Niente Vidal, ma non è detto che il sostituto del cileno sia Gagliardini, l’uomo che per caratteristiche fisiche potrebbe contrapporsi meglio a Milinkovic-Savic. L’ex Atalanta rimane favorito, ma Conte non esclude dai suoi pensieri la conferma del centrocampo visto a Torino martedì, quindi con Barella, Brozovic (entrambi diffidati e dunque a rischio derby, così come Bastoni) ed Eriksen, nel ruolo di mezzala sinistra-secondo regista. L’Inter chiaramente perderebbe qualcosa a livello fisico, ma ne gioverebbe nel comando del gioco.
A far capire come Eriksen abbia una chance di giocare, un passaggio della conferenza stampa di ieri di Conte quando parlava di Brozovic: «Noi lavoriamo con Brozo sul trovare spazio, la giusta posizione e sul non innervosirsi se non riesce tanto a toccare palla. L’importante è che riesca a farlo dove gli chiedo di farlo e dove è giusto, perché deve essere determinante». Contro la Juventus il croato ha giocato effettivamente meno palloni finché in campo c’era anche Eriksen. Detto ciò, Gagliardini rimane in pole per rimpiazzare Vidal, out non solo per la contusione al ginocchio sinistro rimediata a Firenze una settimana fa («Arturo non è disponibile e non so se lo sarà per la prossima partita, ma lui deve ritrovare la migliore condizione e recuperare da vari acciacchi che si trascina», l’appunto di Conte).
L’altro dubbio è a sinistra, dove Perisic insidia Young e Darmian – con il croato, più difficile vedere in quel caso Eriksen -, mentre in avanti Lautaro Martinez, autore del gol all’andata, ma reduce da gravi errori di mira contro la Juventus in Coppa Italia, dovrebbe essere preferito a Sanchez per giocare al fianco di Lukaku.
Sono io. Ripete questa espressione 4 volte, rimarcando la sua libertà di scelta, fissando i paletti. Io che decido, io che valuto. Che ne pensate voi? Paolo Fonseca è di nuovo infastidito dal chiacchiericcio, dalle polemiche dalle pretese. Da allenatore ritiene di avere gestito nella maniera migliore possibile la vicenda Dzeko, nella quale ha ricevuto l’appoggio totale del club. E nonostante una conferenza stampa prefabbricata, con domande inviate dai giornalisti molte ore prima della diretta, Fonseca a fare nervoso alla vigilia della partita con l’Udinese. Il click scatta quando deve commentare l’idea ormai diffusa nella popolazione romanista, c’è una possibile convivenza in attacco tra. Dzko e Borja.
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C’era una volta quell’accoppiata di bomber che era la migliore della Serie A e che rivendica un nuovo ruolo da protagonista. A San Siro si ripropone: Ciro Immobile e il ‘Tucu’ Correa insieme in tandem davanti, per scardinare la difesa nerazzurra di Conte e tornare ai fasti dello scorso anno quando il feeling tra il partenopeo e l’argentino portò alle 36 reti e alla Scarpa d’Oro per Re Ciro, oltre alle 8 reti di Correa che con altri due assist aiutò la Lazio a lottare a lungo per lo scudetto prima di arrendersi allo stop per il Covid e accontentarsi alla fine di una più modesta, seppur storica, qualificazione alla Champions che mancava da 10 anni. La nuova annata è iniziata tra mille difficoltà, Correa è stato a lungo fermo giocando solo 14 match in campionato. È tornato da tre partite e il suo innesto è stato determinante a tamponare l’assenza di Caicedo, che con Immobile ha sempre formato la miglior coppia-gol della Lazio. Eppure, nelle gerarchie di Inzaghi, Correa parte in vantaggio: più uomo di movimento (lo si è visto anche nell’ultima sfida all’Olimpico contro il Cagliari), quando c’è da portare via avversari e spaccare la partita, lui c’è. Oppure contro l’Atalanta, in occasione della sua ultima rete segnata in campionato: cambio di posizione con Immobile e assist di Ciro per l’argentino. Un rapporto di simbiosi tra i due che anche lo stesso Immobile non ha mai disconosciuto. Peccato