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Questo articolo in breve

Sono Danilo, risolvo problemi». Il ventinovenne brasiliano della Juventus potrebbe a buon diritto parafrasare l’indimenticabile Mr Wolf interpretato da Hervey Keitel in Pulp Fiction, perché di problemi ad Andrea Pirlo ne ha già risolti più di uno e ne risolverà anche stasera. Non c’è Alex Sandro, come è successo dall’inizio della stagione? E lui si trasforma da terzino destro in terzino sinistro. C’è un solo centrale di ruolo? E lui gioca centrale puro, come accadrà stasera.

Già, perché è questa sera che Pirlo avrà a disposizione uno solo dei suoi quattro difensori centrali: Matthijs De Ligt, per fortuna rientrato sabato sera dopo il lungo stop per l’operazione alla spalla destra. Proprio sabato sera, però, nei minuti finali Merih Demiral si è procurato un’elongazione al muscolo ileopsoas della gamba destra (situato subito sotto l’osso dell’anca, serve fra le altre cose a sollevare la gamba): problema che lo terrà fermo 10 giorni. Con Bonucci e Chiellini ancora fuori per i rispettivi problemi muscolari (il primo dovrebbe tornare disponibile sabato a Benevento, il secondo nel derby del 5 dicembre), ecco che l’olandese è il solo centrale di ruolo tra i difensori disponibili. Ed ecco che Danilo risolve il problema.

Sarà il brasiliano ex Porto, Real e City (per restare alla sua esperienza europea) ad affiancare l’olandese al centro della difesa nel 4-4-2 con cui la Juventus si schiera in fase di non possesso. Un ruolo, quello di centrale, che finora in questa stagione aveva svolto soltanto in fase di impostazione, quando il modulo bianconero diventa una sorta 3-2-5, con uno dei terzini che sale in attacco (quasi sempre Cuadrado) e l’altro che si accentra avvicinandosi ai due centrali puri. Compito ben diverso da quello che gli toccherà stasera, quando sarà costantemente in mezzo anche in fase difensiva: esperienza, intelligenza tattica e ottimo stato di forma, però, lasciano Pirlo tranquillo.

A prendere la posizione e i compiti finora appannaggio di Danilo sarà chi in quella posizione e – a volte – con quei compiti avrebbe dovuto giocare: Alex Sandro. A volte perché l’altro brasiliano ex Porto può giocare sia da terzino che in fase offensiva si accentra restando sulla linea arretrata, sia da terzino che invece si alza in zona offensiva. Questa sera interpreterà il ruolo nella maniera più difensiva, proprio per permettere a Danilo di giocare da centrale puro, con Cuadrado che dovrà sottoporsi agli straordinari come terzino ala sulla fascia destra.

Con il rientro ormai prossimo di Bonucci (e quelli non lontani di Chiellini e Demiral), però, anche per il colombiano e per Danilo si avvicina la possibilità di tirare il fiato. Magari già sabato a Benevento, se l’azzurro sarà disponibile. Con almeno due centrali di ruolo a disposizione di Pirlo, infatti, Alex Sandro potrebbe svolgere a sinistra il compito di terzino offensivo che finora è stato quasi sempre interpretato da Cuadrado a destra, dove invece giocherebbe Danilo rimanendo più bloccato e accentrandosi in fase offensiva. Fatto tirare il fiato al colombiano, Pirlo potrà fare lo stesso con Danilo, impiegando invece Alex Sandro da terzino-centrale come stasera. Ma non è ancora il momento: stasera c’è un problema e c’è bisogno di Danilo per risolverlo.

Alla domanda sull’idea di schierare insieme Cristiano Ronaldo, Alvaro Morata e Paulo Dybala, Andrea Pirlo non si nasconde: «Ci pensiamo dall’inizio».  Come potrà il pensiero concretizzarsi sul campo? Dopo aver visto la sua Juventus giocare 10 partite e aver ascoltato ancora più volte il tecnico spiegare ciò che vuole dalla squadra, qualche ipotesi è possibile farla.

