Tragedia sfiorata per Elisabetta Gregoraci. La showgirl calabrese ha voluto condividere con il settimanale Ok Salute qual è stato il momento più brutto della sua vita, vissuto a seguito dell’operazione del figlio Nathan Falco. Ecco di cosa si tratta.
“Mi ha telefonato la tata…”
Elisabetta Gregoraci ha sempre avuto un rapporto bellissimo con il figlio Nathan Falco, nato dal matrimonio con Flavio Briatore. Il bambino, che oggi ha nove anni, è sempre stato al primo posto nella vita della showgirl come quella del marito, tanto che l’episodio successo qualche tempo fa ha segnato indissolubilmente la Gegoraci. Secondo quanto raccontato da Elisabetta Gregoraci a Ok Salute il figlio Nathan Falco è caduto dal monopattino facendosi male: “La tata mi ha telefonato per dirmi che mio figlio era caduto rovinosamente dal monopattino e che lo avrebbero trasportato in ospedale con l’ambulanza. In quel momento la mia vista si è offuscata, il cuore ha iniziato a battere all’impazzata, ho avvertito un tremolio alle gambe”.
Elisabetta Gregoraci sull’incidente del figlio
Sono stati momenti di pura angoscia per Elisabetta Gregoraci che, al momento dell’incidente, comunque non si trovava in casa. Non a caso a Ok Salute continua dicendo: “Prima di riuscire a vederlo, lo staff medico di Monaco mi ha subito rassicurata e informata sulle sue condizioni di salute, dicendomi che il bambino si era ‘solo’ rotto un braccio”.
Nel momento in cui il peggio sembrava essere passato, Elisabetta Gregiraci afferma: “Ho tirato un sospiro di sollievo e mi sono immediatamente tranquillizzata”. Successivamente la showgirl calabrese ha spiegato che l’impatto con il terreno ha fatto sì che ossa si spostassero dalla loro sede naturale, rendendo necessario l’intervento chirurgico: “Nonostante stesse andando in sala operatoria, ha stretto i denti e non ha pianto, anzi…”.
Come sta il figlio di Elisabetta Gregoraci?
Attualmente il figlio di Elisabetta Gregoraci sta davvero molto bene e l’incidente, ormai, sembra essere un episodio archiviato. La showgirl in occasione dell’intervista ad Ok Salute ha anche raccontato i 60 giorni di ripresa: “Fino a giugno inoltrato, infatti, mio figlio ha avuto bisogno di un supporto costante per ovviare al fatto che non potesse muovere e utilizzare l’arto superiore. Lo aiutavo non solo nella gestualità quotidiana, come lavarsi, vestirsi, pettinarsi, allacciarsi le stringhe delle sneakers, ma anche a scrivere sui quaderni e a svolgere i compiti a casa, visto che l’anno scolastico era tutt’altro che finito”. Questa conclude dicend0: “Sono stati 60 giorni abbastanza impegnativi anche perché, come sapranno tanti genitori, obbligare un bambino di pochi anni al riposo assoluto non è mai un’impresa semplice”.