Quattro mesi fa si è posata sulla mia mano una farfalla, una “mariposa” come la chiamano in Spagna. E, siccome mia madre da piccola mi chiamava così, ero la sua “mariposita”, ho pensato che quella fosse la carezza di un angelo, la carezza di mia mamma. Ho sentito il suo profumo inconfondibile e, dentro di me, le ho detto: “Vola, ma vola lentamente, così potremo stare più tempo insieme”.
Ho scattato una foto alla farfalla e me la sono tatuata sul braccio perché resti sempre con me». Fino a pochi mesi fa, prima che scoppiasse la pandemia, non si parlava d’altro che di lei, Pamela Prati, e del suo matrimonio annunciato con un uomo che, ha scoperto poi, come tutti noi, non esisteva.
Per questo, in tutti questi mesi, ci è mancata tanto. Ma lei ha guardato oltre, lo scorso maggio ha scritto la propria autobiografia, Come una carezza, e adesso torna con una canzone, Mariposita, dedicata a quell’incontro, metafisico, con la madre. «Non riesco a non pensare a lei in questi momenti drammatici, è una donna che ha superato tante difficoltà grazie all’amore e sono convinta che l’amore salverà il mondo, anche se questo lockdown ha reso tutti più cattivi e più cinici.
Ho scritto Mariposita perché ogni giorno una farfalla nasce e arriva a portare un abbraccio. Il singolo uscirà il giorno del mio compleanno, il 26 novembre, con un video bellissimo girato nella tenuta dell’Olmo, che è un altro luogo di rinascita: la leggenda narra che, un tempo, l’antico olmo salvò il raccolto da un grave incendio, attirando su di sé le fiamme e proteggendo il grano. Mi è sembrata la chiusura di un cerchio». Domanda. L’arte ce l’ha nel sangue. Risposta. «Sì, mio papà, che ho conosciuto pochissimo e solo da bambina, era un artista, ho bellissimi ricordi di lui che suonava la chitarra davanti al caminetto».
D. La sua vita è segnata da tanti vuoti, quale le è pesato di più?R. «Non avere una famiglia completa, non avere un padre a cui appoggiarmi. Ho avuto solo mia mamma, che è riuscita a riprendere me e i miei fratelli dopo che le eravamo stati strappati e messi in collegio. Mio padre andò via molto presto a rifarsi una vita con un’altra famiglia e a me è rimasto solo il ricordo di quel Natale da bambina davanti al camino».
D. C’è stato qualche altro Natale felice nella sua vita? R. «Per me il Natale era un giorno di lutto, in collegio mi davano un cioccolatino per consolarmi. Per questo motivo, adesso, mi piace addobbare la casa per le Feste, per colmare quei vuoti immensi di cose che mi sono state tolte. Il primo Natale felice è stato nel 1994 a Milano con Adam, un uomo che ho amato tantissimo, che comprò un albero vero e organizzò un pranzo con mia mamma, mia sorella Sebastiana e i nostri cagnolini».
D. Chi è Adam? R. «È un uomo a cui sarò legata per sempre (ci manda una loro foto insieme, che vedete grande in questa pagina, ndr), pensi che abbiamo posato per una delle primissime copertine della storia di “Chi”. L’ho sentito ancheieri, non riusciamo a fare a meno l’uno dell’altra, ci siamo lasciati come coppia, ma non ci lasceremo mai come persone. Ha una figlia di 18 anni che adoro, non si è sposato, ma è impegnato. Ha fatto tante cose per me, pensi che per lui lasciai un altro grande amore, un uomo più grande di me. A volte abbiamo pensato di tornare insieme, ma non ero pronta».
D. Ha ricominciato a credere all’amore dopo quello che le è successo? R. «No, sinceramente no, e mi manca. Ho sempre creduto all’amore e continuo a crederci, penso che per amore si possa morire e ci si possa ammalare, come è successo a me». D. So che non vuole parlarne, ma cosa le è rimasto di quella tempesta mediatica partita con l’annuncio delle sue nozze? R. «Quello che mi è accaduto è crudele, sono stata vittima di un sistema che mi ha fatto male. Adesso non lavoro perché, purtroppo, ciò che mi è accaduto è stato raccontato male, ma il tempo mi darà ragione».
D. L’hanno accusata di annunciare periodicamente le nozze per alimentare il proprio personaggio. R. «Quando mi innamoro penso sempre che mi sposerò e formerò una famiglia e, visto che faccio questo lavoro da 40 anni, più volte mi hanno chiesto della mia vita privata e più volte, quando ero innamorata, ho detto che avrei voluto sposarmi. Che male c’è? Quante donne famose hanno annunciato le nozze e non si sono mai sposate? Quante volte si è sposata Liz Taylor? Io sogno il matrimonio e la famiglia, questo desiderio è stata la mia condanna perché mi ha fatto cadere in trappola. È facile raccontarmi una bugia, illudermi, perché questo è il mio punto debole da quando sono bambina. E, se sono fidanzata e mi chiedi “ti sposi?”, dirò altre mille volte: “Sì!”».