Nel sistema attuale il problema sarebbe legato all’interpretazione del 4-4-2 in fase di non possesso. Chi dei tre si abbasserebbe sulla linea dei centrocampisti sulla fascia, come finora hanno fatto Kulusevski, Ramsey e McKennie? O meglio, chi dei due? Perché è da escludere che possa farlo Ronaldo. Dybala ha grandi doti aerobiche, ma ha sempre faticato a coprire la fascia: magari un po’ per indole, ma pure per caratteristiche.

Pur di giocare potrebbe sacrificarsi, ma il sacrificio potrebbe non dare risultati. Morata invece ha tutte le doti atletiche per lavorare da esterno di centrocampo nel 4-4-2 e poi proiettarsi ad attaccare la profondità, mentre magari la Joya o CR7 arretrano sulla trequarti. Funzionerebbe? Sì. Ne varrebbe la pena? Chissà: con Dybala al top e Morata pure, in modo che il primo sia aggressivo e continuo nel pressing e il secondo non risenta troppo in zona gol del lavoro da esterno, forse sì.

Non va escluso, però, che in futuro Pirlo possa anche cambiare modulo. Ha più volte detto che i centrocampisti bianconeri devono giocare in due al centro, e questo esclude un 4-3-1-2, ma non ha mai negato l’ipotesi della difesa a tre (provata nella ripresa dell’unica amichevole precampionato con il Novara). Una volta recuperati tutti i centrali e trovati identità forte ed equilibrio, potrebbe anche sperimentare un 3-4-1-2 o un 3-4-2-1 che ripartirebbero più equamente il lavoro tra gli attaccanti.

Juventus Ferencvaros in Diretta TV.

Juventus Ferencvaros viene trasmessa in diretta tv con i canali di Sky Sport Uno (numero 201 del satellite, numero 472 e 482 del digitale terrestre), Sky Sport Serie A (numero 202 e 249 del satellite, numero 473 e 483 del digitale terrestre) e Sky Sport (numero 251 del satellite). La partita non viene trasmessa in chiaro.

Prima gli ottavi, poi il tridente delle meraviglie. Andrea Pirlo ha le idee chiare e sa dove vuole arrivare. Fin dal primo giorno ha in testa una Juventus europea e, passo dopo passo, sta cercando di costruirla. Questione di principi di gioco e di atteggiamento prim’ancora che di telaio e di numero di attaccanti.

Nella fase 1 – cioè nelle prime giornate di campionato – ha insistito su determinati concetti (dominio della partita, riaggressione immediata, difesa alta) e su una struttura precisa (4-4-2 che si trasforma in 3-4-1-2 in fase offensiva). Un cambiamento radicale rispetto al passato. Una rivoluzione che ha richiesto del tempo per essere digerita. Tra la Lazio e (soprattutto) il Cagliari, Pirlo ha iniziato a vedere i segnali giusti.

Così la partita di stasera contro il Ferencvaros diventa l’occasione per ottenere conferme nel gioco, nell’atteggiamento e nel risultato. «Dobbiamo vincere e giocare con l’intesità di sabato per dare continuità e non vanificare quanto fatto. Se non ci ripetiamo in Champions, non siamo una grande squadra. Non siamo la Juventus. Mi darebbe molto fastidio non rivedere l’intensità della vittoria sul Cagliari.

Non dobbiamo pensare al risultato dell’andata, guai a sottovalutarli». Pirlo vuole blindare la qualificazione, ma anche certificare che la sua Juventus è pronta per entrare nella “Fase 2”. Quella in cui la squadra è solida al punto da poter sopportare senza problemi eventuali modifiche.

STILE MILAN

Già, perché una delle varianti che frulla nella testa dell’ex genio bresciano è quella di sfruttare al massimo il potenziale offensivo facendo coesistere in un tridente delle meraviglie Paulo Dybala, Alvaro Morata e Cristiano Ronaldo. Non è fantacalcio, ma è un’idea che richiede tempo per lavorarci e grande disponibilità da parte dei giocatori. Pirlo ci vuole arrivare, però sa benissimo che non si può avere tutto e subito. E soprattutto è consapevole che sia più facile arrivare a certi cambiamenti con la serenità che soltanto il raggiungimento dei primi traguardi garantisce.

