Lettere fisco, accertamenti inviati a tantissimi cittadini. Ecco il motivo

Migliaia di lettere alcune ben distinte tra loro, sono state inviate dal Fisco dopo le numerosissime e accurate verifiche, controlli e accertamenti a molti contribuenti italiani. Arrivano come un fulmine a ciel sereno dagli alert da parte dell’Agenzia delle Entrate per lo spesometro. Sotto l’occhio del ciclone questa volta è toccato alle numerosissime partite Iva, tutti i soggetti interessati stanno ricevendo la comunicazione del fisco di fornire chiarimenti. In fin dei conti nulla di sorprendente, considerando che era già stata più volte annunciata l’invio massivo di lettere da parte dell’Agenzia di XX Settembre. Adesso però iniziano a essere numerosi i contribuenti che sventolano la missiva ricevuta nella quale il fisco esprime tutti i dubbi in relazione alla differenza tra quanto messo nero su bianco sulla dichiarazione dei redditi (prima il modello Unico, adesso Redditi persone fisiche) e il reale volume di affari. Nessun rinvio, dunque, la spedizione delle comunicazioni è ancora in corso e adesso le partite Iva devono fare i conti con i rilievi del fisco e fornire i chiarimenti richiesti per non finire nei guai.

Come dice un vecchio adagio: ci sono due cose certe nella vita, la morte e le tasse. Ma quando il mancato pagamento delle tasse costituisce un illecito penale? Ovvero un reato tributario capace di far scartare come si diceva un tempo le manette agli evasori?

Sappiamo benissimo che fare impresa oggi in Italia, è impresa ardua, problemi di varia natura rendono l’imprenditore un vero e proprio eroe, la crisi economica, la concorrenza agguerrita e a basso costo dei paesi in via di sviluppo, i clienti che non pagano e una burocrazia lenta e farraginosa che non risolve i problemi degli imprenditori, ma gli aggrava. Dulcis in fundo le tasse, sa benissimo che in Italia il prelievo fiscale altissimo, cosicché alcuni imprenditori a causa dei fattori che abbiamo poc’anzi scritto sopra non riescono più a far quadrare i conti e purtroppo decidono di evadere.

Facciamo una rapida elencazione ovviamente non esaustiva: l’imprenditore realizza lavori non emettendo fattura, e dunque incassa soldi in nero, imprenditore potrebbe mettere false fatture al fine di aumentare i costi abbattere l’imponibile e costituire fraudolentemente un risparmio fiscale, potrebbe fittiziamente dislocare la propria azienda in paesi con un prelievo fiscale più basso al fine, di non pagare le imposte sui redditi. Una dichiarazione di redditi fatta in maniera ingannevole potrebbe accendere la spia dell’agenzia delle entrate o della Guardia di finanza di modo che si aprirà un contenzioso amministrativo con l’erario.

Il cambio comando dell’agenzia delle entrate non ha nulla a che vedere con la marea di lettere che arriveranno ai contribuenti da parte del fisco, un’attività programmate da diverso tempo. Ad una cerchia ristretta di cittadini arriverà una sorta di avviso bonario per la mancata comunicazione dell’Iva riguardante l’anno 2016 e 2017. Già nell’attuale mese incominceranno ad arrivare missive. Più avanti sarà prevista una seconda ondata di lettere riguardanti la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi per l’anno d’imposta 2017.

Il Direttore uscente dell’Agenzia delle EntrateMario Ruffini, ha annunciato che circa 380 mila alert bonari saranno recapitati alle persone fisiche che per l’anno di imposta 2014 non hanno dichiarato redditi relativi ad una o più categorie; mentre, per il mese di novembre, è attesa la trasmissione di alert ai contribuenti titolari di più certificazioni uniche, relativi al mancato adempimento della Cu per l’anno di imposta 2017.

