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Sarebbe una forzatura dire che la stagione della Juventus comincia oggi. E’ vero però che se in realtà è cominciata all’andata contro la Sampdoria, oggi contro i blucerchiati ne inizia la parte decisiva: nel giro di poco più di un mese Andrea Pirlo affronterà scontri diretti in campionato e sfide da dentro o fuori in Coppa Italia e in Champions League. E allora a maggior ragione è bene concentrarsi sulla partenza: «Le scelte le farò solo in base a questa partita perché è la più importante – assicura il tecnico bianconero -. I giocatori sanno che si pensa a una partita alla volta e in base a questo sceglieremo la miglior formazione, come faremo poi martedì con l’Inter».

Proprio contro l’Inter, nella brutta sconfitta di due settimane fa, Cristiano Ronaldo e Alvaro Morata avevano giocato l’ultima partita assieme da titolari. Dopo lo spagnolo ha iniziato in panchina contro il Napoli in Supercoppa e il Bologna in campionato, CR7 è rimasto a riposo contro la Spal in Coppa Italia. Finendo lo stesso sotto i riflettori per la gita proibita a Courmayeur con Georgina. Torneranno a far coppia oggi, all’inizio del ciclo di fuoco, pronti a riscattare le ultime settimane un po’ in ombra, seppur comunque illuminate dalle firme sulla Supercoppa. «Davanti giocheranno Morata e Ronaldo – ha confermato Pirlo -.

Alvaro è tranquillo, veniva da un periodo di inattività per un acciacco a un adduttore e non stava molto bene. Ora però sta recuperando, ha giocato mercoledì e lo abbiamo anche fatto riposare qualche minuto e con la Samp sarà al top. Vive di entusiasmo e dobbiamo riportarglielo, ma sa di essere importante ed è tranquillo: ha fatto molto bene e sono straconvinto che continuerà ai suoi livelli. Quanto a Ronaldo, mercoledì aveva un giorno libero e quando non sono qua i giocatori sono cittadini liberi di prendersi le proprie responsabilità».

Questa sera, invece, CR7 e gli altri bianconeri devono prendersi la responsabilità di battere la Sampdoria, come erano riusciti a fare all’andata. Quando Morata non c’era ancora e neppure Chiesa, altro titolare sicuro anche perché perfetto per attuare la tattica che Pirlo ha in mente: «Chiesa sta bene e partirà dall’inizio. La Samp è una buona squadra, che viene da un ottimo periodo con vittorie anche importanti e ha avuto innesti notevoli. Sarà difficile, come contro tutte le squadre di Ranieri, un tecnico molto preparato e che stimo molto. Faranno densità con due linee da quattro molto compatte: dovremo avere pazienza per allargarli e trovare il varco giusto, senza forzare le giocate».

Nei varchi ha dimostrato di sapersi infilare alla grande Weston McKennie, rivelazione della stagione che proprio all’andata contro la Sampdoria cominciò a stupire: «Siamo andati a prenderlo prima degli altri e siamo felici di averlo. E’ talmente giovane che può crescere in tutto, soprattutto al livello tecnico, dove magari è ancora un po’ sporco nelle ricezioni e nel movimento del corpo. E’ umile e sa di non essere arrivato e questo è un ottimo inizio». A proposito di inizio, Pirlo ha anche ufficialmente promosso Nicolò Fagioli: «Ha fatto bene l’altra sera, si è aggregato con noi anche per sostituire Portanova (passato al Genoa, ndr): abbiamo pensato subito a lui e farà parte della prima squadra, poi magari potrà giocare ancora qualche partita con la Under 23. Fa parte del progetto che la società sta portando avanti con la seconda squadra».

C’è mancato un pelo a che Fabio Quagliarella la vivesse in maglia biancoonera anziché blucerchiata, la prossima partita. Dal campo o più prabilmente dalla panchina, chissà, ma comunque sulla sponda del vecchio compagno e amico Andrea Pirlo. Essì perché nella prima fase delle ricerche juventine d’un vice-Morata i nomi riportavano ad un usato sicuro: Fernando Llorente e, appunto, Quagliarella.