l’autonomia, perché per quanto visto finora l’argentino dura non più di un’ora. Quella di domani a San Siro per il Tucu sarà anche una sfida particolare, visto che contro i nerazzurri Correa non è mai riuscito a metterci lo zampino. Ci ha provato già con la maglia della Sampdoria, poi con quella biancoceleste, ma senza risultati da tabellino. Domani avrà un’altra chance, anche se il ritorno alla convocazione di Caicedo (risolti i problemi che lo avevano tenuto fuori nelle ultime settimane) e un timido tentativo di Muriqi di ritagliarsi spazio, non mettono certo in discussione le preferenze di Inzaghi. Se il tecnico biancoceleste può, sceglie sempre Correa. Ma il tabù Inter non è solo del Tucu, perché anche il re del gol Immobile contro i meneghini non ha mai avuto vita facile. Basti pensare che ai nerazzurri ha segnato solo quattro reti da quando gioca in Serie A e appena un paio in cinque anni di Lazio. Per Immobile domani sarà anche doppia la missione, visto che c’è da cancellare anche l’espulsione rimediata all’andata all’Olimpico per una manata a Vidal. Ma dopo due gare senza segnare, contro il Cagliari il partenopeo ha ritrovato il gol e ora cerca una nuova continuità. Come la Lazio, che a San Siro gioca per l’alta classifica e per il settimo sigillo consecutivo. Gli interpreti ci sono, Inzaghi ha la squadra al completo e c’è il rischio che qualche titolare (forse Cataldi, rientrato solo ieri in gruppo) possa restare fuori dalle convocazioni.
Non solo Ciro Immobile e la forza della Lazio. Questa domenica Alessandro Bastoni, Marcelo Brozovic e Nicolò Barella dovranno prestare molta attenzione ad un altro pericolo, quello del cartellino giallo. In diffida, con una sanzione ulteriore i tre giocatori sarebbero costretti a saltare il prossimo turno di campionato: la stracittadina contro il Milan, in quella che ormai deve essere considerata a tutti gli effetti una partita scudetto. Dal canto suo Antonio Conte ha già dimostrato di non voler fare calcoli. Il tecnico salentino pensa al presente e non vuole fasciarsi preventivamente la testa su quel che potrebbe essere e che eventualmente sarà. Contro i rivali capitolini quindi, a meno di sorprese, tutto porta a credere che si affiderà ai suoi fedelissimi.
Al netto di qualche prestazione un po’ così di certi tesserati o del rischio squalifica per alcuni dei suoi pilastri. A tal proposito Bastoni dovrà dimostrare di aver imparato dai propri errori. Nella scorsa annata collezionò il quinto giallo ad Udine, proprio nel turno antecedente al derby con il Milan. A posteriori la scelta dell’ex Parma di fermare Okaka sembrò comunque corretta. La partita era bloccata sul pareggio e il rivale si stava involando verso la porta difesa da Handanovic. Alla fine l’Inter vinse 2-0, ma il giovane difensore non poté così scendere in campo a San Siro la settimana successiva.
Chi invece ha sicuramente già migliorato il proprio rendimento, sia sul piano sportivo, che su quello disciplinare, è Barella. L’anno scorso l’ex Cagliari saltò per somma di ammonizioni Inter-Atalanta, ossia il 19° match di campionato. Ma in precedenza era stato costretto ai box per quattro partite e mezzo, contando pure il secondo tempo non giocato contro il Torino. I numeri certificano che il sardo abbia sinora preso parte a tutti gli incontri di questa serie A, per un minutaggio complessivo di 1621′. Contro la Lazio scoccherà la 22ª giornata e Barella proverà nuovamente a gestire la propria esuberanza, come già fatto nei turni precedenti.
Discorso simile pure per Brozovic. Due stagioni fa il croato venne fermato dal Giudice sportivo per la prima giornata del girone di ritorno, ma già al 13° turno era stato costretto in tribuna dopo i due gialli rimediati contro l’Atalanta. Meglio l’anno scorso, quando l’ex Dinamo Zagabria subì la quinta sanzione contro la Fiorentina, durante la 16ª di A.