Lo stesso Ruffini ha ribadito nel suo documento di fine mandato come “al fine di facilitare gli adempimenti dei contribuenti e l’interazione con l’Agenzia è stata potenziata l’attività di assistenza presso gli uffici territoriali e quella telefonica tramite i Centri di assistenza multicanale, nonché il servizio online Cassetto fiscale, in cui il contribuente trova tutti i chiarimenti relativi alla lettera ricevuta, nonché la dichiarazione integrativa precompilata o un prospetto ‘precompilato’ di ausilio alla compilazione della dichiarazione integrativa, per perfezionare il ravvedimento operoso nel caso in cui ritenga fondata la segnalazione dell’Agenzia; in caso contrario, il contribuente potrà fornire le informazioni necessarie a giustificare, totalmente o anche solo parzialmente, l’anomalia riscontrata”.

Lettere di Compliance per Spesometro e dati fatture a Settembre

Dal mese in corso, infine, invii mirati per spesometro e comunicazioni dati delle fatture. Il consuntivo di entrate dalle attività di compliance è riportato fermo ai primi sei mesi del 2018. L’incasso dei primi sei mesi 2018 è a quota 700 mln mentre con riferimento allo stesso periodo nel 2017 si era registrato un consuntivo pari a 200 mln di euro . Nel 2018 saranno inviate 1,2 mln di lettere di compliance in leggero calo rispetto al 2017 quando ne furono spedite 1,5 mln.

L’invio delle lettere di compliance non riguarderà soltanto i titolari di partita IVA ma anche i lavoratori dipendenti che, benché titolari di più CU relative al 2017, hanno omesso l’invio della dichiarazione dei redditi 2018.

Perché una lettera di compliance?

Da qualche anno, l’Agenzia delle entrate ha messo in atto nuove forme di dialogo e di collaborazione con i contribuenti con l’obiettivo di promuovere l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari. Tra le iniziative avviate, quella di predisporre e inviare una comunicazione a chi risulta non abbia compilato correttamente la dichiarazione dei redditi, con l’invito a fare una verifica sulle anomalie rilevate.

In questo modo, il destinatario della lettera ha la possibilità di mettersi in regola, evitando che le irregolarità riscontrate dall’Agenzia diventino il motivo dell’emissione di un avviso di accertamento, o di fornire elementi idonei a giustificarle.

In sintesi, le comunicazioni sono inviate quando risulta che un contribuente ha percepito e non dichiarato, o lo ha fatto solo in parte, uno dei seguenti redditi:

•   redditi di lavoro dipendente o di pensione
•   assegni periodici corrisposti dal coniuge separato o divorziato
•   redditi derivanti da contratti di locazione di immobili
•   redditi di partecipazione in società, associazioni fra artisti e professionisti, imprese familiari, aziende coniugali
•   redditi di capitale derivanti da utili corrisposti da società di capitale o enti commerciali
•   altri redditi (redditi d’impresa derivanti da plusvalenze e sopravvenienze attive, redditi di lavoro autonomo, redditi diversi).

Le lettere arrivano per posta ordinaria ovvero per posta elettronica certificata, ai contribuenti che l’hanno attivata. Se registrato ai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate, il destinatario può reperire la lettera ricevuta all’interno della sezione “L’Agenzia scrive” del proprio Cassetto fiscale, nel quale potrà anche consultare un prospetto informativo contenente il dettaglio delle anomalie riscontrate nella dichiarazione dei redditi.

Cos’è il nuovo spesometro

Spesometro 2017: nuova liquidazione Iva e nuova comunicazione trimestrale analitica dei dati Iva. Lo spesometro è il termine utilizzato per indicare un particolare adempimento fiscale, noto come
«elenco clienti-fornitori»: si tratta di una comunicazione (per la precisione, comunicazione polivalente) che deve essere inviata ogni anno, entro il 10 o il 20 aprile, all’Agenzia delle Entrate,
contenente tutte le fatture emesse e ricevute nell’anno precedente, anche in forma riepilogativa.

Il Decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2017 ha profondamente innovato questa comunicazione: dal prossimo anno, lo spesometro dovrà essere trasmesso ogni 3 mesi e non più in
forma aggregata, ma esclusivamente in forma analitica. In buona sostanza, ogni trimestre si dovranno trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati di tutte le fatture emesse e ricevute, assieme a
tutte le eventuali variazioni.