Ecco perché, come ha detto lui stesso ieri, «adesso prendiamoci la qualificazione agli ottavi, importante anche per potersi concentrare sul campionato, e diamo una struttura alla squadra. Una volta ottenute queste cose proveremo a vedere se è possibile una soluzione per farli giocare tutti e tre assieme, Ci pensiamo dall’inizio, ma di fatto finora non li abbiamo mai avuti in contemporanea. Morata è arrivato più tardi, Dybala era infortunato e Cristiano si è fermato a causa del Covid».

Staccando il biglietto per gli ottavi già stasera, le ultime due partite (Dynamo Kiev e Barcellona) serviranno per attaccare il primo posto del girone e magari testare il “tridentone”. Una formula che di sicuro intriga Pirlo, il quale ai tempi del Milan “ancelottiano” ha alzato al cielo due volte la Champions con una squadra in cui tanti giocatori di talento, a partire da lui, Rui Costa e Seedorf, si sono sacrificati dando vita una miscela tanto equilibrata quanto esplosiva e vincente. Pirlo sa benissimo che per arrivare a quel punto non basta l’idea, ma è necessario saperla condividere e avere feeling con i giocatori. Da questo punto di vista, l’allenatore bianconero parte avvantaggiato. Se Morata si butterebbe anche nel fuoco per lui, per Dybala il tridente potrebbe essere la chiave per la titolarità. E poi c’è Cristiano Ronaldo, letteralmente conquistato dal giovane allenatore: «Tra persone semplici e serie, si va d’accordo. Io tratto Ronaldo, che è un campione, allo stesso modo di Frabotta e Portanova», ha spiegato Pirlo. CR7 apprezza e lo sta dimostrando con i fatti.

Matthijs de Ligt lo aveva sottolineato subito dopo la partita con il Cagliari, Wojciech Szczesny è tornato ieri sopra il concetto: quella di Andrea Pirlo è un’altra Juventus, diversa da quella – sia pure vincente – passata dalle mani di Antonio Conte, Massimiliano Allegri e Maurizio Sarri. «Europea e moderna», la definisce il portiere alla vigilia dell’impegno con il Ferencvaros, la partita di Champions League che, questa sera, lo vedrà nuovamente titolare. Ci scherza anche sopra, il portiere: «Con Pirlo si è creato un bel rapporto, ma sono in difficoltà a parlare di lui, visto che è qui vicino: se dico una parola sbagliata fa giocare Pinsoglio…».

Al di là delle battute la Juventus che ha in mente il nuovo tecnico, se a De Ligt ricorda l’Ajax per il modo di stare in campo, a Szczesny lascia immaginare un futuro rivoluzionario: «Pirlo vuole creare qualcosa di nuovo e farci giocare in modo più moderno ed europeo, pressando molto alti. Vogliamo crescere per diventare una grandissima squadra». Un assaggio lo si è avuto sabato sera contro il Cagliari, una Juventus di sicuro più convinta e convincente rispetto a quella vista prima della sosta.

Szczesny l’ha seguita dalla tribuna, per lasciare spazio a Gigi Buffon, e ha apprezzato: «Mi è piaciuto tanto il pressing offensivo, eravamo molto aggressivi. Abbiamo avuto diverse occasioni esprimendo un bel calcio, però l’abbiamo fatto soprattutto nel primo tempo, quindi vorrei che facessimo la stessa cosa per 90 minuti».

Quella contro i sardi era la prima di dieci partite decisive da qui dalla fine dell’anno. Pirlo ne ha sottolineato l’importanza, ha chiesto di vincerle tutte per dare la prima svolta alla stagione. Szczesny non può che essere d’accordo: «Bisogna continuare a crescere come nelle ultime settimane, poi i risultati sono un’altra cosa: quindi dobbiamo soprattutto portare a casa i risultati. Contro il Ferencvaros ci aspettiamo una partita molto difficile contro un avversario tosto.

