innamorata.
Anche la scena del parto è stata abbastanza complicata. Non avendo mai partorito in vita mia è stata dura: non so come facciano le donne in sala parto. Devo ammettere che non mi sono commossa quando ho indossato l’abito bianco, non è qualcosa che sento nelle mie corde. Mentre al contrario partorire è stato commovente, sì. Anche in quel caso ho immaginato, ci ho provato. Ed è stato un viaggio incredibile».
Le piacerebbe continuare a recitare dunque? «Non mi sono mai creata dei preconcetti né ho mai messo paletti nella vita. Lo rifarò dunque, nel momento in cui qualcuno mi proporrà qualcosa che sarò in grado di fare, almeno spero. Ovviamente si deve trattare di un progetto in cui credo, che mi lasci qualcosa, che abbia un senso con quello che sono, con tutta la mia vita, personale e artistica. Però sì, perché no? Credo che non ci sia nulla di male nell’afferrare una possibilità e farla diventare un bagaglio di vita, perché si vive una volta sola e quindi tirarsi indietro di fronte a quello che vorrebbero fare tutti è sbagliato. Sono una privilegiata, lo so».
Sempre sincera, Emma, nel bene e nel male. La sua prova da attrice è un regalo a tutte le persone che la seguono con affetto da anni e che la amano non solo per le sue indubbie qualità artistiche, ma soprattutto umane. Emma non ha filtri, e non li ha avuti nemmeno quando ha scelto di condividere con il suo pubblico le sue condizioni di salute che in autunno l’hanno portata a subire un nuovo intervento a distanza di oltre dieci anni da quando aveva scoperto un tumore alle ovaie. «Non potevo non dirlo», ha spiegato in un’intervista a Sette, in cui ha raccontato una delle conseguenze dell’ultima operazione: «Potrei anche non tornare più bionda. Mi basta sapere che sono bionda dentro». Sono stati i medici a sconsigliarle la tintura e lei l’ha raccontato con sincerità. «Non mi piace trattare il pubblico come un gregge. Offro la verità e in cambio sono libera. Così se una mattina mi sveglio e quello che faccio non mi va più, il pubblico non si sente tradito. La gente non è più abituata alla verità».
Ed è per questo che ha fatto una scelta ben precisa, in tempi strani come quelli che stiamo vivendo, relativa alla sua presenza sui social: «Li gestisco diretta- mente, senza un social media manager che sceglie l’orario giusto per pubblicare o il filtro perfetto. E ai fan che si lamentano per lo scatto senza trucco chiedo: “Preferireste una cosa costruita alla verità?”. Anche mia mamma spesso mi dice: “Questa non me l’aspettavo da te Se non mi conosce lei che mi ha messo al mondo come possono pretendere di farlo gli altri?».
Mamma Maria, con papà Rosario e suo fratello Francesco sono i suoi amori più grandi: il 25 maggio, giorno del suo compleanno, ci saranno anche loro tre a festeggiarla mentre si esibirà all’Arena di Verona. I biglietti del concerto sono andati polverizzati in pochissimo tempo. La vera emozione, per Emma, sarà far vedere l’Arena piena proprio ai suoi cari. «Un po’ come i figli quando mostrano ai genitori mostrano master e lauree».