Loredana Bertè e Björn Borg una storia d’amore e droga

Questo articolo in breve

Doveva andare poi così. Solo quelli che hanno letto il commovente libro biografico di Loredana Bertè intitolato appunto Traslocando. È andata così hanno notato che questo motto consolatorio ricorre nella vita della cantautrice di Bagnara Calabra. È ricomparso anche nella canzone Cosa ti aspetti da me cantata da Loredana Bertè a Sanremo 2019 (lei che a Sanremo ha portato i look più leggendari) quasi una lettera alla propria, complicatissima vita durante la quale ha incontrato ostacoli ovunque, dalla famiglia all’amore alle amicizie, un piatto amarissimo condito solo dall’affetto immenso che le ha sempre riservato il suo esercito di ammiratori. Perché fra le pieghe e gli squarci di questa canzone si intravedono dettagli di quello che, a detta di lei, è stato il suo grande e vero amore. Peccato per chi non c’era, perché la storia tra Loredana Bertè e Björn Borg è stata la favola più emozionante della fine degli anni 80, una di quelle che ti distrarrebbero da qualsiasi evento social(e). Perché lei era la diva più diva della canzone italiana (e oltre), lui il divo più divo del tennis mondiale. Per fortuna, non immaginavamo come andassero le cose, quando non c’erano le macchine fotografiche a immortalarli.

Loredana Bertè è nata tre anni dopo sua sorella Domenica, il 20 settembre del 1950, e crescendo non sapeva che con lei, che un giorno si chiamerà Mia Martini, condividerà la fama e gli applausi. Hanno altre due sorelle, Leda, la più grande, e Olivia, la più piccola. Vivono un’infanzia difficile, ma questo non si scoprirà nemmeno molti anni dopo essere diventate famose. Solo dopo la morte di Mia, detta Mimì, Loredana racconterà alla stampa quanto poco affetto hanno ricevuto dai genitori. Nel suo libro biografico, Loredana ha raccontato gli abusi che il padre, stimato professore, preside di liceo ed esponente politico, rivolgeva soprattutto verso Mia. Della madre ha raccontato, tra le tante cose, di quando un giorno lei e Mia tornate da una tournée, non riuscendo a girare la chiave nella toppa di casa, scoprirono che la madre l’aveva venduta dopo aver gettato via tutte le loro cose. Ce n’è abbastanza per far sì che le due ragazze crescano con l’animo ammaccato e con tutte le conseguenze e i disagi che la loro storia sopporterà.

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Björn Borg è nato sei anni dopo di lei, il 6 giugno 1956, in un posto agli antipodi dalla Calabria: Stoccolma, in Svezia. Come capita un po’ per tutti i grandi sportivi, la sua infanzia è piena solo di tennis, per la precisione da quando ha 9 anni e il padre porta a casa una racchetta vinta a un torneo di tennis da tavolo, di cui il ragazzo s’impossessa. A 11 anni partecipa già al suo primo torneo, a 13 vince i primi due. Due perché gareggiava sia nella categoria junior, fino ai 14 anni, sia in quella superiore. A quel punto in casa era già ovvio di avere a che fare con un fenomeno su cui investire, per cui finita la scuola dell’obbligo, Björn molla gli studi. Dopo aver vinto un torneo juniores dopo l’altro, nel 1972, a 16 anni, è già professionista. L’anno dopo è a Wimbledon dove trova un’inaspettata delegazione di fan in attesa del giovane, affascinante e misterioso 17enne svedese che non lascia mai trasparire un’emozione.

Loredana, invece, le emozioni le squaderna tutte. Vive a Roma con la famiglia e crescendo comincia a frequentare il Piper e il giro degli artisti nascenti, dove si fa notare per il carattere esuberante e carismatico. Con il suo migliore amico Renato Fiacchini, che poi diventerà famoso come Renato Zero, entra nel corpo di ballo di Rita Pavone. Comincia così a frequentare i palcoscenici, non sa ancora di avere una voce strepitosa. Ma poi verrà ingaggiata per la versione italiana del musical Hair e in una scena è completamente nuda. Anche se poi lavorerà in parecchi programmi televisivi con piccoli ruoli, sarà sempre considerata una bomba sexy. In quel periodo ha una relazione con un tennista, ma non è Borg: è Adriano Panatta, bello e famoso (i giovanissimi lo conoscono solo per la scena del film di Zerocalcare La profezia dell’armadillo). Quando un discografico la nota (sua sorella ha già iniziato a cantare) le propone proprio di diventare una cantante sexy e le fa incidere un album Streaking, sulla cui copertina è nuda. Scoppia uno scandalo che comunque le regala una piccola, prima dose di fama. Ciò che si nota di più comunque, è quanto sia bella.