«Siamo riconoscenti ai giocatori che sono stati alla Juve, vogliamo loro bene. Ho avuto Fabio anche alla Sampdoria, lo conosco da tantissimi anni ma il mercato non è dato solo dalle difficoltà economiche. Se faremo un acquisto? Giochiamo queste partite poi vedremo», aveva ammesso ammiccante Fabio Paratici ad inizio gennaio. Gli aveva fatto eco Pirlo: «Conosco bene Fabio, è un grande attaccante. Anche se di mercato non dovete parlare con me…».

Alla fine, come noto, il “salto del Quaglia” non c’è stato. L’attaccante è molto legato ai colori blucerchiati e non riteneva cosa buona e giusta abbandonare la compagnia così, a campinato in corso. Aveva voluto mettere le cose in chiaro anche pubblicamente tarpando sul nascere le indiscrezioni: «Se hai dato tanto e ricevuto ancora di più, se ogni volta senti l’emozione che batte dentro il petto, vuol dire che ci sono legami più forti di tutto, che vanno oltre lusinghieri corteggiamenti, che mettono da parte la cronaca e rispettano la storia. Io penso, vivo e gioco così».
Chapeau.

A onor del vero, non che la Juventus avesse avanzato una di quelle offerte a cui proprio non puoi dire di no. Giusto sei mesi di contratto, con la prospettiva di giocare una partita al mese e con il rischio (meno remoto del solito) di arrivare giusto in tempo per vedere interrompere la serie di scudetti consecutivi. Mentre in blucerchiato in ballo c’è il rinnovo del contratto in scadenza a giugno più la possibilità di entrare in società, a tempo debito, con un ruolo dirigenziale. Ciò nonostante, il capitano doriano ha subito voluto esporsi. Bisogna dargliene atto. Mentre la Juvetus, parallelamente, dirottava le proprie manovre su profili più giovani (Scamacca) con la serenità di chi sotto sotto si stava davvero convincendo del fatto che con Kulusevski jolly d’attacco, si sarebbe anche potuto evitare di investire troppi soldi a gennaio e reggere eventualmente fino a giugno nella condizione attuale.

Baci e abbracci più o meno virtuali – compatibilmente con protocolli, distanze e buon senso – non mancheranno. La stima e l’affetto tra Quagliarella e l’ambiente bianconero sono forti e in direzione biunivoca. La Juve rientra nel novero di quel 90 per cento di club presenti nell’almanacco Panini contro cui Quagliarella non ha esultato o non esulterebbe dopo un gol, in quanto affezionato ex. Quanto tempo avrà a disposizione oggi per provare comunque a segnarla, una rete dell’ex, non è ancora dato saperlo. Ranieri ha fatto pretattica: «Fabio è un giocatore importantissimo. Vediamo se giocherà dall’inizio. Io non mi aspetto il gol da lui. Non chiedo per forza il gol ai miei attaccanti. L’importante è che giochi per la squadra. Poi qualcuno la rete la troverà. In fondo sin qui sono andati a segno 12 giocatori diversi in questa Sampdoria. Segno che tutti quanti sono pronti a raccogliere gli assist dei compagni».

Diffiicle sbilanciarsi anche sull’impiego (titolare o subentrante) di un altro elemento che in prospettiva Juventus merita un occhio di riguardo: il centrocampista danese Mikkel Damsgaard. E’ uno dei talenti più marcati, e ambiti, della Sampdoria. Contro l’Inter è stato protagonista di una grande prestazione (assist compreso) che ha contirbuito al compimento dell’impresa. Vuole ripetersi anche contro la Juventus. Sa peraltro che l’occasione può tornare utile per mettersi in mostra, oltre che per creare problemi: Paratici segue con attenzione Damsgaard, così come fanno alcuni club della Premier League (Tottenham, West Ham su tutti). Il futuro è tutto da scrivere, anche se lui è concentrato sul presente.