“Bisogna essere molto chiari con la gente”. L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, intervistato da Repubblica, è netto: l’emergenza coronavirus “durerà ancora a lungo”. Impossibile, oggi, parlare di picco: “Due, tre giorni dopo che osserveremo scendere la curva in maniera costante potremo dire che c’è stato il picco”, perché “i modelli previsionali sul Covid-19 sono oggi come le previsioni del tempo. Funzionano a 24 ore, son buoni a 48 ma già dopo le 72 ore non sono più affidabili”.
Lo scienziato critica chi, come il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, ha dichiarato che il campionato di calcio potrebbe riprendere ai primi di maggio, “a porte aperte o a porte chiuse”. “Ma di che parliamo? Prima di ottobre penso sarà impossibile riavere gente allo stadio – spiega Lopalco -. La mia previsione è che le misure restrittive dureranno almeno fino all’estate: ci potrà e dovrà essere una mitigazione delle misure, torneremo a lavorare, a uscire, ma si dovrà fare tutto con molta calma e cautela”.
Le misure di isolamento sociale iniziate l’8 marzo, stando ai numeri, ancora non hanno sortito alcune effetto e anzi i dati sui decessi ogni giorno battono il precedente primato. “Il problema non è quando ma come finisce. Noi dobbiamo augurarci che il picco non ci sia e che tutto questo duri il tempo più lungo possibile. Soltanto così, spalmando l’epidemia nel tempo, potremo avere la certezza di curare e di fare guarire più persone possibili”.
Il guaio è che “il contagio è così veloce che potrebbe non esserci tempo. Rallentare la velocità di trasmissione è un esercizio di democrazia: tutti dobbiamo curarci”. Poi un paragone da brividi: “Parliamoci chiaro, questa è la Spagnola del 2020. Il Covid assomiglia molto all’influenza che tra il 1918 e il 1920 fece 500 milioni di ammalati e 50-100 milioni di morti. Andrebbe così anche oggi se non avessimo le terapie intensive e se non avessimo preso misure drastiche per limitare il contagio, come quelle che abbiamo preso. Tutto durerebbe un mese e ci lasceremmo 100 milioni di morti alle spalle. Possiamo mai accettare un orrore del genere?”.