Dobbiamo continuare nel nostro percorso di crescita, abbiamo visto buoni segnali contro il Cagliari. Abbiamo vinto in Ungheria disputando una buona gara, bisogna ripeterci allo Stadium per portare a casa i tre punti contro un avversario molto forte». Un avversario da affrontare con la ennesima emergenza in difesa nel settore dei centrali. Agli assenti Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini si aggiunge anche Merih Demiral, vittima di un problema muscolare che lo metterà fuori causa per una decina di giorni. Pirlo ovvierà piazzando il duttilissimo Danilo al fianco di De Ligt, rientrato alla grande sabato sera in campionato: «L’assenza di giocatori così importanti non aiuta – sottolinea Szczesny – però, dal punto di vista della mentalità della squadra, non cambia nulla, perché abbiamo tanti leader e tanti giocatori di personalità».

Con la qualificazione agli ottavi a un passo, il pericolo è quello di affrontare l’impegno con il cuore più leggero. Il portiere non ritiene che la Juventus possa correre un rischio simile: «Giocando per la Juventus bisogna dare sempre il 100% e non è difficile trovare le motivazioni per giocare in Champions. Sappiamo di affrontare un’avversaria di buon livello, con giocatori molto veloci che calciano molto bene. Cercheremo di pressare molto e trovando in noi le motivazioni, visto che si continua a giocare senza pubblico. Per noi non cambierà niente». Concentrazione più che necessaria perché gli ungheresi (si immagina) dovrebbero aver imparato dagli errori difensivi commessi all’andata, sbagli che avevano spalancato la strada al 4-1 dei bianconeri: «Credo che il loro portiere abbia commesso un solo errore, perché il secondo era un retropassaggio molto difficile e Dybala ha fatto gol, però Dibusz è forte.»

Quattro punti, una vittoria e un pareggio, tra la partita di stasera contro il Ferencvaros e quella di mercoledì 2 dicembre contro la Dynamo Kiev, e la Juventus sarà aritmeticamente qualificata agli ottavi di Champions League. I bianconeri raggiungerebbero 10 punti e né ungheresi né ucraini, entrambi a 1, potrebberlo raggiungerli.

L’obiettivo juventino, però, è sicuramente più ambizioso: fare 6 punti nelle due sfide in casa e poi giocarsi il primo posto nel girone all’ultima giornata al Camp Nou. Dove servirebbe un’impresa, visto che il Barcellona ha vinto 2-0 a Torino e in caso di arrivo a pari punti la Juventus dovrebbe almeno fare altrettanto in Catalogna.

Intanto, però, la squadra di Pirlo deve battere il Ferencvaros, cosa che potrebbe già regalarle la qualificazione. Perché è vero che ai bianconeri ora servono 4 punti, ma alla fine di Dynamo Kiev-Barcellona potrebbero bastarne 3: vincendo stasera la Juventus salirebbe a 9 punti lasciando il Ferencvaros a 1 e se la Dynamo non battesse il Barça al massimo andrebbe a 2. Con due partite da giocare, Ronaldo e compagni sarebbero già irraggiungibili per le squadre di Rebrov e Lucescu.

Proprio un pareggio a Kiev sarebbe il risultato ideale per la Juventus (ovviamente partendo dal presupposto di una vittoria sul Ferencvaros): sancirebbe la qualificazione agli ottavi e renderebbe meno arduo l’inseguimento al primo posto. I bianconeri infatti potrebbero arrivare al Camp Nou a -1 dal Barça e a quel punto una vittoria con qualsiasi punteggio garantirebbe il primato. Un ko blaugrana in Ucraina invece lascerebbe aperta la qualificazione e non aiuterebbe di più in ottica primo posto: arrivando al Camp Nou a pari punti la Juventus dovrebbe comunque vincere per staccare il Barça, che altrimenti avrebbe il vantaggio dello scontro diretto.