Un incrocio nel segno di Koulibaly. C’è lo zampino del senegalese, nel bene e nel male, quando Juventus e Napoli si sfidano all’Allianz Stadium, dove gli equilibri nella storia recente sono ben definiti: da quando rimpianto è stato inaugurato, i bianconeri hanno vinto 9 delle 10 partite disputate contro i partenopei. Unica eccezione, appunto, lo 0-1 dell’aprile 2018 firmato dal difensore centrale (autore dell’autogol decisivo invece nella sfida più recente, il pirotecnico 4-3 dell’agosto 2019), in una partita che sembrava destinata a decidere le sorti del campionato.
Non fu così: i bianconeri di Allegri a fine anno celebrarono il settimo tricolore di fila, mentre il quinto due stagioni prima arrivò – quello sì – anche e soprattutto in virtù del solco scavato sugli azzurri allora guidati da Sani dalla rete allo scadere di Zaza nello scontro diretto di Torino. Netti i precedenti degli ultimi 10 anni anche ampliando l’orizzonte a tutti gli incroci, con la Juventus che ha doppiato
11 Napoli per successi: 14 a 7 in 26 confronti, che comprendono anche 5 pareggi. Un ruolino in cui è marcato l’apporto degli ex, da Quaglia-rella (in gol nel 2012 nel primo incrocio della storia allo Stadium) a Higuain (sei reti da bianconero al Napoli).
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Un grande classico, suvvia. Il succo del discorso è: ha visto l’ex perché sono rimasti amici, ma io mi fido. Il rapporto resta saldo. Andrea Pirlo non vacilla, insomma, neanche quando – nella conferenza stampa di vigilia di Juventus-Napoli – si trova nelle condizioni di dover commentare Le indiscrezioni (documenate e confermate ; sull’incontro avvenuto sabato scorso, giorno del derby della Mole, tra il presidente bianconero Andrea Agnelli e l’ex allenatore juventino Massimiliano Allegri. E peraltro non si scompone, Andrea Pirlo, nonostante il tiro al bersaglio di cui (insieme con gli oggettivamente deludenti risultati della sua Juventus è suo malgrado protagonista da diverse settimane a questa parte.
Così parlò, Pirlo. «Prese di posizioni ufficiali da parte della società? Non mi aspetto nulla del genere in merito, anche perché di questo incontro con Allegri sono stato avvertito dal presidente in persona. È normale che possa esserci un incontro, perché il calcio è una cosa e siamo professionisti, ma c’è anche l’amicizia che resta a prescindere. È come se io andassi a cena con Maldini e poi venisse fuori che potrei diventare l’allenatore del Milan. La realtà è che io ho un contatto quotidiano con il presidente, ci diciamo sempre tutte le cose che succedono: abbiamo questo tipo di rapporto, dunque ero al corrente di questo incontro e anche della sua fiducia che mi dà serenità».
A proposito di fiducia: «Avverto anche quella dei giocatori, perché sono sempre in contatto quotidiano anche con loro. Mi piace parlare coni ragazzi prima e dopo gli allenamenti, mi danno grande fiducia su quello che voglio e che stiamo portano avanti. Non è questione di cercare segnali di coesione, è questione di essere propositivi e costruttivi. 1 giocatori mi seguono e hanno voglia di rivalsa. Sanno che non stiamo attraversando un bel momento ma sono i primi ad essere tristi per questa situazione e a volerla cambiare».
11 corollario a tutto questo- p ragam ati co e impietoso – non può tuttavia sfuggire ad un uomo di calcio quale è Pirlo, che infatti chiosa: «Poi è normale che i risultati cambino il lavoro degli allenatori, quindi starà a me fare in modo che sia ancora io l’allenatore della Juventus anche fanno prossimo».
Insomma, inutile girarci intorno. Contro il Napoli servono risposte all’altezza e segnali di un certo titpo. Orgoglio, affinità, bel gioco: ecco cosa deve emergere dalla prestazione bianconera odierna. «Probabilmente non è ancora ima partita da ultima spiaggia e ultima chiamata per la Champions League, tuttavia ora non abbiamo più scuse: dobbiamo onorare lama-glia, visto che non lo stiamo facendo, lo sono molto esigente, so che abbiamo sbagliato troppo e so di essere il primo ad aver sbagliato in certe occasioni. Ma ora voltiamo pagina e pensiamo al futuro. Il futuro è la prosisma partita».
Le scuse di cui sopra, effettivamente, contemplano una stagione – che per Pirlo è coincisa con il debutto assoluto da allenatore – che più pazza, complicata, difficile non sarebbe potuta essere. A livello individuale: «Non mi aspettavo un anno così difficile tra partite, infortuni e Covid. Con questo calendario internazionale c’è stato un accumularsi di impegni che credo sia irripetibile. Di sicuro ci sono state tante cose che mi hanno insegnato moltissimo e possono farmi crescere». A livello di squadra: «Sicuramente abbiamo parlato del calo che abbiamo subito nel 2021, dopo una fase centrale della stagione in cui riuscivamo invece ad ottenere buonissimi risultati. Ne abbiamo parlato perché siamo calati dal punto di vista del gioco. Le tante partite e i tanti infortuni non ci hanno aiutato. Abbiamo dovuto cambiare sempre formazione senza dare continuità a certi giocatori. E dopo la Champions League la nostra energia è venuta meno. Abbiamo poi pagato degli alti e bassi che non possiamo più permetterci».