D. Quando si è accorta di essere stata ingannata? R. «Ci ho creduto fino all’ultimo, se mostrassi le prove mi chiederebbero tutti scusa, ho capito che non era vero solo quando il mio avvocato mi ha mostrato la foto di quello che credevo essere mio marito e mi ha detto che era un’altra persona, con un’altra vita, e che non c’entrava niente con la mia storia». D. Non prova il desiderio di vivere un amore vero? R. «Si sono fatte avanti tante persone, ma ora non credo più a nessuno, sono stata ferita in un momento in cui ero vulnerabile, era appena morta mia sorella, era finita una mia storia. Ma viviamo in un mondo di menzogne e la gente vuole le menzogne. Io non recito la mia vita, non sarei capace. Quando al GfVip dissi: “Mi chiamate un taxi?” non fingevo, non ho mai guidato una macchina e mi sono sempre mossa in taxi, in quel momento non stavo bene lì e volevo andarmene».
D. Chi ha sofferto molto, a volte, si crea un proprio mondo. R. «Non mi sono mai inventata niente, desiderare non è una bugia e io riconosco la realtà come riconosco il dolore, lo conosco da quando sono bambina ed è diventato un mio compagno di viaggio. Mia madre mi ha trasmesso il senso di un amore senza fine, ha amato mio padre fino alla morte anche se l’aveva lasciata e l’aveva fatta soffrire».
D. Quali caratteristiche deve avere un uomo per piacerle? R. «Deve essere un uomo, visto che ho conosciuto tanti maschi e pochi uomini, deve essere protettivo, ma non avere paura delle sue fragilità. E deve essere leale». D. Con chi ha trascorso il lockdown? R. «L’ho passato da sola e questo mi ha rafforzato, non c’erano nemmeno i mie due cani che non ci sono più da tempo. Ho curato il terrazzo, la casa, ho riflettuto, ho letto e ho scritto. E poi da tempo ho ritrovato parte della mia famiglia, mia sorella Maria e i miei nipoti, e ci facevamo tutti i giorni le videochiamate, siamo più uniti di prima». D. Che cos’è per lei la solitudine? R. «È un dono che facciamo a noi stessi perché, nella solitudine, ti ritrovi. Non mi sono mai aggrappata a nessuno, ho vissuto le cose che volevo vivere, i momenti belli, le cene, le vacanze, una serata a teatro o al cinema, ma non per necessità. Devo solo lavorare perché sono sempre stata autosufficiente».
D. Nel suo libro parla della sua lotta contro l’anoressia, e durante la tempesta mediatica che l’ha travolta è molto dimagrita. R. «Purtroppo ci combatto ogni giorno, ci combatto da quando ero piccola, il dolore mi fa cadere nel buio più agghiacciante ».
D. C’è uno sfizio, una golosità, che la attira? R. «Amo cucinare per me stessa, penso che aprirò un blog di cucina perché, anche se vivo da sola, mi piace addobbare la tavola. Apparecchio come se andassi nel ristorante più bello del mondo perché, quando ero piccola, io, mia madre e le mie sorelle non avevamo tavole imbandite, c’erano pochi piatti. Per questo adesso amo circondarmi di tazzine da tè, zuppiere, pentole, amo riempire la casa di fiori, deve essere tutto meraviglioso».
D. Ci dica il suo piatto forte. R. «Preparo una terrina con avocado e fragole, ci metto sopra gamberi rossi freschi appena scottati e condisco con aceto balsamico invecchiato dieci anni e ci aggiungo un tocco di piccante». D. Sta seguendo il GfVip? R. «Sono pazza di Zorzi e di Stefania Orlando, vorrei andare ad abbracciare Maria Teresa, mi piace molto la conduzione di Alfonso e la sua sensibilità, appena sento la sua voce emozionata io scoppio a piangere, ci assomigliamo. Anche Elisabetta mi piace, è una ragazza sensibile e si sta difendendo bene, mi piace meno Morra perché è un bravo ragazzo, ma non riesce a darsi un colore».D. Patrizia De Blanck non è stata tenera con lei, l’ha definita una “grande attrice del gossip”. R. «Patrizia la conosco come conosco sua figlia Giada, è una persona meravigliosa che, a volte, dice cose che non pensa o le dice in modo da sembrare più pungente di quanto non sia nelle intenzioni».
D. Al GfVip è venuta fuori la storia di Alberto Tarallo e dell’Ares film, lei ne sapeva qualcosa? R. «Io? Alberto Tarallo è stato il mio agente, fu lui a scoprirmi mentre passeggiava con Anita Ekberg a via della Croce, a Roma. Nessuno mi ha chiamata perché forse non tutti conoscono la storia, e lo avrei difeso. Parliamo di 40 anni fa, lui era art director di Playboy, non esisteva la Ares, ma lavorava con le grandi dive di allora, con la Ekberg, la Cardinale, di cosa stiamo parlando? Un giorno racconterò anche quella storia». D. Nelle sue foto su Instagram è molto sexy, sembrano scattate da un occhio innamorato. R. «La maggior parte me le sono scattate da sola, in effetti mi adoro (ride, ndr)». D. Che cosa le manca? R. «Voglio tornare a fare l’artista, mi mancano gli abbracci del pubblico, le loro carezze, vorrei sedermi in platea e guardare ogni spettatore negli occhi per dire: “Sono io, sono quella che avete sempre amato, sono la bambina che è diventata grande grazie a voi e sono stata sempre leale nei vostri confronti”».