Al fianco di Gino Strada c’è sempre stata la moglie Teresa Sarti insieme alla quale è diventato padre della figlia Clelia nata nel 1979. Strada ha conosciuto la moglie negli anni di attivismo studentesco avviando insieme il grande progetto umanitario di Emergency, presidentessa dell’associazione fino al 2009 anno in cui Teresa Sarti è venuta a mancare. Successivamente è stata la figlia Clelia Strada ha raccogliere il testimone della presidenza dell’associazione di Emergency in carica fino al 2017, cedendo il passo così al presidente in carica Rossella Miccio.
Gino Strada, chirurgo e fondatore della Ong italiana Emergency, che ha costruito decine di ospedali da campo in zone di conflitto in tutto il mondo per prendersi cura delle vittime civili, è morto oggi all’età di 73 anni, hanno riferito i media italiani.
Strada, che soffriva di problemi cardiaci, era stata nominata qualche mese fa capo d’emergenza per combattere il coronavirus in Calabria (sud del Paese) a causa della sua esperienza in medicina d’emergenza.
Nato a Sesto San Giovanni, a Milano, il 21 aprile 1948, si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano e subito dopo si è specializzato in Chirurgia d’Urgenza.
Dopo aver collaborato con il Comitato Internazionale della Croce Rossa, ha deciso di fondare Emergency, un’associazione umanitaria per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo che ha operato in 18 paesi in guerra, tra cui Iraq, Afghanistan, Sudan, Sierra Leone, Cambogia e Repubblica Centrafricana. durante la guerra.
Il primo progetto dell’ONG è stato in Ruanda durante il genocidio e poi in Cambogia, dove è rimasto per alcuni anni fino a quando non è partito nel 1998 per l’Afghanistan, dove ha aperto un centro chirurgico per le vittime di guerra ad Anabah, nella valle del Panshir.
Gino Strada rimase in Afghanistan per circa 7 anni, operando migliaia di vittime di guerra e mine antiuomo e contribuendo all’apertura di altri progetti nel paese. L’ONG è attualmente presente in Afghanistan con tre ospedali, un ospedale di maternità e una rete di 44 stazioni di pronto soccorso.
Sul quotidiano “La Stampa” di oggi, Strada aveva pubblicato un articolo sulla situazione in Afghanistan intitolato “Allora ho visto morire Kabul”, raccontando la conquista dei talebani negli anni in cui il Paese è rimasto, come si ripete in questi giorni.
Emergency ha curato più di 11 milioni di persone e oggi Emergency fornisce assistenza sanitaria anche su imbarcazioni umanitarie che salvano la vita dei migranti che attraversano il Mediterraneo centrale per raggiungere l’Europa.
Il suo lavoro è stato molto apprezzato e anche il suo nome è stato usato per il Premio Nobel per la pace e il Movimento 5 Stelle lo ha proposto come presidente della Repubblica.
Invece gli è stato assegnato il cosiddetto “Premio Nobel alternativo”, il Right Livelihood Award di Stoccolma che è stato progettato per “onorare e sostenere coloro che offrono risposte pratiche ed esemplari alle più grandi sfide del nostro tempo”.
Nel corso degli anni, Gino Strada è stato messo in discussione dai media come voce critica sulla gestione dei governi italiani, la corruzione nell’assistenza sanitaria, i blocchi dell’immigrazione, l’attività dell’Unione Europea e il commercio di armi e gli interessi economici dietro le guerre. EFE