Contr o il Napoli – confidando innanzitutto che non ci siano colpi di scena a seguito del dipanarsi di positività o prese di posizioni dell’Asl («Faremo quello che abbiamo sempre fatt,o ci presenteremo e giocheremo la partita») – non sarà semplice: «Loro stanno attraversando un ottimo momento, vengono da risultati positivi e quindi avranno una grande voglia di fare un grande risultato allo Stadium. Però noi abbiamo la stessa ambizione. Vogliamo fere la partiti! per prendere dei punti. Ci aspettiamo una sfida aperta con due squadre che vogliono imporre il proprio gioco. Spero che sia una bella gara, divertente».
E come si suol dire che vinca il migliore, tra due amici di vecchia data e di glorie immense, ma che ultimamente si incrociano nelle difficoltà: Andrea Pirlo e Gennaro Gattuso. O, forse meglio: si salvi chi può!
Il futuro della Juventus è oggi. Allo Stadium arriva il Napoli, ma a distanza di sei mesi il recupero della partita di ottobre si è trasformato in uno spareggio per un posto Champions. Non è proprio una gara da dentro o fuori, quella contro la squadra di Rino Gattuso, ma sicuramente è più importante dei tre punti in palio. Bianconeri e azzurri sono appaiati al quarto posto a quota 56. La gara di stasera permetterà a Juventus e Napoli di mettersi in pari a livello di calendario e di lanciarsi in quello che si preannuncia come un mini-torneo: nove partite e quattro squadre (Milan, Atalanta, Napoli e Juve) per i tre posti Champions alle spalle dell’Inter capolista.
Trovarsi tre punti sopra o sotto potrebbe far la differenza soprattutto per i campioni d’Italia che, dall’alto di una rosa di livello assoluto, non si sarebbero aspettati di dover vivere un finale di stagione con il rischio di poter anche perderel’Europa che conta. 11 momento è delicato: dopo il ko con il Benevento prima della sosta, sabato è arrivato il pareggio in rimonta nel derby contro il Toro. Risultati e prestazioni deludenti che hanno confermato le difficoltà seguite all’uscita con il Porto. Ufficialmente e non, tanto prima quanto dopo il derby, il presidente Andrea Agnelli e i dirigenti juventini hanno fatto quadrato attorno ad Andrea Pirlo e al progetto iniziato la scorsa estate dopo l’esonero di Maurizio Sarri. Agnelli non ha mai sollevato un allenatore in corsa, nemmeno Gigi Delneri (poi arrivato settimo), e continua a ribadire che non lo farà nemmeno stavolta. Pirlo è stata una sua scelta e la difenderà fino all’ultimo. Una vittoria sul Napoli aiuterebbe la Juventus e soprattutto il progetto Pirlo. I segnali di confusione dell’ultimo periodo, a partire dai tanti “assist” serviti agli avversari (da Bentancur a Kulusevski fino a Arthur…), non sono facili da cancellare in una serata. Ma intanto un trionfo restituirebbe serenità e permetterebbe ai bianconeri di cominciare il mini-torneo per lui posto Champions con la consapevolezza di averte punti di vantaggio sulNapoliedi essere padroni del proprio destino. Una iniezione di fiducia in vista delle ultime partite di campionato e della finale di Coppa Italia. Il calcio è strano: quella che adesso sembra una stagione da butttare, per Pirlo potrebbe anche diventare una annata da due titoli (Supercoppa e Coppa Italia) e qualificazione in Champions.
Al contrario, in caso di sconfitta contro il Napoli, i bianconeri allungherebbero il periodo negativo e soprattutto si troverebbero a dover inseguire un posto in Champions dovendo vincere sì, ma anche confidare in qualche passo falso altrui. Non una corsa impossibile, ma nemmeno semplice e scontata. E siccome tra giocare la Champions o l’Europa Le-ague ballano circa settanta milioni (i dettagli a pagina 9), un ko potrebbe favorire nuovi ragionamenti. Non è scontato che Agnelli cambi comunque idea. Ma nel calcio, come ripetono i ben informati, tutto è possibile. E soprattutto le cose possono variare anche in fretta. Agnelli sosterrà fino all’ultimo Pirlo. “Ultimo”in caso diko, potrebbe non voler dire necessariamente fino alla fine del campionato, bensì fino al livello di guardia. Per i dirigenti bianconeri sarebbe dolorosissimo sollevare Pirlo e chiudere in anticipo un progetto fortemente voluto. Ma la priorità, a maggior ragione in tempi di Pandemia, è quella di non perdere i 70 milioni garantiti dalla Champions. E pragmatismo, in questo caso, potrebbe voler dire Allegri bis, a quasi dueanni di distanza dall’addia II Conte Max conosce la “macchina” bianconera ed è un allenatore molto pratico, una sicurezza per traghettare la nave all’obiettivo. Allegri e Agnelli sono amici e si sono visti spesso in questi ultimi 20 mesi: l’ultima volta prima di Pasqua. Max è deciso a tornare in pista in estate. Ma se il presidente gli chiedesse una disponibiità immediata, non saprebbe dire di no.