Siamo al 1980 e Björn Borg, intanto, si sposa per la prima volta con la tennista rumena Mariana Simionescu. Dedicandosi solo al tennis è normale che abbia trovato moglie sui campi da tennis. Tuttavia la storia non dura e divorziano quattro anni dopo. Prima di conoscere Loredana ha una relazione con Jannike Björling dalla quale avrà un figlio (che riconoscerà dopo un lungo processo). Anche Loredana si sposa nei Caraibi, nel 1983, con Roberto Berger, rampollo di un famoso industriale. Lui ha dieci anni meno di lei e il matrimonio non funzionerà mai, tanto che lei lo denuncerà per inadempienza degli obblighi coniugali. Nel 1988 si parla molto di una relazione con Mario Lavezzi, l’autore di alcune sue canzoni come E la luna bussò e In alto mare. Ma non è più sposata e si dedica soprattutto alla musica. Al Festivalbar, a Ibiza, ritrova una vecchia conoscenza. È Björn Borg, conosciuto nel 1973 al Roland Garros dove si era recata per seguire Panatta. Tra loro si scatena un’attrazione fisica incontenibile. L’algido svedese perde letteralmente la testa per la bollente italiana dal carattere burrascoso. Diventano inseparabili, tanto che lei trascura la carriera per lui. I giornali dell’epoca fanno sognare. Fino a quando lui tenta il suicidio e rimangono tutti di stucco. Ha buttato giù un flacone di barbiturici mentre è a Milano e si comincia a insinuare lo spettro della depressione. La gente rifiuta l’idea e si convince che si sia trattato di un incidente. Il 4 settembre del 1989 Loredana e Björn si sposano, lui in abito rosso, lei con il velo dello stesso colore, come la passione che li ha uniti. Lei va a vivere in Svezia e gli italiani si sentono un po’ derubati, tanto che la stampa comincia a trattarla bruscamente. Invece, lei sta affrontando una vita tutt’altro che da sogno. Lo sa bene chi sposa qualcuno nato in un paese totalmente diverso dal proprio, quanto sia difficile integrarsi. Ma per lei le cose sono più complicate.

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I giornalisti italiani che vanno a trovare Loredana Bertè in Svezia per intervistarla raccontano di averla trovata bene, di essersi divertiti a sentirla quando chiama il marito da lontano “Biorneeee”. Lei però si sottopone a un minilifting per riprendersi dallo stress anche se è ancora giovane, ha solo 39 anni. Al tempo, in Italia non filtra quasi nulla di quello che sta accadendo lassù, neanche si può immaginare. Lo scopriremo molto dopo, nelle interviste rilasciate quando Loredana diventerà quel tipo di persona che può permettersi il lusso di non rendere conto di niente a nessuno. “Cocaina” è la parola che ricorre più spesso, perché è la dipendenza da cui la Bertè cerca di strappare il marito, finendo per scivolarci invece dentro per solidarietà. Poi c’è la freddezza della madre di lui che non la accetta, e l’ostilità di Lennart Bergelin, il mentore di Björn. Lui si lascia influenzare e quando lei chiede di avere dei figli insieme lui le risponde che li vuole solo se di puro sangue svedese. Non serve a niente dimostrare quanto amore sa dare a un bambino, quando in casa loro c’è Robin, in figlio di lui. A Loredana verrà negata questa felicità. È sola, non ha contatti con la famiglia, nemmeno con Mimì con cui non si parla più a causa di un fraintendimento sentimentale alimentato dalla stampa.

In quegli anni di matrimonio Loredana vivrà sulle montagne russe. Sarà insieme al marito in molte occasioni ufficiali importanti, viene ricevuta dai reali di Svezia e cenerà dal presidente degli Stati Uniti George Bush senior e sua moglie Barbara. Negli altri giorni insegue il marito che cerca cocaina in quartieri malfamati o subisce i suoi giochi pericolosi, come quando le propone la roulette russa con la pistola. Non poteva durare a lungo. Vivere con un depresso non è il massimo, per una persona dalle fondamenta di sabbia come Loredana. Intanto sua sorella Mia Martini partecipa al festival della musica svedese e la madre di Borg, che ne ignorava l’esistenza, va su tutte le furie con i giornali che la definiscono “la cognata di Borg”, anche se lo è a tutti gli effetti. La situazione è tesa e la famiglia Borg mantiene nei confronti di Loredana un atteggiamento classista insopportabile. Nel 1991 Loredana si rilancia a Sanremo con un brano scritto da Pino Daniele, In questa città. Ma poco dopo è sulle prime pagine dei giornali perché anche lei ha tentato il suicidio a Milano, ed è stata salvata per un soffio. Borg la sta tradendo con una giornalista e lei non se ne fa una ragione, è troppo innamorata. Ma l’ex tennista non si impietosisce. Almeno, grazie a questa disavventura si riavvicina alla sorella Mimì.

Sarà la Bertè, però, a chiedere il divorzio da Björn Borg nel 1993, e non l’inverso come pensano molti. Ormai non c’è più modo di riparare questa relazione impossibile. Si lasceranno malissimo e Loredana Bertè ne uscirà con le ossa rotte e con molte difficoltà economiche. Il divorzio non viene nemmeno formalizzato in pieno, tanto che quando lui si risposerà ancora nel 2002, Loredana lo dovrà denunciare per bigamia. E già che c’è gli fa causa per avere 5 milioni di euro di alimenti mai versati. Con la nuova moglie svedese, Patricia, Borg si comporta proprio come quei nostri ex di cui diciamo: “perché con lei sì e con me no?”. Con lei ha un altro figlio (di pura razza svedese) ed esce definitivamente dalla vita di Loredana. Nel 1995 muore l’immensa Mia Martini per overdose di sostanze varie, lecite e illecite, poco dopo essersi riavvicinata persino al padre. Per Loredana arriva un periodo durissimo, a volte resta chiusa in casa, o in una stanza d’albergo per giorni e non fa entrare nessuno, nemmeno le cameriere per rifare la stanza. Ma è una leonessa. Se la famiglia le ha posto le basi sulla sabbia alla fine lei, nella sabbia, ci si è infilata come un ombrellone in un giorno ventoso. È tornata in formato di icona, con i capelli blu, una marcia trionfale passo dopo passo, (mentre il suo ex rischiava la bancarotta per investimenti sbagliati). A Sanremo 2019, a 68 anni e in minigonna potendosela permettere, ha una delle canzoni più belle in cui ci identifichiamo tutti. Ormai siamo tutti un po’ fratelli e sorelle di Loredana Bertè, siamo persino i figli che non ha avuto. Chi osa farle del male, adesso se la dovrà vedere con molti.